La crisi potenzia il cambiamento dirompente dell’economia

In occasione del 39° Secular Forum annuale, il primo integralmente virtuale nella storia di PIMCO, professionisti degli investimenti di tutto il mondo si sono ritrovati in videoconferenza per discutere delle prospettive post-pandemia per l’economia, la politica, le politiche e i mercati finanziari mondiali sull’orizzonte dei prossimi 3-5 anni 

I QUATTRO FATTORI DI CAMBIAMENTO DIROMPENTE DI LUNGO PERIODO

In base ai potenziali fattori di cambiamento dirompente, gli esperti di PIMCO giungono alla conclusione che diverse delle tendenze che avevano precedentemente individuato come dirompenti probabilmente diverranno ancora più pronunciate nel nostro orizzonte secolare.

La Cina

L’ascesa della Cina come potenza economica che scompagina i paesi produttori a maggior valore aggiunto e mette in discussione il consolidato ordine geopolitico mondiale dominato dagli Stati Uniti verosimilmente sarà accelerata dalla sua ripresa precoce e più robusta del previsto dalla crisi del COVID e dal suo rafforzato impegno sul piano strategico “Made in China 2025” recentemente ridenominato “strategia a doppia circolazione”, incentrato sulla riduzione della sua dipendenza dalle tecnologie e dai mercati mondiali pur mantenendosi aperta ai mercati internazionali.

Il populismo

Il populismo e i suoi stretti congiunti, ossia il protezionismo e il nazionalismo, usciranno verosimilmente rafforzati dalla recessione innescata dalla pandemia e dai suoi effetti di aumento delle disuguaglianze in vari ambiti, anch’essi punti salienti nel nostro dibattito. A fronte di tale contesto, PIMCO valutava l’ipotesi che il populismo a livello mondiale abbia ormai raggiunto il suo apice, ma ora giunge alla conclusione che così non sia.

I rischi correlati al clima 

I rischi correlati al clima e le relative conseguenze per le vite umane e l’attività economica sono divenuti ancor più evidenti e acuti quest’anno, focalizzando l’attenzione sull’accresciuta probabilità di eventi ambientali catastrofici. A parte questi rischi fisici, i rischi associati al passaggio a un’economia più green sono oggetto di crescente attenzione da parte delle autorità, delle imprese e degli investitori, come evidenziato tra l’altro da Mark Carney, che da poco è entrato a far parte del Global Advisory Board PIMCO ed è stato uno dei relatori invitati al forum. Riguardo al clima, Carney ha parlato di rischio di un “momento di Minsky” (ossia di un crollo dei prezzi degli attivi; espressione coniata da Paul McCulley, ex capo economista di PIMCO).

Inoltre, come già sottolineato lo scorso anno, gli investitori dovranno tenere conto delle ulteriori risposte dei governi al rischio climatico e ad altri rischi ambientali sotto forma di regolamentazione, requisiti di informativa aziendale, carbon tax e investimenti pubblici, compreso l’esplicito orientamento ‘green’ del nuovo consistente Recovery Fund dell’UE.

Tutti questi sono temi mainstream attualmente e, a seconda delle scelte politiche, verosimilmente influenzeranno la politica di bilancio, le decisioni del settore privato, i flussi dei capitali e i prezzi degli attivi nel nostro orizzonte secolare. Considerati i numerosi vincitori e perdenti che ne conseguiranno fra le imprese, questi trend richiedono un approccio attivo di gestione del rischio di credito e di default.

La tecnologia

La crisi del COVID-19 ha potenziato anche la forza dirompente della tecnologia, nei suoi aspetti sia benefici che scompaginanti. Al venir meno della pandemia, le modalità di lavoro e di consumo probabilmente torneranno in qualche misura ai livelli pre-crisi ma l’ulteriore valore economico acquisito durante la crisi dalle società tecnologiche nuove e consolidate ne accrescerà ancor di più il vigore dirompente. La capacità di saper distinguere fra i vincitori e i perdenti che emergeranno dal processo di digitalizzazione sarà un’importante fonte di alfa per gli investitori attivi nell’orizzonte secolare.

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