— di Annachiara De Rubeis —
L’evento, organizzato dall’avv. Ebla Ahmed (nella foto a destra) Presidente dell’Associazione antiviolenza Senza Veli sulla Lingua, con il contributo di Comunità di Milano, è stato interamente dedicato a Gae Aulenti nel distretto innovativo di MIND- Milano Innovation District il 19 aprile.
In un divertente talk tra studenti, esperti di architettura e ospiti speciali, l’incontro ha potuto mostrare un nuovo lato inedito della famosa designer, grazie alla presenza dell’architetta Nina Artioli, affezionata nipote de (come la definiscono gli amici più stretti) “la Gae”.
La Gae, tra surrealismo e quotidianità
“Aveva una forte personalità. Era una professionista, lei nel cantiere della Gare d’Orsay, ti catapultava nel suo mondo, nel suo modo molto diretto e naturale di fare le cose”.
Parlando dell’amata nonna, infatti, Nina sottolinea il forte legame tra spazi e relazioni. La trasformazione della Gare d’Orsay, la ristrutturazione del Palazzo Grassi a Venezia e delle ex Scuderie del Quirinale a Roma, infine, “l’ago e filo” di Piazza Cadorna a Milano sono solo alcune delle opere più importanti.
Il forte contributo di Gae Aulenti si è visto anche nell’esposizione museale. Ma il filo conduttore di tutto era la sua idea di racconto. Che senso aveva esporre se il visitatore non capiva cosa stesse guardando? Le mostre dovevano mantenere viva la curiosità del visitatore e stimolarne l’attenzione. Bisognava raccontare una storia attraverso il design e questo, Gae, lo faceva con una tecnica infallibile… In modo semplice, diretto e senza dubbio surreale, era capace di lasciare un’impronta indelebile che andasse al di là del tempo e delle società.
L’esperienza nei musei e nel teatro
Gae Aulenti, ha ricoperto il ruolo di presidente dell’Accademia di Brera e responsabile delle innovazioni nel Museo Nazionale d’Arte della Catalogna a Barcellona, Museo di arte asiatica a San Francisco e Museo d’arte occidentale a Tokyo. Con il regista Luca Ronconi, invece, ha ideato il laboratorio di Progettazione teatrale a Prato, un progetto culturale e politico di cui Luca era direttore creativo.
“Il lavoro del laboratorio era studiare il teatro e capirne gli aspetti più importanti per portarlo fuori dai luoghi e dalle consuetudini teatrali”.
Durante un primo lavoro di archiviazione sono state contate più di 700 opere da quando si laurea nel 1954 alla sua scomparsa nel 2012, eppure dice Nina:
“Dicono di lei che si poneva sempre in ascolto”.
Una manciata di autostima per i ragazzi presenti che ha dato il via a numerosi interventi
Al messaggio di Nina ai ragazzi sull’importanza di fare esperienza e non arrendersi a ciò che sembra a “portata di mano”, si allinea Suor Anna Monia Alfieri, opinionista tv e membro del Consiglio Nazionale Scuola CEI, che sostiene: “I ragazzi di oggi hanno un profondissimo bisogno di libertà: rifuggire l’omologazione, ambire all’eternità con consapevolezza, ma per una cosa buona, per la società”.
La storia di Gae Aulenti, la sua persona così forte e poliedrica e le sue meravigliose opere verranno presentate nel 2024 in una mostra ideata da Nina Bassoli, curatrice per l’architettura, rigenerazione urbana della città di Triennale Milano, insieme al critico d’arte Giovanni Agosti, come lei stessa racconta.
Hanno contribuito nell’analisi delle opere di Gae Aulenti ed una profonda riflessione sul design, Maria Vittoria Capitanucci, storica e critica dell’architettura del Politecnico di Milano, e Giacinta Cavagna di Gualdana, storica dell’Arte presso l’Università degli Studi Statale di Milano.
Anche gli assessori Alessandro Fermi (Università, Ricerca e Innovazione, MIND) ed Elena Lucchini (Famiglia, Solidarietà Sociale e Pari Opportunità) si sono esposti in prima linea, pronti a difendere la necessità di osare da parte dei ragazzi e la loro tutela nella società.
Photo credits: Silvia Pampallona