Festival Du Bout Du Monde, 23esima edizione
Penisola di Crozon, Bretagna, Francia,
4-6 Agosto 2023
— di Nicola Brambilla —
Band da tutto il mondo, gente da tutta Europa: oggi parliamo del primo giorno
DAY 1, l’arrivo. Il nome “Festival du bout du monde”, è traducibile in “festival ai confini del mondo”, ed esprime in pieno lo spirito di questo melting pot culturale: band da tutto il mondo, gente da tutta Europa. Mentre guido la mia auto avvicinandomi al festival penso che i Francesi sono davvero bravi: si organizzano, avvisano tutti, chiudono e presidiano tutte le strade. Lungo la statale ci sono dei cartelli stradali gialli che indicano “Attenzione! Traffico difficoltoso per festival du bout du monde nei giorni 4-7 Agosto”, come dire… abbiate pazienza, rilassatevi, parcheggiate l’auto e venite a ballare! Siamo già in coda a 8km dalla “Praire de Landaoudec”, colle a un paio di chilometri da Crozon, nel cuore del Parco Naturale Regionale d’Armorique, in piena Bretagna, forse una delle zone più belle in assoluto.
E’ la ventitreesima edizione del festival, per gli abitanti della zona è un’occasione per festeggiare, bere, travestirsi e divertirsi, molti partecipano al festival come volontari, tecnici o semplici “festivaliers”. C’è un po’ di coda fino alla rotonda, ma la polizia smista tutti: alla prima uscita altra coda per il campeggio principale, seconda uscita riservata agli inviteè, VIP, Artistes e journaliste, terza uscita per Crozon, che sicuramente andrò a visitare una di queste mattine, quando tutti dormono. Parcheggiata la mia auto (trasformata in una sorta di “camper” per questa occasione), mi metto in coda per ritirare il mio accredito stampa, per loro sono “NicolaS Brambilla”, giornalista italiano, mi sta bene, mi piace proprio questa “s” aggiunta per sbaglio.
Prima di tutto decido di studiarmi bene la programmazione e la lineup, conosco infatti solo 4 dei 37 gruppi che suoneranno in questi 3 giorni. Diciamolo subito: in genere ai festival vedere tutto è impossibile, perché ci sono molti palchi e gli artisti suonano in simultanea. Qui ci sono solo 3 stage, uno più grande e 2 leggermente più piccoli, ma almeno 2 sono sempre in contemporanea, quindi bisogna spesso fare una scelta. I musicisti suonano da un minimo di 40 minuti a un massimo di 1h40min, e gli orari vengono rispettati al minuto (neanche fossimo in Svizzera). Alcuni artisti ripetono la stessa performance due volte nella stessa giornata, quindi a differenza di altri festival, è possibile vedere quasi tutto, stando bene attenti agli orari. Ottima idea, direi, ma nonostante questo non sono purtroppo riuscito a vedere tutto comunque, e quindi la rassegna che farò qui di seguito non vuole e non può essere assolutamente esaustiva.
Il fido assistente, Fiume
Ho deciso di viverlo in modalità slow-festival e senza FOMO (Fear Of Missing Out, per chi non lo sapesse già). Il mio fido assistente, Fiume, avendo 4 zampe, troppo pelo (e molta bava), non può entrare al festival. Me lo aspettavo, e ci sta, si romperebbe parecchio a vedere i concerti e ho già attrezzato l’auto per potergli fare da casa temporanea (d’altronde lo è già: stiamo girando a zonzo in Francia lungo tutta la costa Atlantica da più di due settimane). Dopo averlo fatto scorrazzare allegramente in giro, gli lascio una bella ciotola con cibo e acqua e vado a fare una perlustrazione preventiva, dall’area camping dei giornalisti si sente vagamente la musica in lontananza e sono parecchio incuriosito, decido di andare a vedere un po’ più da vicino. Prima bella scoperta: l’accesso giornalisti è a solo 5 minuti a piedi dal nostro camp, e ti fa sbucare proprio dietro al palco principale. Seconda bella scoperta: il festival è forse uno dei più attenti all’accessibilità di persone a mobilità ridotta, il loro camp è proprio di fianco a questa entrata “VIP”, ed è stata costruita una pedana rialzata di fianco allo stage principale per permettergli di vedere e sentire bene. Gli ultimi saranno i primi, insomma. Ottima organizzazione e grande sensibilità.
L’apertura dei cancelli
Entro verso le 18.30, appena dopo l’apertura dei cancelli e riesco a vedere un paio di canzoni dei Jungle by night (IG: junglebynight ), genere electro-Funky-jazz, band olandese. Sono giovani, ma già molto abili ad intrattenere il pubblico. La gente balla, ci sono famiglie con bambini sulle spalle, tutti rigorosamente muniti di piccole cuffie antirumore (la 3M ne produce un modello marchiato kids, che vengono prestate gratuitamente all’ingresso a tutti quelli che hanno prole al seguito). Finito il loro show, la gente migra verso il secondo stage, leggermente più piccolo e posto a circa 300 metri dal principale. C’è parecchio fango, dato il meteo ballerino Bretone, molti indossano pratici stivali in gomma, altri sono direttamente a piedi nudi. Si scivola, quelli che hanno già bevuto qualche birra di troppo cadono goffamente nelle pozzanghere suscitando risate e ovazioni goliardiche. Io con le mie scarpe da “fighetto milanese” salto qua e là cercando di non finire intrappolato, e mi pento di non avere nulla di più pratico ai piedi, come un paio di stivaletti.
