Il tempo di oggi è il tempo del cambiamento, dobbiamo governare da protagonisti i mutamenti che non sono più rimandabili e su cui occorre intervenire preparati per accompagnare al meglio aziende, persone, tecnologie, mondo del lavoro. I mutamenti vanno gestiti approfondendo le questioni e mettendo al centro le persone con i loro bisogni in particolar modo quelle più fragili che sono più esposte come le donne, i giovani, i poveri. Dobbiamo realizzare un profondo cambiamento che consenta di rendere più coesa l’Europa e consenta anche di fare in modo che la ripresa sia sostenibile sul terreno ambientale, sul terreno occupazionale, sul terreno dei diritti riportando al centro dell’attenzione il valore delle persone.
Dobbiamo decidere quale Europa vogliamo perché a breve si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Gran parte di questa partita si giocherà sui temi economici, sul fisco, sul completamento del Mercato Unico Bancario, sui programmi finanziari, sulla pace. Se vogliamo un’Europa della solidarietà, un’Europa sociale che guardi in maniera sempre più convinta alla sua unità sui tanti temi che ancora mancano e che voglia agire in maniera sinergica sulle grandi questioni di oggi a cominciare dai processi di pace perché qui occorre essere uniti e lavorare tutti nella stessa direzione. Un’Europa che punti a un mercato finanziario più integrato e forte in grado di spingere i risparmi verso le esigenze di investimento, cosa fondamentale per sfruttare appieno il potenziale delle capacità economiche dell’UE e sostenere il suo peso di potenza economica mondiale di prima linea. Dobbiamo decidere se vogliamo un’Europa che non arretri rispetto agli strumenti di carattere finanziario che abbiamo messo in campo in maniera comune per fare fronte alla tragedia del Covid che ha colpito tutti gli stati e il nostro paese è stato in prima linea in questa storica battaglia, un’Europa che sappia fare i giusti investimenti e rimetta al centro dell’economia la sostenibilità.
Sostenere un nuovo modello di sviluppo economico significa tenere conto sia dell’impatto sull’ambiente andando a ridurre le emissioni ma anche le conseguenze sul lavoro, sulle imprese, sui lavoratori che devono essere sostenuti e accompagnati in questo tortuoso percorso. Vanno creati strumenti e regole chiare per destinare investimenti privati su progetti dedicati all’ambiente e mobilitare risorse importanti per aiutare i territori. Occorre promuovere l’innovazione per creare migliori condizioni per le persone e saper introdurre provvedimenti seri di lotta all’evasione e alla concorrenza fiscale sleale tra paesi che è ancora molto, troppo diffusa e che si gioca sulla pelle dei lavoratori.
Oggi occorre coraggio, bisogna avere determinazione, conoscenza e l’ambizione di essere protagonisti, non tiriamoci indietro perché dobbiamo essere all’altezza, dobbiamo saper rispondere alle domande e alle inquietudini delle donne e degli uomini di oggi, che sono donne e uomini complessi che vivono una realtà sempre più complessa e in cambiamento.
Non tiriamoci indietro perché il futuro che ci attende è lo sfondo su cui noi saremo impegnati con gli strumenti e le conoscenze che oggi abbiamo per poter operare e mettere al centro l’individuo come persona unica, tornare ad un’economia e a una finanza delle persone.
Quando pensiamo al risparmio, al fisco, alla previdenza, alla transizione ecologica e digitale dobbiamo farlo pensando realisticamente alle persone perché questi cambiamenti hanno in primis una forte valenza sociale e l’Europa che desideriamo deve essere l’obiettivo su cui tutti nessuno escluso dobbiamo essere impegnati se vogliamo guardare al futuro nella giusta direzione.