di Luisa Melzi d’Eril
Filippo Brunelleschi è ricordato come il padre del Rinascimento, almeno in architettura. Colui che ha aperto le porte alla prospettiva, ha sfidato le leggi della gravità costruendo la volta in muratura più grande del mondo: la Cupola di Santa Maria del Fiore. Insomma, un genio indiscusso e assoluto. Ma per l’occhio dei suoi contemporanei non è stato subito così indiscusso e così assoluto. Un altro gareggiava contro di lui nella corsa verso l’immortalità: Lorenzo Ghiberti.
DUE ESORDI PROMETTENTI:
I giovani Filippo e Lorenzo sono quasi coetanei, entrambi apprendisti in botteghe orafe, vivono nella stessa Firenze vivace e ricca d’ingegni; eppure il modo di concepire l’arte non potrebbe essere più diverso: uno strizza l’occhio alla tradizione gotica, l’altro apre lo sguardo verso l’innovazione.
Nel 1401 l’Arte di Calimàla o (dei Mercatanti), una delle Arti Maggiori tra le corporazioni di Firenze indice un prestigioso concorso per la decorazione della Porta nord del Battistero di San Giovanni. Decidono di partecipare i più talentuosi orafi della Toscana. È un’occasione da non perdere, partecipano anche Ghiberti e Brunelleschi. Le indicazioni sono precise: formella quadrilobata in bronzo raffigurante il Sacrificio di Isacco. Ghiberti punta sulla raffinatezza, sulla composta eleganza: piace. Brunelleschi frantuma il canone, introduce la prospettiva, fa sentire il dramma del padre che sta per uccidere il figlio: spiazza. Sono i finalisti.
Nel dicembre del 1403 Ghiberti incomincia i lavori per la realizzazione della Porta nord.
LA RIVINCITA
Non è chiaro se la vittoria fosse stata assoluta (come riporta Ghiberti nei suoi Commentari) o se si trattasse di una parità: Brunelleschi rinuncia preferendo il viaggio a Roma con Donatello. Passano gli anni e ciascuno ha fatto la sua strada, molto fortunata per entrambi. È nel 1418 che si presenta la nuova occasione: il concorso per la Cupola di Santa Maria del Fiore. Fa gola a tanti artisti, in palio ci sono duecento fiorini e inoltre nessuno fino ad ora è riuscito a risolvere il problema. I due rivali scendono di nuovo in campo. Filippo ha un progetto rivoluzionario: una cupola autoportante; le sue dimostrazioni pratiche convincono. Ci vogliono due anni di attesa per stabilire il vincitore, o meglio, i vincitori. Nel 1420 i lavori vengono affidati ai Provveditori della cupola, Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti.
Sembra che le sorti dei due artisti debbano rimanere intrecciate. Destinati a spartirsi la scena alla pari. Ma non la pensa così Brunelleschi; nel corso dei lavori decide di fingersi malato e lasciare Ghiberti da solo in un momento particolarmente delicato. I lavori non avanzano, Lorenzo fatica a tenere le redini della situazione. Il piano ha funzionato. Nel 1423 Ghiberti viene estromesso dall’incarico e si dedica al nuovo progetto della Porta del Paradiso.
UNA FAMA DUPLICE
Agosto 1436. Con la benedizione del Papa si porta a termine la cupola e si suggella la fama imperitura del grande architetto fiorentino.
Luglio 1452. La Porta est del Battistero di San Giovanni è ultimata, meravigliosa al punto da meritarsi l’elogio di Michelangelo, e l’appellativo di “Porta del Paradiso”.
Rivali tutta la vita, un modo opposto di concepire l’arte, un primato conteso alle soglie del Rinascimento. Ai posteri l’ardua sentenza.