Lo stress lavorativo. Ma c’è anche spazio per la ricerca della pace interiore

LA DOLCE VITA DELLO STRESS LAVORATIVO

— di Marilena Mauro
Oggi voglio parlarvi di uno dei balletti più faticosi della vita: lo stress lavorativo. Ovvero quell’arte di destreggiarsi tra deadline strette, riunioni interminabili e la costante sensazione di avere una valanga di compiti da affrontare: una girandola di emozioni, dalla frustrazione al panico, con una colonna sonora fatta di suoni di tastiere impazzite e la macchinetta del caffè che funziona ininterrottamente. È come ballare il merengue con un elefante su un trapezio: complicato, si, ma non impossibile.
E che dire dei colleghi? Sono come compagni di viaggio nella ruota del criceto, dove ogni giorno è un nuovo giro tra battute a metà e sguardi incomprensibili dietro lo schermo del computer, diventato una vera e propria barriera contro l’intera umanità. E poi ci sono quelli che rubano le penne (magari anche ciucciate: e vai con lo schifezzometro alle stelle!!!) e quelli che mettono i post-it ovunque tranne che sui documenti giusti…
Ma nel caos dello stress lavorativo, c’è anche spazio per la ricerca della pace interiore. È come navigare in una tempesta su una barca di carta: richiede equilibrio, concentrazione e una buona dose di emancipazione mentale.
Ma alla fine, anche se stanchi e un po’ scombussolati, se ne esce sempre con qualche storiella da raccontare a casa, un po’ romanzata, un po’ incazzata e la consapevolezza di aver superato un nuovo giorno, ogni giorno, con una risata amara oppure dolce… se ci metti 5 cucchiaini di zucchero.

Ovvero quell’arte di destreggiarsi tra deadline strette, riunioni interminabili e la costante sensazione di avere una valanga di compiti da affrontare: una girandola di emozioni, dalla frustrazione al panico, con una colonna sonora fatta di suoni di tastiere impazzite e la macchinetta del caffè che funziona ininterrottamente. È come ballare il merengue con un elefante su un trapezio: complicato, si, ma non impossibile.
E che dire dei colleghi? Sono come compagni di viaggio nella ruota del criceto, dove ogni giorno è un nuovo giro tra battute a metà e sguardi incomprensibili dietro lo schermo del computer, diventato una vera e propria barriera contro l’intera umanità. E poi ci sono quelli che rubano le penne (magari anche ciucciate: e vai con lo schifezzometro alle stelle!!!) e quelli che mettono i post-it ovunque tranne che sui documenti giusti…

La ricerca della pace interiore

Ma nel caos dello stress lavorativo, c’è anche spazio per la ricerca della pace interiore. È come navigare in una tempesta su una barca di carta: richiede equilibrio, concentrazione e una buona dose di emancipazione mentale.
Ma alla fine, anche se stanchi e un po’ scombussolati, se ne esce sempre con qualche storiella da raccontare a casa, un po’ romanzata, un po’ incazzata e la consapevolezza di aver superato un nuovo giorno, ogni giorno, con una risata amara oppure dolce… se ci metti 5 cucchiaini di zucchero.

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