AGI “Artificial General Intelligence” e giornalismo: una convivenza possibile nel rispetto della deontologia

Il termine AGI sta per Artificial General Intelligence, in italiano Intelligenza Artificiale Generale.

L’AGI è un tipo di intelligenza artificiale capace di svolgere qualsiasi compito intellettuale umano in modo uguale o superiore a un essere umano. A differenza dell’intelligenza artificiale attuale (detta ANIArtificial Narrow Intelligence), che è specializzata in compiti specifici (come tradurre testi, giocare a scacchi, o guidare auto), l’AGI sarebbe flessibile e autonoma nel pensare, apprendere, adattarsi e ragionare in contesti diversi, anche sconosciuti.

Caratteristiche principali

  • Comprensione generale del mondo, non limitata a un dominio specifico.

  • Capacità di apprendere nuovi compiti senza essere esplicitamente programmata.

  • Ragionamento astratto, pianificazione, e problem solving generalizzato.

  • Adattabilità, simile a quella degli esseri umani, anche in ambienti non previsti.

  • Autonomia nel pensiero, ovvero capacità di formulare obiettivi e strategie indipendenti.

Esempi (ipotetici)

Un AGI potrebbe:

  • Leggere un giornale e scrivere un saggio critico.

  • Comprendere una nuova lingua solo osservando alcune conversazioni.

  • Offrire consulenza medica, legale o economica con livelli di competenza umana o superiore.

  • Imparare a pilotare un aereo semplicemente leggendo il manuale.

Stato attuale

L’AGI non esiste ancora. I sistemi come ChatGPT, pur avanzati, sono intelligenze artificiali ristrette (ANI): funzionano bene in certi ambiti, ma non possiedono coscienza, comprensione reale o capacità generaliste. I principali laboratori di ricerca, come OpenAI, DeepMind (Google), e altri, stanno studiando come progredire verso l’AGI, ma anche come regolarla e controllarla, poiché le sue implicazioni etiche, economiche e sociali potrebbero essere immense.

Rischi e opportunità

  • Opportunità: automazione avanzata, ricerca scientifica accelerata, medicina personalizzata, risoluzione di problemi globali.

  • Rischi: perdita di controllo, uso improprio, disoccupazione tecnologica di massa, impatti geopolitici.

Alcune direzioni di approfondimento

  1. AGI vs LLM (Large Language Models)
    Differenze fondamentali tra un’intelligenza artificiale generale (AGI) e i modelli linguistici come ChatGPT, Gemini o Claude.

  2. Implicazioni economiche dell’AGI
    Effetti sul mercato del lavoro, sulla produttività, sulla distribuzione della ricchezza, e sulle disuguaglianze.

  3. Rischi geopolitici e strategici
    Il ruolo delle grandi potenze nella corsa all’AGI, e cosa potrebbe significare in termini di sicurezza globale.

  4. Etica e governance dell’AGI
    Chi decide come e se sviluppare l’AGI? Quali regole servono per garantire un uso sicuro e allineato ai valori umani?

  5. Applicazioni pratiche dell’AGI (ipotetiche)
    Come potrebbe essere utilizzata in sanità, ricerca scientifica, educazione, pubblica amministrazione, ecc.

AGI e giornalismo: una convivenza possibile nel rispetto della deontologia

1. Il contesto: giornalismo nell’era dell’IA

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha già trasformato il giornalismo, con strumenti basati su modelli linguistici (LLM) che aiutano nella scrittura, nella traduzione e nell’analisi dei dati. Ma l’avvento di una AGI — un’intelligenza artificiale generale, capace di pensare, comprendere e decidere in modo autonomo — aprirebbe uno scenario radicalmente nuovo.

Non si tratterebbe più solo di un supporto tecnico, ma di un’entità in grado di raccogliere, analizzare, e produrre informazione in modo indipendente, teoricamente anche più efficiente e imparziale di un essere umano.

2. Le opportunità

Una AGI, se ben progettata e regolata, potrebbe:

  • Combattere la disinformazione con capacità di fact-checking in tempo reale, su scala globale.

  • Garantire pluralismo informativo fornendo accesso a molteplici prospettive senza bias ideologici.

  • Monitorare poteri pubblici e privati in modo sistematico, senza rischi di corruzione, minacce o pressioni.

  • Rendere accessibile l’informazione traducendo e adattando contenuti in tutte le lingue e contesti culturali.

  • Tutela della privacy e delle fonti attraverso crittografia avanzata e anonimizzazione sicura.

3. Le criticità per il giornalismo indipendente

Tuttavia, il potenziale dell’AGI solleva rischi gravi per il giornalismo deontologicamente corretto:

a) Neutralità algoritmica e bias

La “neutralità” di un’AGI è un mito se i dati su cui è addestrata o le finalità di chi la controlla sono parziali. Chi programma l’AGI? Con quali obiettivi? Potrebbe rafforzare le asimmetrie informative, anziché correggerle.

b) Trasparenza e responsabilità

Il Testo Unico dei Doveri del Giornalista (Ordine dei Giornalisti) impone verifica delle fonti, trasparenza e responsabilità personale. Un’AGI che opera in autonomia, su base probabilistica e senza accountability umana, rischia di minare questi principi.

c) Erosione dell’autonomia professionale

Se l’AGI dovesse sostituire o affiancare il lavoro redazionale in modo esteso, il ruolo del giornalista come garante dell’informazione verrebbe ridotto a supervisore, o persino eliminato. Il rischio è una “intelligenza autoritaria” che produce notizie ottimizzate per engagement, non per verità.

d) Protezione delle fonti

La deontologia giornalistica prevede la tutela assoluta delle fonti riservate. Una AGI potrebbe essere vulnerabile a intrusioni, manipolazioni o violazioni, mettendo a rischio whistleblower e informatori.

4. Proposte per una convivenza sostenibile

Per far sì che l’AGI diventi alleata del giornalismo indipendente, e non una minaccia, servono:

  • Regole chiare sull’utilizzo dell’IA in redazione, simili al “codice di trasparenza algoritmica” proposto da alcune federazioni internazionali.

  • Obbligo di supervisione umana in ogni fase editoriale: l’AGI può coadiuvare, ma non sostituire il giudizio professionale.

  • Marchiatura dei contenuti generati da AGI, per tutelare il lettore e garantire la tracciabilità.

  • Formazione continua dei giornalisti sull’etica dell’IA e sull’uso consapevole degli strumenti algoritmici.

  • Accesso pubblico alle metriche e ai criteri decisionali delle AGI usate in ambito giornalistico.

L’AGI potrebbe diventare uno strumento rivoluzionario per il giornalismo libero, trasparente e verificabile — ma solo se controllata dall’uomo e soggetta ai principi deontologici della professione. La posta in gioco è alta: non solo il futuro del mestiere, ma la qualità della democrazia stessa.

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