La route 66 USA. La mitica “Coast to coast” ma … nel 2034. Appena 10 anni da adesso

Pubblichiamo con piacere questo gustoso pezzo “futuribile” uscito pochi giorni fa sul profilo Facebook di Fabrizio Paladini.
 68 anni, giornalista per 42 anni, di cui 20 al Messaggero, fondatore e direttore di Metro primo quotidiano gratuito, 10 anni a Panorama. Ora in pensione, scrive libri e cura una piccola casa editrice (CONG) che gestisce tutta l’opera artistica di Hugo Pratt.

Novembre 2034, di ritorno dagli Stati Uniti

Sono appena tornato da un viaggio lungo un mese negli Stati Uniti. Ho fatto, ormai in tarda età, la mitica “Coast to coast” . Ne avevo sentito parlare in età preistorica dai fratelli dei miei amici e poi da loro stessi, imbottiti dei vari Jack Kerouac e Allen Ginsberg, di Easy Rider e Peter Fonda, di Bob Dylan e Neil Young. Ci avevo pensato tante volte ma poi, un po’ il budget, e poi – quando c’erano i soldi – c’era il lavoro e non avevo il tempo, e i figli piccoli. Insomma, ho sempre rimandato.

Ma adesso ce l’ho fatta.

I Like, capitale di Facebook

Sono partito da I Like, capitale di Facebook, lo stato più vicino a noi. Nella grande città c’ero già stato tante volte – una volta si chiamava New York ma, ripeto, è roba antica. Facebook è uno Stato aperto, tollerante, dove puoi perfino incontrare gente di etnia diversa (c’è perfino qualche messicano, anche se dall’atteggiamento un po’ furtivo) e ti consentono – una volta al mese e in non più di 15 persone – di manifestare contro la guerra e contro l’aumento dei prezzi.

Il mid-west e gli Stati federati di Exxon, Trip Adivisor, Netflix …

Con un grande caravan mi sono messo sulla strada e nel corso del tempo ho attraversato diversi stati: il prospero Exxon, il gaudente Trip Advisor, il visionario Netflix, il piccolo ma efficiente Uber, il pittoresco Adobe. Poi, al di là di una catena montuosa che si chiama sempre Rocky Mountain c’era il piccolo ma divertente Only Fans anche se per me c’era ormai poco da fare ma molto da osservare perché le attrazioni sono per ragazzi più giovani.
Google mi ha accolto all’alba con grande ospitalità. Devo dire che lì le mappe stradali funzionano davvero e anche la posta. Ho ancora attraversato AT&T, IBM, Morgan Stanley, Boeing con alti e bassi.

Nell’Amazon ho trovato di tutto

Ma è stato proprio nell’Amazon che ho trovato di tutto: non ci crederete ma sembrava un emporio infinito. C’erano perfino delle zone (recintate) dove stavano i discendenti dei vecchi rivoluzionari. Le chiamano “riserve” e ce n’è una con i musicisti (degli artisti che una volta suonavano degli antichi strumenti a corda, a fiato o a percussione e perfino cantavano. Sono lì un po’ spenti, coltivano una vecchia erba magica e hanno aperto un casinò . Ce n’è un’altra (con recinti un po’ più alti) dove hanno messo gli scrittori e i poeti. Si può entrare a fare visita e puoi assistere se sei fortunato a un reading di poesie (è una antica tradizione dei secoli scorsi) che venne replicata con successo anche in Italia sulla spiaggia di Castelporziano molti decenni fa. Poi ce n’è una con gli Indiani (o Nativi) ma nessuno mi ha saputo spiegare chi sono.

La West Coast

Sulla costa ovest, che una volta chiamavamo West Coast, ci sono due Stati molto grandi e molto importanti che hanno una linea politica un po’ diversa dalla maggior parte, un po’ come avviene nel Facebook. Si chiamano Microsoft e Apple. Sono molto ricchi e tendono ad appoggiare le aziende di opposizione che però sono sempre meno. C’è un buon clima, si fa il bagno, sulle spiagge ci sono le palme (non sempre di plastica). Le ragazze sono bellissime e sono quasi tutte impiegate nella comunicazione come “influencer” (ma per avvicinarle devi avere dai 100mila follower in su).
La capitale di Apple si chiama I-Phone ed è molto antica, ci sono addirittura palazzi di 100 anni fa. Al suo ingresso campeggia una scritta enorme che dice “Stay hungry, stay foolish” anche se di fame e di pazzia ne ho vista poca. Ho preso l’aereo per tornare a Roma da Windows, capitale di Microsoft, perché costava meno.

La capitale degli Stati Uniti, Tesla

La prossima volta vorrei andare al Sud e visitare la capitale degli Stati Uniti, Tesla, ma ad oggi è molto complicato perché il presidente Musk (ormai al terzo mandato) ha messo dei vincoli ai visitatori ed è necessario un visto speciale. Tra le domande a cui rispondere ce ne sono alcune come: “Ha mai pensato con la testa sua, formandosi opinioni proprie?” Oppure: “Ha mai lavorato per società che avevano a che fare con la scrittura, l’arte, la fantasia?”.
Ho paura a scrivere il falso. Mi sa che non ci vado.

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