Balletto alla Scala, all’insegna della danza contemporanea

Balletto alla Scala — 

POKER D’ASSI CONTEMPORANEI IN SCALA

di Chiara Pedretti

Non solo tutù: finalmente una serata diversa al Teatro alla Scala, all’insegna della danza contemporanea, con quattro diverse coreografie di altrettanti splendidi autori.

Anima Animus

Apre la serata Anima Animus del coreografo inglese David Dawson. Classe 1972, con un passato da danzatore nelle migliori compagnie britanniche (Birmingham Royal Ballet, English National Ballet) e non solo (Dutch National Ballet, Ballet Frankfurt di William Forsythe), molto giovane decide di lasciare il palcoscenico per dedicarsi completamente alla composizione coreografica. Quello presentato in Scala è un autentico capolavoro: sulla bellissima musica di Ezio Bosso, titolo ripreso da una celebre frase di Jung, Anima Animus ha debuttato nel 2018 con il San Francisco Ballet. Veloce, articolato, elegante, in perfetto stile neoclassico, ossia movimenti contemporanei ma sulle punte, è un intreccio complicato per dieci elementi, quattro danzatori e sei danzatrici. Un viavai di coppie, solisti, gruppi, a volte non si sa chi guardare dal numero di momenti diversi che hanno luogo contemporaneamente sul palco. Due soliste, Martina Arduino ed Alice Mariani, entrambe prime ballerine della compagnia, tengono un po’ le redini del gioco: splendida la prima, un giunco di leggerezza e precisione, meno la seconda, non aiutata da una struttura fisica non adatta. Le due se la giocano con i quattro danzatori (Nicola Del Freo, Timofej Andrijashenko, Marco Agostino, Mattia Semperboni: tre primi ballerini ed un solista) in un susseguirsi di prese, equilibri, lifts e diagonali che, per quanto ripetuti più volte, sembrano sempre diversi. I bellissimi, per quanto semplici, costumi di Yumiko Takeshima completano l’opera.

Remanso

Segue Remanso di Nacho Duato, su musica del Chopin spagnolo, Enrique Granados. Valenciano di nascita ma britannico-belga-americano di formazione (Rambert School, Londra; Mudra School di Maurice Béjart, Bruxelles; Alvin Ailey American Dance Theatre, New York City), danza prima con il Cullberg Ballet e poi con il Nederlands Dans Theatre di Jiří Kylián, per dedicarsi poi alla coreografia come prima attività. Creativo molto prolifico, grazie anche alla sua posizione di Direttore di diverse compagnie d’eccellenza come Compañia Nacional de Danza di Madrid, Staatsopern di Berlino e Ballet Michajlovskij di Mosca, crea Remanso nel 1997 per l’American Ballet Theatre, per tre danzatori d’eccezione: Desmond Richardson, Parrish Maynard e Vladimir Malakhov. Il resto è silenzio… Qui viene ripreso con Nicola Del Freo, Mattia Semperboni e Roberto Bolle, anche se già presentato ad un Bolle And Friends. Coreografia abbastanza ordinaria, con alternanza fra i tre protagonisti che se la giocano con un pannello quadrato posto a centro scena: vi si nascondono, ci salgono sopra, lo usano come appoggio per sollevamenti ed appoggi. Bellissimi i giochi di braccia e mani tra fronte e retro. Un bel lavoro che ha messo in rilievo la bravura non solo del Roberto nazionale, ma anche degli altri due, che non hanno niente di meno, anzi: tutti e tre solo molto equilibrati, nonostante il pubblico tributi più applausi all’étoile piemontese; unico pezzo della serata con musica dal vivo, il fantastico pianoforte del maestro giapponese Takahiro Yoshikawa.

Solitude Sometimes

Ecco poi Solitude Sometimes del giovane Philippe Kratz, su musica di Thom Yorke e Radiohead. Nato in Germania nel 1985, formatosi in Canada e poi a Berlino, inizia la sua carriere nel Ballett Dortmund prima di entrare a far parte della nostra eccellenza nazionale, Aterballetto di Reggio Emilia, nel 2008, per cui crea diversi lavori. A Milano nel 2016 abbiamo visto L’Eco dell’Acqua ed #hybrid, nel 2017 Phoenix, tutti al Piccolo Teatro Strehler eseguiti da Aterballetto. Il lavoro qui presentato è quanto di più contemporaneo si possa immaginare: quattordici elementi fra danzatori e danzatrici vestiti tutti uguali da Francesco Casarotto in pantaloni e calzini, musica che più che musica è un collage di suoni astratti, proiezioni sul fondo. Il disegno coreografico è interessante ma non sicuramente il suo lavoro migliore: spesso ripetitivo e con momenti di stallo. A completare il tutto, molte parti soliste sono state assegnante a danzatori spiccatamente classici, che con questo stile fanno una fatica immensa, e si vede. Ad ognuno il suo: se si è cigni dentro, è difficile rendere bene sul contemporaneo. Con la quantità di danzatori di diversa formazione che la compagnia scaligera vanta, a volte è difficile capire le scelte dei ruoli, come se si fosse obbligati a far danzare per forza alcuni, anche se proprio non è il loro. Uno fra i pochi degno di nota è Navrin Turnbull, uno dei sette solisti in organico, che è davvero pazzesco: con l’aspetto fisico del Principe Azzurro delle fiabe, biondo con gli occhi chiari, è nato per questo stile, perfetto, bellissimo e magnetico.

Bella Figura

La conclusione è spettacolare, un cult: Bella Figura, creazione del grande Jiří Kylián del 1995, che ha già visto il suo debutto in Scala nel 2009. Con un susseguirsi di brani musicali di autori diversi, il geniale coreografo ceco crea un intreccio di assoli, passi a due, parti di gruppo, per cinque danzatrici e quattro danzatori in stile puramente contemporaneo; a detta dello stesso Kylián, uno studio sulla bellezza, sull’estetica: onestamente non troppo comprensibile ad una prima vista senza saperlo, ma coreograficamente molto interessante. Costumi sul rosso vivo di Joke Vesser, gioco di quinte e luci, tipico di Kylián, i danzatori sono già in scena mentre il pubblico ancora sta prendendo posto, a sipario aperto, come se si stessero riscaldando. I coreutici scaligeri ne escono abbastanza bene in questo caso perché molti degli elementi in scena sono fra quelli abituati alla danza contemporanea, ma le note stonate ci sono anche qui, e anche qui su parti soliste. Réddite quae sunt Caésaris Caésari, ed a chi sa fare contemporaneo il contemporaneo.

Teatro Alla Scala
Piazza della Scala, Milano
Dal 2 al 9 Febbraio 2023
Biglietti da EUR 22,00 a EUR 152,00
www.teatroallascala.org

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