Lo stage Kermarrec
Allo stage Kermarrec, leggermente più piccolo del primo, suonano gli Al Qasar (IG: alqasarband ), band Francese ma con sonorità esotiche e interessanti, i membri della band provengono da Egitto, Algeria, Marocco, Armenia, Libano e Stati Uniti. Questa band più di tutte esprime al meglio lo spirito di questo festival: musica da tutto il mondo, per un festival davvero “ai confini del mondo”. Prima che finiscano mi sposto sul terzo stage, il “cabaret de seb”, unico stage coperto da una struttura stile tendone da circo. Suonano i Wati Watia Zorey Band (IG: watiwatiazoreyband ), un gruppo francese formatosi alla Ile de la Reunion, una piccola isola a est del Madagascar, un distaccamento francese. I 6 membri del gruppo sono dei francesi (NON-creoli), che vengono soprannominati “zorey” (o Zoreille) proprio in quanto metropoliti arrivati da poco sull’isola (forestieri, diremmo noi) e suonano insieme da poco meno di 10 anni. Sonorità interessanti prodotte da un curioso mix di violino, chitarra, fisarmonica, flauto, batteria e sassofono. Ascolto e ballo compiaciuto fino alla fine. Bella scoperta.
Il pubblico
Pubblico molto eterogeneo: davanti a me una coppia di bellissime signore sui 50 anni, alla mia destra due giovani ragazze travestite da “donne delle caverne”, con tanto di clava e due dinosauri (gonfiabili) al guinzaglio, e alle mie spalle, un po’ fuori dalla ressa, numerose coppie over 70 seduti su sedie da campeggio pieghevoli (per non stancare le gambe e non perdersi nulla), in barba a pregiudizi, stile, figosità, e tutti votati all’informalità e alla praticità. Finito lo show mi prendo un’oretta di pausa per tornare al camp, dove preparo una pasta per me e la pappa per Fiume. Dovendo far sgambettare un po’ il cane dopo mangiato, prima di tornare di nuovo nell’area concerti, decido di esplorare un po’ i dintorni del camp, che è tra boschi, campi e numerose stradine di campagna. Alle 22.40 inizieranno il loro show i Franz Ferdinand (IG: franz_ferdinand ) che non hanno bisogno di presentazioni, non voglio assolutamente perdermi neanche un minuto del loro spettacolo, non li ho mai visti dal vivo, e ascolto da anni le loro canzoni. Sono curiosissimo.
I Franz Ferdinand
Il vantaggio di avere tre diversi palchi è che il pubblico migra da una zona all’altra, e spesso quindi dopo uno show il palco si svuota e passa almeno un’ora prima che si riprenda a suonare. Arrivo circa un quarto d’ora prima che inizi la band scozzese, c’è già un bel gruppetto di persone ad occupare le prime file e le posizioni centrali, ma riesco comunque a piazzarmi bene, solo leggermente laterale, comunque abbastanza vicino al palco per poter vedere bene. Attaccano con alcuni pezzi degli ultimi album, per poi fare grandi classici come No You Girls (Tonight, 2009), Walk away (You could have it so much better, 2005), Do You Want To (Do You Want To, 2005) Take me out e This fire (Franz Ferdinand, 2004). Quest’ultimo pezzo viene prolungato, Alex Kapranos (voce e chitarra) rallenta il ritmo e invita tutti ad accovacciarsi, canta …Overwhelm, destroying so sweetly… Now there is a fire within me… piano piano ci abbassiamo tutti, si abbassa anche il volume degli strumenti e resta solo la sua voce ….A fire that burns…. ci tiene lì il più possibile, e poi riparte la musica a volume altissimo …This fire is out of control ! I’m gonna to burn this city, burn this city ! ci alziamo tutti saltando e urlando, è il gran finale, siamo estasiati.
Durante tutto lo show il frontman ha davvero intrattenuto il pubblico sfoggiando un ottimo francese senza un marcato accento british, introducendo e raccontando alcune canzoni e poi continuando a urlare frasi come “merci beaucoup, festival du bout du moooonde!”, oppure “tout va bien, oui ?” spostandosi lungo il palco carico come una molla, saltando su e giù da delle pedane per tutto il tempo. Niente male per un “ragazzo” di 51 anni. Finito il loro concerto, durato quasi un’ora e mezza, siamo tutti abbastanza stanchi: ci hanno fatto ballare, urlare, e sfogare.
I due stage minori
Nei due stage minori suonano di nuovo due gruppi che ho sentito nel pomeriggio, e verso l’una di notte ci sarà un altro show, ma sono troppo cotto dalla giornata, decido di tornare alla base, ho ancora due giorni pieni da affrontare. E’ mezzanotte e mezza, sono ormai nella mia tenda, la musica si sente ancora in lontananza, mi addormento felice ripensando all’ultimo show dei Franz Ferdinand, mi rivedo i brevi clip che ho fatto un paio d’ore prima, e mi addormento sulle parole di Walk Away: Why don’t you walk away? No buildings will fall down Don’t you walk away No quake will split the ground Won’t you walk away The sun won’t swallow the sky Won’t you walk away Statues will not cry Don’t you walk away Why don’t you walk away? … a breve anche il seguito con il day 2 e il day 3.. stay tuned