DONNE E REDDITO: IL GAP SALARIALE CON GLI UOMINI
— di Ivana Quartarone —
Il divario salariale tra uomini e donne in Italia è un problema radicato e persistente, che continua a riflettersi nelle opportunità economiche e nelle condizioni di vita delle donne. Nonostante le lotte per la parità di genere e i progressi compiuti in alcune aree, le donne – soprattutto quelle italiane – affrontano ancora una significativa disuguaglianza economica rispetto agli uomini. Questo gap è un fenomeno che si manifesta in molti aspetti della vita lavorativa e sociale.
Secondo un’analisi condotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore insieme a Banca Widiba, emerge un dato allarmante: il 29,4% delle donne non ha alcuna fonte di reddito, rispetto al 12,1% degli uomini. Questo dato evidenzia un problema strutturale, che non riguarda solo la parità salariale, ma anche l’accesso delle donne al mondo del lavoro e alle risorse economiche. Un ulteriore aspetto che rafforza questa disuguaglianza è che solo l’8% del campione totale ha dichiarato di avere una fonte integrativa di reddito, e di questa piccola percentuale, il 10,4% è rappresentato da uomini, mentre solo il 5,2% da donne.
Un altro fattore che contribuisce al gap salariale è il numero sproporzionato di donne impiegate in lavori part-time o precari. Secondo l’Istat, più del 32% delle donne occupate in Italia lavora a tempo parziale, contro solo il 9,4% delle figure maschili. Questo tipo di impiego è spesso una scelta forzata, dovuta alla difficoltà di conciliare lavoro e vita familiare. La scarsa disponibilità di servizi di cura per l’infanzia e gli anziani, insieme a politiche di conciliazione lavoro-famiglia insufficienti, costringe molte donne a ridurre le ore lavorative, con un impatto diretto sul loro reddito.
L’accesso al lavoro e le pensioni
Oltre al gap salariale durante la vita lavorativa, le donne sono anche svantaggiate dal punto di vista previdenziale. Avendo spesso carriere discontinue o lavori a tempo parziale, le donne accumulano meno contributi previdenziali rispetto agli uomini, il che porta a pensioni inferiori. Le stime mostrano che le pensioni delle donne sono in media inferiori di circa il 27% rispetto a quelle degli uomini.
Le disuguaglianze, inoltre, si estendono fino al termine della carriera lavorativa, con un impatto negativo sulle pensioni delle donne, aggravando ulteriormente il quadro complessivo. Alla luce delle varie difficoltà a cui vanno incontro, emerge l’esistenza di una barriera strutturale che penalizza le donne in ogni fase della loro vita lavorativa. Affrontare questo problema richiede un cambiamento radicale nelle politiche economiche e sociali, con una maggiore attenzione alla promozione dell’accesso al lavoro per le donne e alla riduzione delle disparità retributive.