Questo decreto ha introdotto la possibilità di sanzionare penalmente gli enti giuridici per reati commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente stesso, anche quando non vi sia una persona fisica responsabile specifica. Le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/2001 possono essere pecuniarie, interdittive (ad esempio, la sospensione o la revoca di licenze, autorizzazioni o concessioni), e possono comportare anche la confisca di beni.
Intervistiamo Stefano Lombardi, Avvocato Cassazionista, titolare e fondatore dello Studio Legale Lombardi con sede a Milano. Ha pubblicato nel 2020 il volume “il Modello Organizzativo di Gestione e Controllo e l’Organismo di Vigilanza ex D.lgs. 231/01”, per CEDAM
Intervista all’avv. Stefano Lombardi
Che cosa si intende esattamente per responsabilità amministrativa ex dlgs 231 del 2001?
“Provo a rispondere a questa domanda riprendendo alcuni dei concetti espressi in questi anni. All’inizio del terzo millennio il decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, ha introdotto, per la prima volta in Italia, la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle Società, e delle Associazioni. Si è trattato di una novità legislativa di notevole impatto, derivante dell’adesione dell’Italia ad alcune convenzioni internazionali.
Con tale norma per la prima volta il nostro ordinamento ha introdotto il concetto di responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato, come forma di responsabilità che si aggiunge a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente l’illecito”.
Perché è stato introdotto dalla norma il concetto di “rimproverabilità”? Mi può chiarire che cosa significa?
“Con il dlgs 231/01 si è affermata la configurazione di una responsabilità amministrativo – penale basata non già sulla diretta realizzazione del fatto illecito, ma sulla sua “rimproverabilità.” Significa sanzionare un soggetto giuridico per la commissione di un illecito che non si è commesso direttamente, ma che è la conseguenza di una “colpa organizzativa”: supera definitivamente il concetto espresso nel brocardo “societas delinquere non potest”.
Come si può prevenire questa forma di illecito?
“Ecco allora che l’ente ha la facoltà di organizzarsi secondo Modelli Organizzativi di gestione e controllo che abbiano lo scopo di prevenire all’interno degli stessi la realizzazione di illeciti, i cosiddetti e ben noti reati – presupposto. La realizzazione e l’applicazione del Modello Organizzativo, strumento di prevenzione e con eventuale funzione esimente, che discende da tale impianto normativo, si rivelano particolarmente utili”.
Quali sono i vantaggi?
“Gli attori della gestione di impresa, col Modello Organizzativo, sono oggi mediamente molto più attenti di un tempo a valutare le conseguenze dei propri comportamenti sotto il profilo della prevenzione. Inoltre le Società che adottano il Modello vedono mediamente accrescere al loro interno la cultura della legalità e di comportamenti improntati al rispetto di valori etici. E questi sono già significativi, positivi ed importanti risultati di questa normativa”.