L’inviato in Ucraina Andrea Nicastro: con la quinta brigata ucraina, la prima ad aver costruito dei ‘robot terrestri telecomandati’.
I droni stanno cambiando lo scenario della guerra. Sul Mar Nero sono stati motoscafi senza timoniere, carichi di esplosivo e telecomandati a liberare le coste ucraine dall’assedio della flotta russa. Viaggiando di notte, guidati a distanza attraverso una telecamera sono riusciti ad affondare molte navi in navigazione o in porto. Nei cieli la fanno da padrone i velivoli senza pilota. I più grandi possono volare per ore sostituendo gli aerei spia, altri armati possono sia farsi esplodere contro il bersaglio sia sganciare piccole bombe.
L’Ucraina punta a produrne un milione entro quest’anno, la Russia un milione e 400mila. Entrambi i Paesi stanno investendo moltissimo in questa tecnologia che in parte ha sostituito l’artiglieria pesante. Esistono anche i droni terrestri. Nel video pubblicato da Corriere TV i soldati ucraini ne presentano uno realizzato completamente da loro, nel garage di una casa abbandonata che usano come base. Ruote cinesi, batterie ucraine, ecc. ecc.
Questi strumenti, a metà tra il giocattolo e l’arma, sono sempre più protagonisti sulla prima linea. Il fatturato globale per le nuove armi guidate a distanza ha superato i 90 miliardi di dollari nel 2023 e va verso il raddoppio nel 2024.