Carola Salvato al ReWriters Fest. La riscrittura attraverso la cultura delle donne

Carola Salvato al ReWriters Fest –  Tavola Rotonda “La riscrittura attraverso la cultura delle donne, i nuovi femminismi e il pensiero divergente” (a cura del filosofo femminista Lorenzo Gasparrini)

di Elena Capperoni  — Nel cuore di Roma, nella sede WEGIL (Palazzo dell’Arch. Luigi Morelli 1933 dalle linee razionaliste slanciate nel Rione Trastevere), con il Patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio e di Roma Municipio I Centro, si è svolta la prima edizione del ReWriters fest.

ReWriters

ReWriters è un movimento di attivist*/artist*/creativ*/musicist*/scrittor* dal pensiero laico, divergente, creativo, laterale che vuole proporre un nuovo immaginario culturale, di cui inclusione, ascolto, dialogo sono le fondamenta. https://rewriters.it/manifesto/

Tavole Rotonde, Eventi, Mostre hanno dato vita a questo Festival che vuole RiScrivere il racconto della contemporaneità per costruire nuovi paradigmi che possano orientare le prossime generazioni nello sviluppare buone pratiche.

Carola Salvato al ReWriters Fest

La Tavola Rotonda “di sabato ha visto gli interventi di:

Paola Di Nicola (Giudice, premiata più volte per l’impegno contro la violenza sulle donne e gli stereotipi di genere); Lella Palladino (Sociologa, esperta in tematiche di genere, impegnata nella prevenzione e il contrasto della violenza maschile contro le donne, founder della Cooperativa E.V.A.); Cristiana Meloni, (Architetta e inventrice, founder di LABO Architects&Inventors, blogger esperta sulle donne inventrici); Rita Petruccioli, (Illustratrice – Bao Publishing, Laterza Treccani – e femminista); Nadia Somma, (Giornalista e Consigliera nazionale D.i.Re – Donne in rete contro la violenza); Cristina Leo (Assessora alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Municipio VII a Roma, prima assessora trans d’Italia)

e di Carola Salvato (Founder e Presidente di GWPR, Global Women in PR Italia).

Narrare il “femminile”

Da questa Tavola rotonda è emerso il bisogno di narrare il “femminile” in maniera differente, in maniera indipendente dagli stereotipi di genere. Di dare consapevolezza riguardo alle figure positive femminili (appositamente taciute o sminuite dal racconto storico). Di eliminare i gap socio-economici tra generi.

Carola Salvato al ReWriters Fest, intervista video

Dagli interventi di Carola Salvato si legge la forte necessità di inclusione, di reciprocità e di rispetto della diversità; di equanimità non di uguaglianza (proprio per rispettare tutte le diversità); di autodeterminazione e riconciliazione con tutte le parti del sé.

Qui il lnk al video della sua intervista

Carola Salvato ha sottolineato come l’empatia sia fondamentale (non perché si siano raggiunti già certi diritti si rimane insensibili quando questi stessi vengono tolti a qualcun altro) anche per trovare punti di equilibrio tra pensieri diversi attraverso nuove consapevolezze… e una necessità di informare, comunicare, attraverso spazi in contro-tendenza dove affrontare il tema in maniera inclusiva, rispettosa, ampia e attraverso linguaggi differenti…

esattamente come il ReWriter Fest ha fatto!!!

Le declinazioni di genere

Di sicuro la lingua italiana non aiuta le declinazioni di genere: ad esempio molti termini (tra cui lavori o professioni) non hanno proprio il femminile o, declinati al femminile, sembrano essere “sminuiti” da una “-ina” finale…

Un esempio lampante?

Il femminile di “eroe”, (sarà un caso?) è “eroina”, cioè piccolo eroe femmina… sminuita rispetto al grande eroe maschio… (come ci ha fatto notare la Giudice Di Nicola)…

Spontaneo contributo di Elena Capperoni, autrice di questo articolo: “Allora dobbiamo fare in modo che il racconto sia differente, più consapevole e usi termini alternativi (con radice diversa dal termine maschile) o creare neologismi che rendano giustizia (anche senza scomodare l’Accademia Della Crusca): che ne dite di “eroessa”, che invece suona come “forte e coraggiosa come una leonessa”? Oppure semplicemente un “apostrofo rosa”: “un’eroe” per determinare il genere non maschile. (Forse questa l’approverebbe anche L’Accademia Della Crusca?!)”

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