Il Fashion Pact, presentato ai Capi di Stato in occasione del vertice del G7 di Biarritz nell’agosto 2019, riunisce una coalizione di aziende globali leader del settore della moda e tessile (ready-to-wear, sport, lifestyle e lusso), oltre ai fornitori e distributori, tutti impegnati al raggiungimento di una serie di obiettivi condivisi e focalizzati su tre aree principali: arrestare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani.
Il vertice di Biarritz si è svolto durante la presidenza francese del G7, incentrata attorno al tema della lotta alle disuguaglianze. Tenendo presente questo obiettivo, la priorità perseguita dall’UE durante il vertice è stata la difesa dell’ordine fondato su regole intese come il migliore approccio per una governance globale, tramite le organizzazioni che ne sono alla base.
Inoltre i leader hanno sottolineato l’importanza della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l’importanza dell’istruzione per donne e ragazze, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e sul tema della parità di genere.
Il Fashion Pact
Uno dei successi più tangibili raggiunti nel corso del vertice di Biarritz è stato proprio il Fashion Pact. Per la prima volta nell’industria della moda, i CEO di oltre 60 aziende leader mondiali della moda e del tessile, insieme a rappresentanti dei settori fashion, sport, lifestyle e lusso, fornitori e retailer, si sono impegnati a raggiungere obiettivi ambientali focalizzati su tre aree principali: clima, biodiversità e oceani.
Nell’ambito delle tre aree principali sono stati identificati poi sette obiettivi concreti e strategici per i quali è necessaria un’azione collaborativa per trovare delle soluzioni e ottenere risultati importanti a livello globale.
La guida è affidata a un Comitato direttivo formato da 14 membri a rotazione e affiancato da un Comitato operativo costituito da 23 responsabili e da una Task force. I sette obiettivi concreti focalizzati su clima, biodiversità e oceani, verranno perseguiti anche grazie alla consulenza strategica del Boston Consulting Group (BCG).
Il Fashion Pact oggi
Già a un anno dalla sua creazione, il numero delle aziende aderenti al Fashion Pact era raddoppiato, con nuovi sostenitori provenienti da diversi settori per un totale di 14 Paesi: anche un’azienda della Grande Distribuzione Organizzata, la Carrefour, appoggia con entusiasmo l’iniziativa.
Le aziende del Fashion Pact rappresentano oggi oltre 200 brand e un terzo dell’industria della moda. Questo grado di diversità e ricchezza è fondamentale per garantire un impatto a lungo termine nella supply chain.
Oggi l’obiettivo primario è stato ulteriormente affinato e consiste nel raggiungere la carbon neutrality entro il 2050. Entro il 2025, infatti, le aziende si impegnano ad ottenere un approvvigionamento di materie prime per il 25% a basso impatto ambientale e a raggiungere una percentuale del 100% di rinnovabili entro il 2030, adottando certificazioni come il “Fair Trade Certified” e il “Better Cotton Initiative”, il più grande programma di sostenibilità del cotone al mondo.
Oltre alle fibre naturali e animali, di cui si procede sempre alla certificazione, tra i materiali sintetici sono ammessi solo poliestere e nylon, purché sottoposti a processi di recupero dell’esistente. Non a caso il mondo della moda nelle nuove collezioni sta valorizzando sempre più il significato di dettagli d’abbigliamento e accessori caratterizzati da tratti vintage.