«Immaginate una spiaggia, con voi inclusi, o meglio, mentre la osservate dall’alto – il sole cocente, creme solari e costumi da bagno vivaci, palme e gambe sudate. Il ritmo musicale delle onde sui frangenti, un suono rassicurante (su questa particolare spiaggia, non altrove). Il fruscio delle buste di plastica che volteggiano nell’aria, il loro galleggiare silenziose, come meduse, sotto il pelo dell’acqua. Il rombo di un vulcano, o di un aereo, o di un motoscafo» racconta Lucia Pietroiusti, la curatrice di Sun&Sea, l’installazione performativa firmata dalle tre artiste lituane Lina Lapelyte, Vaiva Grainyte e Rugile Barzdziukaite, vincitrice della 58ma Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia.
Fino al 4 luglio, sarà ospite del Teatro Argentina di Roma, in uno scenario davvero insolito. Si potrà “andare al mare”, andando a teatro. Sun&Sea è una spiaggia artificiale formata da luci, architetture e musica che riflette l’urgenza di un cambiamento climatico.
Turisti e turiste in costumi colorati sono stesi gli uni accanto alle altre sulla sabbia, mentre il pubblico osserva dall’alto, all’altezza del sole: nel caldo estremo di un eterno mezzogiorno, i personaggi iniziano a raccontare le proprie storie. Si tratta di micronarrazioni frivole che cedono il passo ad argomenti più complessi, che crescono fino a diventare una sinfonia globale, un coro umano che gradualmente diventa consapevole del cambiamento climatico antropogenico su scala planetaria.
Sun&Sea si preoccupa di cosa accade quando noi, specie umana, continuiamo sistematicamente a non riconoscere le minacce e le urgenze di cui siamo causa, se non quando i loro effetti, distribuiti in modo diseguale sul pianeta, non appaiono direttamente davanti ai nostri occhi.
Per saperne di più visita il sito ufficiale del Teatro Argentina di Roma: www.teatrodiroma.net/doc/7157/sun-sea.