Portnoy’s Complaint. Il romanzo che scosse l’America puritana ripubblicato da Adelphi

La casa editrice Adelphi ripubblica con il titolo semplicemente “Portnoy” il romanzo che, nel 1969, diede fama immediata al giovane scrittore americano Philip Roth, allora poco più che trentenne. Uscito originariamente come Portnoy’s Complaint, il libro fece scandalo per il suo contenuto esplicito sul piano sessuale, in un’America ancora segnata dal puritanesimo e alle soglie della rivoluzione culturale degli anni Settanta.

Questa nuova edizione, curata da Matteo Codignola, arricchisce il testo con un breve saggio dal titolo Hello Darkness, che offre al lettore un inquadramento critico prezioso: spiega le intenzioni dell’autore, la forza satirica del romanzo e il dibattito acceso che ne seguì. Polemiche letterarie, accuse di oscenità e discussioni sull’identità ebraica si intrecciarono a un successo editoriale senza precedenti, che consacrò Roth come uno degli scrittori più controversi e influenti della seconda metà del Novecento.

Quando Philip Roth pubblicò Portnoy’s Complaint nel 1969, non fu accolto solo come un’opera letteraria, ma come una vera e propria bomba culturale. Il romanzo divenne un caso internazionale perché per la prima volta un autore statunitense descriveva con ironia corrosiva e linguaggio diretto la vita sessuale di un giovane uomo, senza filtri né pudori.

La trama e i temi scandalosi

Il libro è strutturato come un lungo monologo-confessione che il protagonista, Alexander Portnoy, rivolge al suo psicanalista. La sua voce è un fiume in piena che intreccia desiderio sessuale ossessivo, autoerotismo compulsivo, fantasie erotiche e un profondo senso di colpa legato alle proprie radici ebraiche e familiari.

Gli episodi più discussi riguardavano la masturbazione descritta in maniera esplicita e ripetuta, simbolo di un’ossessione che diventa tormento; il conflitto tra il desiderio di libertà e la repressione imposta dall’educazione religiosa e dalla figura materna soffocante; i rapporti con diverse partner, sempre narrati con un mix di comicità e disperazione.

La critica americana e internazionale reagì con atteggiamenti di netta distanza dai contenuti del romanzo, ma tutte le recensioni in realtà riportavano imbarazzanti apprezzamenti e ammissioni di un certo interesse. In Gran Bretagna, alcuni parlamentari arrivarono a chiedere la censura del libro per oscenità.

Riletto oggi, Portnoy non colpisce più tanto per la sua carica scandalosa, che appartiene al contesto culturale degli anni Sessanta, ma per la sua forza narrativa e satirica. Roth riesce a trasformare il conflitto tra desiderio e colpa, libertà individuale e vincoli familiari, in una riflessione universale sull’identità e sulla difficoltà di crescere in una società che pretende conformismo. È un romanzo che parla di ossessioni private ma racconta, al tempo stesso, un’epoca di svolta: l’irruzione della modernità nei rapporti tra corpo, religione e potere culturale. Per questo, al di là dello scandalo, Portnoy resta un classico contemporaneo, capace di interrogare ancora i lettori di oggi con la stessa forza corrosiva di allora.

L’impatto culturale

Roth fu accusato da parte della comunità ebraica americana di aver diffuso un’immagine caricaturale e grottesca dell’ebraismo, legato a repressione e nevrosi. Allo stesso tempo, molti giovani lettori riconobbero in Alexander Portnoy un alter ego autentico, capace di dare voce a tabù mai espressi così apertamente.

Il romanzo vendette oltre 400.000 copie in pochi mesi, diventando un bestseller e segnando l’ingresso di Roth nella storia della letteratura contemporanea.

Perché ancora oggi conta

Oltre al contenuto sessuale, Portnoy’s Complaint resta fondamentale perché ha svelato la tensione tra corpo e identità, tra desiderio e colpa, tra individuo e comunità. È la satira di un’America che stava cambiando, alle porte della rivoluzione sessuale, ma ancora radicata in schemi puritani.

In questo senso, il romanzo di Roth non è solo una provocazione letteraria, ma una delle chiavi di lettura della trasformazione culturale degli anni Sessanta.

Le recensioni di Portnoy’s Complaint nel 1969

  • The New York Times: definì il romanzo «indecente ma irresistibile», sottolineando come Roth avesse trasformato la nevrosi sessuale in un linguaggio letterario originale e satirico.

  • Time Magazine: parlò di un testo “ossessivamente sessuale”, ma riconobbe la sua forza come satira sociale dell’America ebraica e middle-class.

  • The Guardian: lo descrisse come «una confessione sconvolgente e irresistibilmente comica», pur avvertendo i lettori più tradizionalisti sul contenuto “scandaloso”.

  • Jewish Review of Books (commenti successivi negli anni Settanta): criticò Roth per aver “ridicolizzato l’identità ebraica”, trasformandola in caricatura.

  • Le Monde: in Francia lo definì «il romanzo che ha liberato la psicanalisi e la sessualità dalla rispettabilità borghese».

  • Critici accademici americani: alcuni lo considerarono un passo avanti nella “letteratura della liberazione sessuale”, mentre altri parlarono di pornografia mascherata da satira.

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