Il riconoscimento facciale di Facebook: un addio o un arrivederci?

Facebook dice addio al riconoscimento facciale: una svolta epocale nell’utilizzo del social network, o almeno così sembrerebbe.

Le origini del riconoscimento facciale

Andiamo con ordine. Facebook sviluppa il proprio software di riconoscimento facciale degli utenti nel lontano 2010, ed il motivo alla base era molto semplice: velocizzare il processo di ‘tag’ delle persone nelle varie foto.

Bisogna considerare che undici anni fa di privacy non si sentiva nemmeno parlare, e si utilizzavano i social network con la leggerezza di chi non aveva ancora ben compreso l’enorme potenzialità di queste piattaforme, considerandoli niente di più di un innocuo passatempo.

È così che adesso Facebook, pardon!, Meta, si è ritrovata tra le mani un database sconfinato nel quale ha raccolto, negli anni, centinaia di milioni di volti.

I motivi

Ma quali sono le ragioni alla base di questo dietro-front? Sul comunicato ufficiale della società si legge che “anche nei molti casi in cui il riconoscimento facciale può essere utile, bisogna confrontarsi con le crescenti preoccupazioni della società sull’uso della tecnologia stessa”. E così tutti gli utenti che hanno in passato acconsentito all’utilizzo di tale strumento (che dal 2019, infatti, è diventato soggetto ad una specifica approvazione), da oggi non saranno più riconosciuti automaticamente, e tutti i dati relativi saranno cancellati.

Il passaggio da Facebook a Meta sembra quindi orientato verso un approccio più cauto. Che Facebook sia da sempre al centro di scandali e controversie in merito alla privacy degli utenti è un dato di fatto: partendo dal noto caso di cronaca con Cambridge Analytica, passando per le numerose e corpose sanzioni comminate nel corso degli anni, fino ad arrivare alle scottanti dichiarazioni di Frances Haugen in merito alle politiche del colosso di Zuckerberg discusse dinnanzi al Parlamento europeo che stanno facendo scalpore in questi giorni.

Tutti fattori che, considerati nel loro insieme, lasciano pensare che con Meta si sia voluto ripartire da zero.

Una scelta che non sembra definitiva

A ben vedere, però, leggendo tra le righe del comunicato sembrerebbe che Meta sia intenzionata ad eliminare il software di riconoscimento facciale solo da Facebook inteso come social network, e non da tutte le altre piattaforme facenti parte del gruppo societario, ritenendo che si tratti di uno strumento potente (e su questo non c’è alcun dubbio) e che, pertanto, si continuerà a lavorare sullo sviluppo di queste tecnologie. D’altronde, Meta non può certamente farsi sorpassare dai propri concorrenti nel progresso delle varie app: si pensi banalmente che Meta possiede un’intera piattaforma di filtri per le “Instagram Stories” che, ovviamente, funziona solo grazie al riconoscimento facciale.

 

Probabilmente, anche in virtù della confusione data dal rebranding da Facebook a Meta, la notizia è sembrata a tutti più rivoluzionaria di quanto non sia effettivamente. Toccherà adesso verificare se Zuckerberg si manterrà su questa linea se e quando Meta farà rientrare, a tutti gli effetti, il riconoscimento facciale tra i propri strumenti aziendali.

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