Finanziare la politica? Cominciamo a farla costare meno

Invece le nostre campagne elettorali sono tra le più costose

di  Paolo Mazzanti

Nella foto: Giovanni Toti con Aldo Spinelli e Flavio Briatore
Sull’onda degli scandali che dalla Liguria alla Puglia, dal Piemonte alla Sicilia, stanno flagellando la politica con le inchieste per finanziamenti illeciti, riaffiora da più parti la richiesta di ripristinare i finanziamenti pubblici alla politica. Come se, quando c’era il finanziamento pubblico, non ci fossero le mazzette. Bisognerebbe capovolgere il ragionamento e cominciare a far costare meno la politica. Ma i partiti non ci pensano proprio. Così, per esempio, ci accingiamo a votare alle europee con la legge elettorale più “costosa” del Continente, con cinque maxi collegi elettorali da milioni e milioni di elettori. Un candidato che voglia tentare di farsi eleggere deve spendere centinaia di migliaia di euro solo per cercare di farsi conoscere dai suoi potenziali elettori.

Bisognerebbe costruire leggi elettorali, a tutti i livelli, con collegi piccoli, da centinaia di migliaia di elettori potenzialmente contattabili porta a porta con poca spesa. Invece andiamo nella direzione opposta: non osiamo neppure immaginare quanto potranno costare le campagne elettorali dei premier eletti direttamente, che si troveranno di fronte decine di milioni di elettori. E dove i candidati troveranno i soldi.

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