Il matrimonio fra ITA e Lufthansa
Non c’è dubbio che la notizia sia positiva per il contribuente italiano, che potrà sperare di porre fine all’emorragia pluridecennale di Alitalia prima e ITA poi e che sia positiva anche per l’aviazione nazionale, disastrata dai fallimenti della ex compagnia di bandiera. Questo tuttavia è solo un primo passo, Lufthansa per ora avrà soltanto il 41% di ITA, anche se le spetterà la nomina dell’Amministratore Delegato e dunque avrà un consistente margine di manovra. L’essere in minoranza nel capitale e nel Consiglio d’Amministrazione impedirebbe però decisioni energiche che si rendessero necessarie, quindi bisogna sperare che i cieli restino sereni almeno fino a quando Lufthansa potrà salire secondo gli accordi al 90% del capitale, inutile tappa che sarebbe stato meglio evitare sulla strada del controllo al 100% e della fusione, prevista fra qualche anno.
Sempre che il timone ai Tedeschi riesca a portare in utile una linea aerea che per ora riesce ad avvicinarsi al pareggio in un periodo congiunturale favorevolissimo per le linee aeree, che stanno facendo profitti mai visti, l’aviazione italiana non avrà più il problema della sopravvivenza di Alitalia/ITA e potrà, a Dio piacendo, cercare di risolvere gli altri, innanzitutto la scarsa capacità di offrire voli intercontinentali diretti al posto di quelli con scalo in uno dei tanti hub esteri, che si arricchiscono con il traffico da e per il nostro Paese.
L’occasione di “sistemare” ITA
Va dato atto al governo Meloni e al ministro Giorgetti di non aver sprecato l’occasione di “sistemare” ITA, nonostante l’orticaria dei più sovranisti e i colpi di coda di chi dentro ITA ha cercato fino all’ultimo di sabotare l’accordo per mantenerla senza futuro, ma sotto il comodo ombrello statale de noantri.
Il consolidamento nei cieli europei segue con ritardo quello già avvenuto negli Stati Uniti, dove in pratica sono solo tre linee aeree a gestire i voli per il resto del mondo ed è assolutamente inevitabile. Lufthansa ha le carte migliori per poter garantire una gestione che non accentri totalmente a casa propria il lucroso traffico intercontinentale, il resto essendo ormai in buona parte in mano alle low cost. L’occasione non andava persa, pena la scomparsa definitiva di Alitalia/ITA, che non è in grado di sopravvivere da sola.
Ci sarebbe o meglio ci sarà in seguito da esaminare un sacco di conseguenze dell’accordo, che presenta parecchi punti interrogativi sul futuro. Per ora va data una nota di biasimo. La Commissione Ue, mentre autorizza Lufthansa a entrare nel capitale di Ita, spettava giustamente di fissare paletti che garantissero la tutela delle concorrenza da possibili conseguenze negative e che però ha fatto perdere un sacco di tempo per giungere a risultati modestissimi o assolutamente ridicoli.
La concorrenza nell’aeroporto di Milano Linate
I rilievi sulla riduzione della concorrenza nell’aeroporto di Milano Linate, dove ITA ha una posizione dominante da quando il governo Berlusconi autorizzò la fusione fra Alitalia e AirOne, erano scontati, ma le soluzioni approvate dalla UE sono limitate nel tempo e poco incisive. La low cost easyJet si vedrà assegnato un consistente pacchetto di slot, le bande orarie per atterrare e decollare, ma si è lasciato che ITA, Lufthansa e easyJet si accordassero tacitamente perché l’utilizzo di questi slot avvenga in futuro senza intaccare il monopolio che ITA ha nei voli nazionali da Linate. Un rimedio alla concorrenza che garantisce il mantenimento di un monopolio esistente non è soltanto inefficace, un’occasione persa, è la dimostrazione della scarsa utilità dell’Antitrust europeo, che ha dimostrato di non essere all’altezza, ignorando questioni reali a scapito di altre che sono perlopiù teoriche.
I voli intercontinentali diretti da Roma Fiumicino
Paradossale è la richiesta fatta per rimediare a presunti problemi di concorrenza sui voli intercontinentali diretti da Roma Fiumicino. Siccome le rotte per Washington DC, San Francisco e Toronto sono operate sia da ITA che dalle alleate di Lufthansa United Airlines e Air Canada, l’accordo porterebbe alla eliminazione della concorrenza sui voli diretti. È vero, ma è un falso problema, non esiste concorrenza in tante altre rotte anche più importanti, ad esempio in quella fra Roma e Los Angeles, che è operata stabilmente soltanto da ITA. Se i passeggeri ritengono troppo alti i prezzi che questa chiede possono sempre volare con numerose concorrenti, facendo scalo nei loro hub con un modesto incremento della durata del viaggio. È assolutamente normale che ci sia soltanto una linea aerea a volare in modo diretto su una determinata rotta intercontinentale. Se ce ne sono due, ma alleate è la stessa cosa.
La Commissione Ue impone un rimedio barocco e inutile
La Commissione Ue, nell’autorizzare l’operazione tra Lufthansa e Ita, ha invece imposto un rimedio barocco e inutile, per cui ITA ha dovuto cercare un concorrente che garantisse che il collegamento indiretto, cioè con scalo, non allungasse il tempo totale di viaggio di oltre tre ore. Molto casualmente si sono gentilmente offerti i gruppi rivali capitanati da British Airways e Air France, che però in cambio hanno chiesto e ottenuto… slot a Milano Linate, per spostare lì voli che ora partono da Milano Malpensa. Voi riuscite a capire il collegamento logico? Io ammetto di non riuscirci e vedo una specie di compensazione, benedetta da Bruxelles, con cui le linee aeree rivali più importanti vengono risarcite dell’allargamento della sfera di influenza di Lufthansa in Italia e in particolare a Fiumicino. Se tu ti allarghi a Fiumicino, ci allarghiamo anche noi a Linate, assicurandoci una fetta maggiore del mercato della capitale economica italiana.
Tutto ciò non ha a che fare con la tutela della concorrenza, piuttosto ricorda gli accordi delle spartizioni coloniali fra gli Stati europei dei tempi andati, dal Trattato di Tordesillas a quelli per l’influenza nei Balcani e in Africa prima della Grande Guerra.
Sia comunque benedetto l’accordo e speriamo che Lufthansa abbia successo dove KLM, Air France e Etihad hanno fallito, per incapacità o scarso impegno o perché qualcuno mise troppi bastoni fra le ruote. Con solo il 41% delle azioni non avrà mano libera e qualsiasi ripensamento del governo in carica sarebbe letale. Dunque festeggiamo mantenendo prudentemente le dita incrociate.