Difendere una ragazza dal bullismo è costato un brutto sfregio a un giovane di Verona

Sessanta punti. E anche un pezzo di naso tagliato. Michele Dal Forno, rider e studente ventunenne di Verona, si è beccato tutto questo perché ha difeso una ragazza dalle molestie di un babyboss di 16 anni che gira con il coltello.
È successo a Verona, di sabato, quando ha visto una studentessa accerchiata da due ragazzini che la infastidivano. Si è avvicinato per aiutarla, e così uno dei due ha estratto un coltello sferrandogli un colpo al volto e provocandogli questa ferita. Il ragazzino è stato poi trovato e fermato (fortunatamente).
“Due auguri, tutti e due sentiti. Che la famiglia del ragazzino di sedici anni risponda per quanto accaduto (perché se tuo figlio a 16 anni fa questo la colpa è tua, padre e madre), e che a Michele Dal Forno venga dato tutto l’aiuto possibile per ritornare ad una condizione di normalità. Se verrà lanciata – come spero – una raccolta fondi per trattamenti di chirurgia plastica, daremo una mano in ogni modo. Perché non è possibile che a pagare con cicatrici a vita per una cosa del genere sia un ragazzo che ha fatto quello che in tanti non avrebbero fatto, ossia non voltarsi dall’altra parte.” dichiara Marco Colombo, industriale fra i più impegnati nel sociale, presidente di AIME Agroalimentare.

Già una raccolta fondi, sulla piattaforma GoFundMe, è stata organizzata dalla pizzeria per la quale Michele effettuava le consegne, la Oasi Gourmet di  Verona. Con circa 2.000 donazioni i cittadini hanno subito raccolto oltre 30.000 euro per Michele Dal Forno, nell’intento di aiutarlo a ridurre quanto possibile i danni estetici provocati dall’aggressione subita. Ma, come nel caso dell’industriale Marco Colombo, la solidarietà si sta estendendo a tutta Italia.

“Erano circa le 20.30 e rientravo da una consegna” ha raccontato il giovane al quotidiano L’Arena “Ho visto nella via, una ragazza che conosco che mi sembrava stesse discutendo con due ragazzini. Così mi sono fermato per chiedere se avesse bisogno, ma lei ha detto che era tutto a posto. Soltanto dopo mi ha confessato che era preoccupata e per quello aveva mentito. Temeva che potesse esserci una reazione violenta. Uno dei due ragazzi ha iniziato a girarmi intorno, continuando a fissarmi, così gli ho chiesto il perché di quell’atteggiamento. L’altro parlava ancora con la ragazza. Neanche mi sono accorto di quello che stava per fare. Mi ha colpito. Io subito ho pensato che mi avesse dato un pugno, invece in mano aveva un coltello e mi ha sfregiato. Poi i due sono scappati”.

foto di L. Cecchi

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