Il forte rialzo del dollaro USA della scorsa settimana è stato in qualche modo controintuitivo, dato che i dati sull’inflazione e sui salari provenienti dagli Stati Uniti sono stati entrambi rassicuranti per la Federal Reserve, coerenti con una lenta tendenza al ribasso delle pressioni inflazionistiche. Il principale responsabile deve essere il posizionamento del mercato. Dopo l’inarrestabile passaggio da un livello inferiore alla parità a un livello superiore a 1,10 dollari, gli indicatori di posizionamento segnalano posizioni lunghe da record sull’euro da parte degli investitori, un eccesso che dovrà essere riequilibrato prima che l’euro possa risalire in modo decisivo. Mentre il dollaro è cresciuto nei confronti di tutte le altre valute del G10, quelle dell’America Latina hanno continuato la loro impressionante corsa al rialzo, e il Peso messicano e il Real brasiliano sono stati in cima alla classifica delle performance della settimana.
Ci avviamo verso una settimana insolitamente tranquilla in termini di dati macroeconomici, in cui spicca solo il dato sull’occupazione di aprile nel Regno Unito. Il calendario della politica monetaria è più intenso, con un numero insolitamente elevato di esponenti della Fed, della BCE e della Banca d’Inghilterra che dovranno chiarire le prospettive delle rispettive istituzioni. Una serie di indicatori di secondaria importanza a livello mondiale verranno seguiti con attenzione per trovare conferma dell’apparente rallentamento che abbiamo visto nei dati economici nelle ultime settimane.
EUR
L’euro è tornato al centro del trading range che ha mantenuto finora nel 2023, nonostante la significativa riduzione del divario dei tassi d’interesse con gli Stati Uniti. La debolezza di alcuni indicatori economici volatili dell’Eurozona, come la produzione industriale tedesca e gli ordini di fabbrica, ha intaccato un po’ il sentiment, ma riteniamo che il principale motore del rimbalzo del dollaro sia stata la fase di short covering. Questa settimana, il principale fattore di mercato per la moneta comune dovrebbe essere la serie di conferenze dei membri del Consiglio della BCE, tra cui la Presidente Lagarde.
USD
I dati sull’inflazione di aprile sono stati marginalmente più deboli del previsto e hanno contribuito a consolidare l’opinione che la Fed farà una pausa a giugno. Anche il calo della migliore misura dei salari statunitensi, l’Atlanta Fed wage tracker, punta nella stessa direzione, così come la chiara tendenza al rialzo delle richieste settimanali di disoccupazione e l’allentamento del mercato del lavoro visibile negli indicatori delle posizioni aperte JOLTS. Per il momento, questi segnali di rallentamento dell’economia mondiale stanno spingendo un rally di ricopertura dei beni rifugio in generale e del dollaro USA in particolare. Potremmo dover attendere i dati sull’inflazione di maggio e le riunioni delle banche centrali di giugno prima che la tendenza al ribasso del dollaro USA si consolidi.
GBP
La Banca d’Inghilterra ha compiuto un altro dietrofront nelle comunicazioni durante la riunione della scorsa settimana. Sebbene non ci siano state grosse sorprese nella decisione di aumentare i tassi di 25 punti base e di lasciare invariata la guidance, il comitato di politica monetaria ha migliorato significativamente le prospettive macroeconomiche e ha rivisto al rialzo il percorso di inflazione previsto, non prevedendo più una recessione. La sterlina dovrebbe rimanere ben supportata nelle prossime settimane. Una valutazione sotto mercato e una Banca d’Inghilterra relativamente favorevole alla crescita dovrebbero rimanere dei fattori di sostegno, inoltre la sterlina non ha gli stessi problemi di posizionamento di cui soffre l’euro nel breve termine.