– di Sara Kaufman —
76esimo compleanno per il Met Gala organizzato dal Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York. L’organizzazione dell’evento è riuscita a inondare il nostro feed Instagram con una quantità impressionante di immagini (di moda). In particolare, un paio di queste sono arrivate anche al feed di persone che di solito sono completamente e assolutamente disinteressate sia al Met che al suo Gala (ad esempio il marito di chi scrive)
La novità di questa edizione è che i soggetti di alcune istantanee non erano fisicamente presenti al Met, come Rihanna e Katy Perry. Le immagini circolate sul web, che li ritraevano in abiti floreali, sono infatti state generate dall’intelligenza artificiale, e quindi classificabili come fake.
Finti o veri, la maggior parte degli abiti che hanno abbellito i tappeti rossi non esistono formalmente nel settore. Sono stati realizzati per l’occasione, ma non saranno mai acquistati dai consumatori. Oltre al red carpet, esistono e vivono solo nel regno delle immagini. Citando Silvia Schirinzi di Rivista Studio, sorge spontanea la domanda: quando si parla di moda, si parla ancora di vestiti o l’intero discorso si è spostato dal prodotto all’immagine?
Like every year, the Met Gala succeeded in swamping our Instagram feed with an impressive amount of (fashion) images. Notably, a couple of these images also made it to he feed of people who are usually completely and utterly uninterested in both the Met and its Gala (for instance my husband). It’s also worth noting that the subjects of these specific images – Rihanna and Katy Perry – did not attend the Met. The images depicting them in floral gowns that circulated on the internet are in fact AI generated, also known as fakes.
Fake or real, most of the clothes that graced the red carpets do not formally exist within the industry. They were made, but they will never be purchased by anyone. Besides the red carpet, they exist exclusively in the realm of imagery. Quoting Silvia Schirinzi from Rivista Studio, this begs the question: when discussing fashion, are we still discussing clothes or has the entire discourse shifted from product to imagery?
