Perché l’Africa chiede mappe più giuste
L’Unione Africana sostiene la campagna “Correct The Map” per superare la proiezione di Mercatore e adottare mappe ad area uguale, come Equal Earth. È una battaglia di rappresentazione: ciò che vediamo sui planisferi influenza educazione, policy e investimenti.
In agosto l’Unione Africana (UA) ha appoggiato ufficialmente la campagna “Correct The Map”, invitando governi e organizzazioni internazionali a mandare in pensione la Mercatore — la proiezione del XVI secolo pensata per la navigazione — in favore di mappe che preservano le reali proporzioni delle superfici, come Equal Earth. L’obiettivo è semplice e potente: restituire all’Africa la propria scala nello sguardo del mondo. A spiegare la mossa dell’UA, come ci ricorda Reuters, è stata la vicepresidente della Commissione UA, Selma Malika Haddadi, che ha collegato la distorsione cartografica a una sottorappresentazione culturale e politica del continente nelle aule scolastiche, nei media e persino nelle stanze delle decisioni.
La Mercatore “ingrossa” le terre vicine ai poli e “snellisce” quelle intorno all’Equatore: così Groenlandia appare grande quasi quanto l’Africa, quando in realtà il continente africano è circa 14 volte più esteso.
È una sproporzione nota ai cartografi, ma poco percepita da chi guarda i planisferi appesi nelle scuole, e che finisce per plasmare l’immaginario: l’Europa e il Nord America sembrano dominare lo spazio; l’Africa, ridotta, pare marginale. La campagna “Correct The Map”, promossa dalle organizzazioni Speak Up Africa e Africa No Filter, chiede di aggiornare i curricula scolastici e gli standard visuali in tutto il mondo per ripristinare questa verità di scala.
Da qui la proposta di adottare Equal Earth, una proiezione ad area uguale sviluppata nel 2018 da Bojan Šavrič, Tom Patterson e Bernhard Jenny: mantiene le superfici proporzionate tra loro (anche se non le forme perfette) e offre un compromesso esteticamente equilibrato per l’uso didattico e informativo. Equal Earth è liberamente scaricabile in versioni centrate su diverse regioni, è documentata nella letteratura scientifica ed è integrata nei principali software GIS. NASA GISS e la suite ArcGIS la supportano da anni.
La spinta dell’UA si inserisce in un movimento globale: alcuni istituti e media stanno abbandonando la Mercatore per contesti non di navigazione, adottando Equal Earth o altre proiezioni equal-area nelle mappe statiche. Secondo diverse ricostruzioni giornalistiche, anche grandi istituzioni di sviluppo stanno riducendo l’uso di Mercatore, scegliendo alternative più adatte a rappresentare il mondo in modo comparativo. È un cambiamento graduale, ma significativo: quando cambi la mappa, cambi la cornice mentale con cui interpreti i dati su popolazioni, clima, ricchezza, infrastrutture.
In rosso le proporzioni reali di Equal Earth, in azzurro le dimensioni sballate della proiezione di Mercatore
Un continente che occupa lo spazio che gli spetta
Perché tutto questo è cruciale per i Paesi africani? Per almeno tre ragioni. Primo, la rappresentazione conta: ciò che è grande appare importante. Restituire all’Africa la sua scala reale rafforza autostima e agency nelle nuove generazioni e corregge un retaggio visuale eurocentrico. Secondo, la misura giusta aiuta le politiche pubbliche: su mappe equal-area, distribuzione di risorse, rischi climatici e fabbisogni infrastrutturali si leggono con meno bias. Terzo, l’effetto si riverbera su media, editoria e investitori: un continente che occupa lo spazio che gli spetta entra più facilmente nel quadro mentale di chi decide dove destinare capitale e attenzione.
Naturalmente non esiste una proiezione “perfetta”: ogni scelta cartografica scambia qualcosa (forma, area, distanze, direzioni). Per i planisferi di consumo generale, la comunità scientifica invita a preferire le equal-area quando contano i confronti tra regioni (dimensione dei continenti, distribuzioni), ricordando che Mercatore rimane utile in ambito tecnico e per alcune applicazioni web. Il punto, insomma, non è demonizzare Mercatore ma scegliere la mappa giusta per lo scopo e smettere di usare una proiezione nautica del Cinquecento per raccontare il mondo a studenti e cittadini nel 2025.
La campagna “Correct The Map” fornisce materiali pronti all’uso e una Carta d’impegno per scuole, media e istituzioni. I promotori ricordano che l’Africa misura 30,37 milioni di km² — abbastanza da “contenere” USA, Cina, India e buona parte dell’Europa — e che su Equal Earth l’Africa risulta grande circa quattordici volte la Groenlandia, come in realtà è. Sono dettagli che parlano alla mente e agli occhi, facilitando il passaggio dai principi alle pratiche (adozione nei libri di testo, linee guida per gli uffici stampa, standard grafici per report e dashboard internazionali).
Questo dibattito riguarda anche noi in Europa e in Italia. Aggiornare i planisferi di scuole, musei, quotidiani e uffici pubblici significa contribuire a una alfabetizzazione cartografica più matura e a una conversazione globale meno distorta. Le mappe non sono “disegni innocenti”: sono narrazioni spaziali che orientano lo sguardo e, di riflesso, politiche e mercati. Se l’Africa reclama la sua giusta dimensione, è un invito a ripensare come guardiamo il mondo — e a scegliere la proiezione che meglio rispecchia il messaggio che vogliamo comunicare.