Unieuro: sanzione milionaria comminata dall’Antitrust

Con il Provvedimento n. 30421/2022 l’Antitrust – l’Autorità a tutela della concorrenza sui mercati economici – a dicembre 2022 ha sanzionato Unieuro e la sua controllata Monclick rispettivamente per 3 e 1.2 milioni di euro, a causa della violazione della delibera n. 29937 del dicembre 2021, nella quale erano state censurate diverse condotte commerciali scorrette realizzate dalle due società nei confronti dei consumatori.

La prima delibera

Nel gennaio 2021 l’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Unieuro e di Monclick in seguito ad alcune segnalazioni pervenute a partire dal mese di giugno 2019 che lamentavano, tra le altre cose, la ritardata o mancata consegna di prodotti acquistati (e pagati) sul sito internet delle due aziende, il blocco del corrispettivo sul metodo di pagamento scelto, l’annullamento unilaterale degli ordini, la difficoltà nell’esercitare il diritto di recesso e l’inadeguata assistenza da parte dei call center. E pensare che la campagna pubblicitaria di Unieuro era contraddistinta dal claim “NOI CI SIAMO”…

I profili eccepibili riguardavano tanto la fase di pre-vendita quanto quella di post-vendita.

La fase di pre-vendita…

Innanzitutto, rileva sottolineare che la procedura di acquisto sui siti della società era strutturata secondo un meccanismo di “proposta di acquisto formulata dal cliente e successiva accettazione da parte di Uniero”. Tuttavia, l’addebito veniva realizzato al momento della disposizione del pagamento, prima di aver verificato l’effettiva disponibilità del bene, con la conseguenza che il consumatore si ritrovava sin da subito l’importo “congelato”. Da ciò derivava l’ingente numero di cancellazioni degli ordini, proprio dovuto al fatto che, sebbene un prodotto risultasse disponibile sul sito, non era certa l’effettiva presenza in magazzino. A ciò si aggiunga, come se non basasse, una notevole dilatazione dei tempi di consegna rispetto a quelli indicati nelle clausole generali di vendita disponibili online.

Inoltre, l’Autorità appurava che Monclick operasse con la tecnica del “dropshipping”: un modello di vendita grazie al quale il venditore vende un prodotto ad un utente finale senza possederlo materialmente nel proprio magazzino, ma affidando a terzi lo stoccaggio e la spedizione della merce. Una pratica di per sé lecita, che però dev’essere comunicata al consumatore in maniera trasparente.

…e quella successiva

Quanto alla fase di post-vendita, invece, come si anticipava l’Antitrust rilevava le difficoltà da parte degli utenti nel recepimento delle informazioni relative al tracking e nell’esercizio del diritto di recesso, oltre ad una generale inadeguatezza del servizio clienti.

Il risultato? L’Autorità ha diffidato le società nel proseguire nell’attività adottando tali comportamenti e ha comminato una sanzione da 4 milioni di Euro per Uniero e da 300 mila per Monclick.

Il secondo provvedimento

Nella speranza di aver rimediato alle (molte) carenze, a febbraio 2022 le due società hanno informato l’Antitrust delle iniziative intraprese che a quanto pare, però, non sono state ritenute sufficienti. Infatti, l’Autorità, in seguito ad approfondimenti ulteriori, ha rilevato come Monclick continuasse ad indicare disponibilità di prodotti non attendibile, senza peraltro fare menzione della questione del dropshipping, e come entrambe le società fornissero tempi di consegna non veritieri e perseverassero nel blocco dell’importo prima dell’effettiva conclusione del contratto.

I tentativi delle società

A nulla sono serviti gli ennesimi tentativi delle società di “ripulirsi”: sebbene Monclick abbia esplicitato le condizioni del proprio schema di vendita e Unieuro abbia chiarito le modalità di pagamento e il perfezionamento del contratto, l’Antitrust ha comunque ritenuto ci fossero gli estremi per comminare un’ulteriore sanzione, che ha tenuto conto della gravità della violazione, dell’impegno posto in essere dalle due società per rimuovere i profili di irregolarità emersi e delle relative dimensioni economiche.

Si dice che non c’è due senza tre… Sarà il caso di Unieuro?

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