Si può insegnare l’educazione civica utilizzando un libro incentrato sull’arte? Come si fa a non rendere monotono lo studio della Costituzione? Quale contributo può dare un libro che prenda l’arte a pretesto per affrontare questioni legate all’etica, alla morale, al rispetto dell’altro?
Questo l’argomento su cui scrive Elio Cappuccio sul quotidiano “Domani”, proprio nella pagina dedicata all’arte.
Insegnare l’educazione civica
A suggerire all’autore di affrontare questo tema è la recente pubblicazione di un libro scolastico intitolato Sguardi / Percorsi di educazione civica per una cittadinanza consapevole, edito da Lattes e scritto da Luca Beatrice in collaborazione con Maria Federica Rinaldi.
Strumenti critici
L’obiettivo del libro di Luca Beatrice (nella foto) è offrire agli studenti e ai docenti strumenti critici per affrontare aspetti diversi dell’educazione civica attraverso il linguaggio dell’arte. L’insegnamento dell’educazione civica, prima affidato ai docenti di storia, è adesso esteso a tutte le discipline, con l’obiettivo di consentire agli studenti di accostarsi all’etica pubblica da diverse prospettive.
Le tematiche ambientali, per esempio, possono trovare una trattazione stimolante nell’incontro con Beuys. La sua “scultura sociale”, ricorda Elio Cappuccio nel suo articolo, identificava nell’arte uno strumento di educazione e di trasformazione sociale. L’approccio ecologico sull’ambiente ha portato Beuys a trattare temi legati alla salvaguardia della natura, in cui l’artista non vedeva una risorsa da sfruttare ma una dimora da custodire.
“Mi soffermo su Beuys – ma molti altri nomi si potrebbero fare” ci dice Demetrio Paparoni, critico d’arte, curatore e saggista, responsabile della sezione arte di Domani “perché è un esempio che ben si presta a far capire come l’arte possa essere d’aiuto ad affrontare didatticamente il tema della protezione dell’ambiente. Questi argomenti, che potrebbero sembrare inerenti esclusivamente alla sensibilità estetica o alla riflessione filosofica, sono del resto da qualche tempo al centro di un confronto in cui la voce della scienza è fortemente presente. Si pensi, solo per fare un esempio, a Ilya Prigogine, premio Nobel per la fisica, che nel suo libro ‘La nuova alleanza‘ auspica un’integrazione tra scienza e umanesimo”.
ph credits: Thimothy Greenfield-Sanders
Le leggi sul mondo dell’arte
Recentemente Demetrio Paparoni sulle pagine dello stesso quotidiano aveva sostenuto che, ferma restando la necessità di leggi che tutelino il nostro patrimonio artistico, quelle attualmente in vigore andrebbero riviste. “Che senso ha infatti vincolare un’opera di artisti ben rappresentati nei nostri musei e nelle nostre collezioni? Possiamo considerare un danno al nostro patrimonio il fatto che il MoMA di New York possieda dei capolavori di Boccioni?” dichiarava infatti. Isomma, tuteliamo il nostro patrimonio, assolutamente sì, ma guardiamoci anche intorno e non dimentichiamo di appartenere a una comunità che va oltre i nostri confini nazionali. E usiamo proattivamente l’arte in tanti altri momenti della nostra vita, dall’ottimizzazione del nostro tempo libero all’educazione delle giovani generazioni.
Quando Fëdor Dostoevskij nel 1869 portava a termine L’idiota, non poteva immaginare quali sorti attendevano un dialogo, peraltro fugace, che, estratto dal romanzo, avrebbe finito per rimbalzare ovunque: «Di che cosa avete parlato? È vero principe che una volta avete detto che la bellezza salverà il mondo?»