Inflazione, una brutta bestia. Si profila un 2022 difficile

Inflazione. L’ultimo il bollettino economico della BCE, Banca Centrale Europea, è molto chiaro. “L’inflazione ha continuato a rivelarsi superiore alle attese per via dei costi dell’energia inaspettatamente elevati e i rincari sono inoltre divenuti più generalizzati”.

La crescita dei prezzi

Lo scenario di base delineato dagli esperti comunica una significativa revisione al rialzo. In generale l’attesa di una crescita dei prezzi al ritmo del 5,1% nel 2022, del 2,1% nel 2023 e dell’1,9% nel 2024, valori notevolmente più elevati rispetto a quanto ci si potesse attendere lo scorso dicembre,

Certo, tutti sanno che l’improvvisa impennata dei costi energetici provocata dalla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina non può che portare allo sconvolgimento dei prezzi in generale, e infatti livelli di inflazione superiori rispetto alle proiezioni di dicembre sono stati previsti anche per tutti i comparti, al netto della componente energetica e alimentare, attesa al 2,6% nel 2022, all’1,8% nel 2023 e all’1,9% nel 2024. Quindi non è soltanto il comparto energia, concorrono anche agricoltura, soft commodities e industriali, oltre alla guerra in Ucraina, a rafforzare un trend già esistente. Infatti, dopo oltre dieci anni di inflazione bassa e stabile, già il 2021 aveva visto un significativo aumento dei prezzi al consumo.

Fonte: Refinitiv Datastream, 2 marzo 2022

Inoltre il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha dichiarato che si farà pagare dall’Occidente il gas in rubli invece che in dollari. Si tratta di una misura senza precedenti, il dollaro americano è la valuta finora utilizzata a livello globale per questo tipo di transazioni. In effetti la manovra ha il fine di rafforzare il rublo rispetto alle altre valute, il che significa in parole povere che l’energia manterrà per parecchio tempo i prezzi molto alti.

Previsioni più ottimistiche dal 2023

Secondo il bollettino economico della BCE l’inflazione si dovrebbe stabilizzare sull’obiettivo del 2% nel medio periodo. “Negli scenari alternativi sull’impatto economico e finanziario della guerra l’attività economica potrebbe essere rallentata in misura significativa da un maggiore incremento dei prezzi dell’energia e delle materie prime e da un più forte effetto frenante sugli scambi e sul clima di fiducia. L’inflazione potrebbe essere considerevolmente più elevata nel breve termine. Tuttavia, in tutti gli scenari, l’inflazione dovrebbe comunque diminuire progressivamente e collocarsi su livelli prossimi all’obiettivo di inflazione del 2% nel 2024″.

Cosa significa l’inflazione?

In sintesi si tratta dell’aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi, ovvero la diminuzione progressiva del potere di acquisto (cioè del valore) della moneta. Il fenomeno può avere molteplici cause, sia reali sia monetarie, e assumere definizioni differenti, da “strisciante” a fonte di un aumento modesto (inferiore al 10%), ma prolungato dei prezzi a “galoppante” quando siamo di fronte a un aumento rapido e irrefrenabile.

Ma l’inflazione non è solo l’aumento dei prezzi che l’Istat calcola, per l’Italia, su base mensile, in relazione a un paniere di beni e servizi. Non è solo il carovita. L’evoluzione dell’inflazione è un elemento fondamentale di ogni economia, un macro dato di riferimento per le scelte delle banche centrali che operano per incanalarne il percorso.

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