Il Manifesto è un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole, un progetto che, tramite webinar e lezioni nelle scuole e nelle aziende, diffonde la cultura della scelta responsabile delle parole.
È una carta che elenca dieci princìpi di stile utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete con lo scopo di favorire comportamenti rispettosi e civili affinché il web diventi un luogo di crescita e confronto, non di scontro continuo.
Il Manifesto della comunicazione non ostile è un impegno di responsabilità che va condivisa, un impegno che tutti dovremmo assumere.
Le parole che scegliamo dovrebbero avvicinarci agli altri, aiutarci a comprendere. In rete e nei social domina l’aggressività ed è sbagliato pensare che siano luoghi virtuali e per questo lontani dalla nostra realtà. Sui social incontriamo persone reali, e le conseguenze delle nostre parole sono reali. Per questo oggi, soprattutto sui social, dobbiamo stare attenti a come usiamo le parole.
Il Manifesto è stato declinato per diversi ambiti: per la politica, per la pubblica amministrazione, per le aziende, per l’infanzia, per lo sport, per la scienza e per l’inclusione.
Il Manifesto della Comunicazione non ostile per le aziende
Il Manifesto della Comunicazione non ostile per le aziende elenca 10 principi per un dialogo trasparente e sincero fra aziende, lavoratori, clienti e stakeholder.
I 10 principi a cui le imprese possono ispirarsi per gestire al meglio il dialogo sui social media e i rapporti online è stato realizzato dall’Associazione Parole O_Stili sotto la guida di Annamaria Testa e grazie alla collaborazione di numerose aziende, sensibili all’utilizzo di un linguaggio non ostile in rete e nella nostra quotidianità.
Consapevolezza, responsabilità, ascolto, rispetto, cura: sono solo alcune delle parole chiave che emergono nel Manifesto della comunicazione non ostile per le aziende.
Perché “le parole possono cambiare il mondo”, dichiarava in un suo intevento Sara Soliman “Anche quelle di uno solo. Ed è stato sempre così, dalle parole pronunciate da un profeta ebreo sulle rive del Giordano duemila anni fa a quelle che nei secoli hanno promosso le rivoluzioni che hanno cambiato il corso della storia. Ma occorrono parole giuste e chiare, strategicamente non ostili – come purtroppo a volte invece è avvenuto per tracotanza ed eccesso di zelo -, che esprimano argomenti validi ed eticamente corretti, destinati a scavare nelle menti e nelle coscienze, a vincere le incomprensioni e le resistenze che sempre si oppongono alle buone cause”.
Il Manifesto è stato sottoscritto da oltre 300 comuni, 92 altri enti e istituzioni e decine di migliaia di cittadini
Anche Eni S.p.A. firma il Manifesto della comunicazione non ostile: si amplia così la rosa dei partner che hanno scelto di aderire al decalogo ideato dall’Associazione Parole O_Stili, nata nel 2017 con l’obiettivo di portare avanti un’azione di sensibilizzazione per contrastare l’uso violento delle parole e la comunicazione aggressiva online.
Comportamenti questi che preoccupano quasi 9 italiani su 10. Secondo i risultati della recente indagine svolta da SWG per Parole O_Stili, in occasione dell’edizione 2023 del Festival della comunicazione non ostile, infatti, l’86% si dice abbastanza o molto preoccupato per la presenza di commenti volgari, offensivi e violenti in rete e li reputa un “problema per la società di oggi”, mentre l’82% del campione reputa non solo l’hate speech, la comunicazione ostile in Rete, ma anche le fake news la “nuova normalità”, il nuovo modo di comunicare online e offline.