Tra USA ed Europa c’è un abisso di performance
— di Francesco Megna —
Negli USA, dopo un novembre scoppiettante anche questo mese è iniziato con la direzione giusta per l’azionario dove l’indice S&P 500 ha marcato l’ennesimo record (il 54mo) annuo. Dal 1° Gennaio la crescita è del 27,25%, al di sotto del Nasdaq (+32%) , anch’esso ai massimi di sempre.
La politica di spesa
USA – Europa. La consistente politica di spesa è suonata come musica per le orecchie dei mercati azionari Usa, soprattutto per il comparto delle PMI, visto il proposito dei rimpatri della produzione. Decisamente opposto l’impatto sui mercati UE, soprattutto per effetto dei dazi che il Presidente USA imporrebbe sulle importazioni, soprattutto per quelle dalla Cina. I titoli del comparto finanziario e industriale sono inoltre destinati a beneficiare di una crescita del Prodotto Interno Lordo più elevata grazie agli stimoli destinati al mercato interno, come per esempio i tagli alle imposte.
USA – Europa
Tra i due continenti c’è un abisso di performance: mentre Wall Street è vicina al +30%, l’Eurostoxx50 mette a segno uno striminzito +8% (Parigi registra addirittura una performance negativa – 3%). Ma quando si cresce velocemente ci sono anche ostacoli da affrontare. Dati statistici perlopiù che comunque invitano alla prudenza. Per esempio l’anno successivo in cui l’indice S&P 500 ha battuto almeno 50 volte il proprio record, mediamente la borsa ha perso il 3% circa. Ciononostante non è detto che il 2025 chiuderà necessariamente in rosso per la borsa a stella e strisce.
Wall Street
L’alert è che il prossimo anno Wall Street dovrà affrontare quella legge di mercato che prevede il ritorno alla normalità delle quotazioni dopo l’esuberanza. Per quanto ovvio, è particolarmente difficile individuare un eccesso di mercato. Ad oggi per esempio il multiplo prezzo-utili vede le azioni USA stimare 22 volte gli utili attesi nel prossimo anno e quando anni fa scoppiò la bolla Internet sui mercati finanziari questo valore aumentò sino a 25 volte.
Le stime sugli utili
Chiaramente molto dipenderà da come si svilupperanno le stime sugli utili (recentemente al rialzo). Più crescono gli utili attesi più il paniere dei titoli americani risulta proporzionalmente meno caro. Ricordiamoci poi che quasi tutti i gestori sono posizionati al rialzo, proprio come poco prima della pandemia. Molto comunque dipenderà dalle risorse finanziarie in circolazione (in crescita) dai dati sul lavoro (il mercato è molto sensibile al comparto) e dall’abilità di Trump di attuare il proprio programma senza riaccendere l’inflazione. Un’analisi più accurata rivela come i rendimenti stellari dell’azionario USA sono stati influenzati da due tematiche principali: l’affermazione dell’IA e le buone performance dei titoli ciclici sensibili al ribasso dei tassi di interesse. Nel prossimo anno queste tematiche potrebbero venir meno anche se un mix di utili elevati e tassi bassi potrebbero determinare uno scenario ancora favorevole al mercato azionario.