Storica intesa tra Repubblica Democratica del Congo e Rwanda
Una nuova era nella regione dei Grandi Laghi
Dopo decenni di tensioni, conflitti armati e accuse reciproche, la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e la Repubblica del Rwanda hanno firmato un accordo di pace che potrebbe segnare un punto di svolta nella travagliata storia della regione dei Grandi Laghi. L’intesa, formalizzata l’11 luglio 2025, rappresenta la prosecuzione concreta dei princìpi dichiarati dalle parti lo scorso 25 aprile, e si fonda sul rispetto reciproco della sovranità, dell’integrità territoriale e sulla risoluzione pacifica delle controversie.
La firma è frutto di mesi di negoziati multilaterali, con il coinvolgimento attivo dell’Unione Africana, delle Nazioni Unite e di mediatori chiave come il Qatar, nell’ambito del cosiddetto Luanda Process. “Abbiamo scelto il dialogo al posto delle armi. È una vittoria della diplomazia africana”, ha dichiarato il presidente congolese Félix Tshisekedi, esprimendo fiducia in un futuro di cooperazione regionale.
Gli elementi chiave dell’accordo
Congo e Rwanda sono due paesi dell’Africa centrale con una storia complessa e interconnessa, segnata da conflitti e tensioni. La Repubblica Democratica del Congo (RDC) e il Ruanda condividono un confine lungo 221 km, che è stato teatro di instabilità e conflitti, in particolare nella regione orientale della RDC
Il documento appena sottoscritto sottolinea la volontà delle due nazioni di rinunciare definitivamente a soluzioni militari per risolvere le dispute e rilancia il rispetto delle frontiere storiche stabilite al momento dell’indipendenza, come previsto dall’Atto Costitutivo dell’Unione Africana. Inoltre, si fa esplicito riferimento alla UN Security Council Resolution 2773, che aveva già chiesto il disimpegno militare e la ripresa del dialogo tra Kinshasa e Kigali.
Elemento centrale dell’intesa è l’adozione del piano operativo armonizzato per la neutralizzazione delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR), un gruppo armato presente nell’est della RDC considerato da Kigali come una minaccia diretta. Il piano prevede il disarmo e l’allontanamento delle milizie da parte di Kinshasa, insieme alla rimozione delle misure difensive da parte ruandese lungo il confine.
Le reazioni internazionali e regionali
“La pace tra RDC e Rwanda è una condizione imprescindibile per la stabilità dell’intera Africa centrale”, ha commentato Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione Africana. Anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha espresso “profonda soddisfazione” per un accordo che “può finalmente aprire la strada alla protezione dei diritti umani e allo sviluppo condiviso”.
Particolarmente significativa la mediazione del Qatar nei negoziati paralleli tra Kinshasa e il gruppo ribelle M23, che rappresenta uno dei principali ostacoli alla stabilizzazione del Nord Kivu. “Sosterremo ogni passo verso una soluzione politica inclusiva”, ha affermato il ministro degli Esteri qatarino Mohammed bin Abdulrahman Al Thani.
Nonostante l’ottimismo, restano numerosi ostacoli. La fiducia reciproca tra i due governi è ancora fragile, e la complessità delle alleanze armate nella regione richiede un monitoraggio costante. “La fine delle ostilità deve tradursi in atti concreti sul campo. Il cessate il fuoco deve essere verificato e rispettato da tutte le parti”, ha ribadito Bintou Keita, rappresentante speciale ONU nella RDC.
L’accordo apre tuttavia nuove prospettive per la cooperazione economica e infrastrutturale tra i due paesi. Si parla già di corridoi commerciali sicuri, investimenti comuni e progetti di sviluppo transfrontaliero, in particolare nelle province orientali congolesi.
In un’Africa che guarda con rinnovata ambizione al proprio futuro, la pace tra la RDC e il Rwanda potrebbe trasformarsi da fragile intesa diplomatica a modello di risoluzione africana dei conflitti. Il cammino è ancora lungo, ma la direzione è finalmente quella giusta.