Roma 14 aprile 2021 – L’impegno di Inclusione segna un salto di qualità nel riportare la valutazione dell’impatto di genere al centro delle politiche nell’attuazione degli obiettivi prioritari del Next Generation Eu.
“Serve assumere un approccio sistemico nel trattare la parità di genere riconoscendola come elemento costitutivo dello sviluppo sostenibile e possibile del nostro Paese”. Queste le parole della Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, intervenuta al dibattito “Parità di genere da tatticismo ad approccio sistemico” organizzato da #InclusioneDonna in collaborazione con il Centro Studi Americani di Roma alla presenza della former Director, Carlotta Ventura, e moderato da Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera.
“Il premier Draghi lo ha posto come cardine nel primo dibattito sulla fiducia e ancora di più lo stiamo interpretando nel dibattito politico per il G20 e nella visione sistemica che si vuole adottare. Coerentemente con il Next Generation Eu e le linee europee stiamo preparando il primo piano strategico nazionale per la parità di genere – spiega Bonetti – Serve visione, verificabilità degli obiettivi prefissati e monitoraggio. Il nostro Paese si è dotato di un bilancio di genere per la valutazione delle politiche pubbliche. Occorre ampliare gli strumenti per aumentare la presenza femminile nel mercato del lavoro, investire in imprenditoria femminile, formazione, infrastrutture sociali e fiscalità agevolata”.
Adottare un approccio integrale per una ripartenza che modifichi le condizioni di sviluppo dell’economia italiana tristemente bloccata da oltre quindici anni agli ultimi posti in classifica in quanto a livelli di occupazione femminile, mentre a crescere sono le diseguaglianze tra uomini e donne. Indispensabile individuare le misure adatte attraverso parametri e organismi che siano in grado di valutare gli impatti delle politiche sulla parità di genere
Trasversalità della dimensione di genere che vede una necessaria rottura degli stereotipi è la visione di Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze. “è una impostazione sbagliata definire categorie fragili le donne che hanno bisogno di politiche mirate a coprire i gap – secondo Guerra – tali misure specifiche, come ad esempio le politiche di decontribuzione, non sono amiche delle donne ma le pongono in situazione di svantaggio nel mercato del lavoro quando invece rappresentano più della metà del cielo. “Le difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro sono legate ad un problema di stereotipi – afferma la sottosegretaria – un fatto culturale legato al ruolo storico della donna nella struttura sociale organizzativa dove il lavoro di cura e di accudimento ha avuto un connotato femminile ora cambiato ma che ha creato una condizione di partenza di svantaggio”. “Occorre fare grandi passi e il bilancio di genere è uno strumento di partenza – sottolinea Guerra – da potenziare abbinandolo ad un monitoraggio dell’impatto delle politiche sulla discriminazione di genere attraverso indicatori tempestivi e articolati”.
Disparità tra donne e uomini aumentate con il Covid come ha sottolineato l’analisi di Federiga Bindi Senior, fellow Institute for Women’s Policy Research.
Sebbene nel PNRR la parità di genere sia stata riconosciuta come priorità trasversale per la crescita socio economica del Paese e non solo un tema di assistenzialismo e inclusione sociale, non esiste una quantificazione precisa degli investimenti specificamente dedicati ad aumentare l’occupazione femminile
“Il Governo ha messo in atto negli ultimi due anni iniziative in tema di occupazione e rappresentanza femminile nelle società pubbliche e private accogliendo spesso le istanze di #InclusioneDonna e questo è per la nostra grande rete sicuro motivo di orgoglio – sottolinea Sila Mochi, coordinatrice di Inclusione Donna – Occorre però fare un ulteriore passo in avanti cogliendo l’occasione del Next Generation EU, per recuperare l’estremo ritardo nel traguardare gli obiettivi di riduzione del gender gap e di realizzazione di una società più giusta e paritaria”.
Sono necessarie e non rinviabili azioni prioritarie e strategiche per il futuro del paese per risolvere in maniera strutturale il deficit del Paese in termini di occupazione femminile e tra queste la rete di Inclusione donna indica l’istituzione di una commissione parlamentare bicamerale per le Pari Opportunità, così come proposto nel Disegno di legge 1594 del 2019, con compiti di indirizzo, vigilanza e controllo per la valutazione di impatto di genere su tutti i futuri provvedimenti legislativi, le decisioni di investimento e le riforme. A questa dovrà essere affiancata una struttura per effettuare un monitoraggio delle proposte normative e dei piani di spesa pubblici, inclusi i fondi del Next Generation Europe, supportata da una piattaforma di Business Intelligence con specifici indicatori di gender equality
Un cambiamento culturale che il settore pubblico e quello privato devono intraprendere adottando la “Certificazione per la parità di genere”, come proposto lo scorso il 4 novembre 2020 dal testo della Commissione Lavoro alla Camera, che preveda un sistema di premialità
e incentivi.
Solo un processo organizzato e continuativo di misurazione di misure, progetti ed investimenti che saranno previsti dal PNRR potrà consentire di incidere su uno dei punti più deboli di questo Paese: la bassissima presenza lavorativa di metà della sua popolazione e la conseguente mancata contribuzione alla crescita del PIL.
INCLUSIONE DONNA
#Inclusione Donna è una alleanza nata nel 2018 che oggi riunisce oltre 60 associazioni e community e che ispirandosi ai principi democratici fondamentali della nostra Costituzione promuove la parità di genere nel mondo del lavoro e della rappresentanza.
Un punto di aggregazione che rappresenta oltre 45 mila donne e 30 ambassador, tra professioniste, manager, imprenditrici, impiegate in diversi settori del mondo lavorativo.
Il 17 ottobre 2019 queste associazioni si sono riunite per la prima volta a Roma con l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni e il settore privato per rimuovere gli ostacoli che impediscono la realizzazione di una piena parità di genere nella rappresentanza e nel mondo del lavoro. All’evento “Meno occupate, meno pagate. Donne e lavoro in Italia” #Inclusione Donna ha presentato il proprio programma di 10 istanze su occupazione e rappresentanza femminile consegnandole ad una rappresentanza istituzionale trasversale unita da un impegno comune:
#Inclusione Donna chiede che le Istituzioni adottino nuove ed efficaci politiche e misure per favorire l’occupazione e l’imprenditoria femminile anche con nuove forme di incentivi per l’accesso al credito e al mercato delle agevolazioni fiscali. Il network chiede inoltre l’adozione di misure che favoriscano l’effettiva parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro, la promozione politiche di welfare a favore di chi si dedica alla cura della famiglia e il raggiungimento di un’occupazione femminile almeno del 60%, con l’istituzione di un Osservatorio per monitorarne il raggiungimento. Per quanto riguarda la presenza femminile all’interno delle Istituzioni, #Inclusione Donna chiede il rispetto dell’uguaglianza nella selezione dei rappresentanti istituzionali e l’adozione di misure specifiche a favore delle pari opportunità.
Inclusione Donna è impegnata in un dialogo costante con le istituzioni, verso le quali avanza proposte concrete di miglioramento di provvedimenti allo studio oppure nuove iniziative. Queste le sette istanze sulle quali lavora costantemente:
1. Eliminazione del Pay-Gap
2. Sostegno al reddito delle lavoratrici madri
3. Congedo parentale ed il congedo di paternità obbligatorio
4. Conoscenza delle misure esistenti volte ad incentivare l’assunzione di donne
5. Agevolazioni alle micro imprese femminili
6. Misure di conciliazione vita-lavoro anche per le libere professioniste
7. Incentivi a favore delle donne nelle professioni