Big Tech: raffica di licenziamenti

Alphabet e i tagli al personale

È notizia delle ultime ore il licenziamento di 12.000 dipendenti, il 6% del totale, da parte di Alphabet, la società che controlla Google. 

L’amministratore delegato Sundar Pichai ha inviato un’e-mail al proprio personale in tutto il mondo, assumendosi «la piena responsabilità delle decisioni che ci hanno portato qui».

«Negli ultimi due anni abbiamo vissuto periodi di grande crescita» scrive Sundar Pichai: durante il periodo della pandemia da Covid-19, infatti, sono numerose le aziende che si sono trovate ad assumere personale, contando su un picco di entrate e una crescita esponenziale. Nel triennio 2020-2022, solamente Google aveva assunto più di 20.000 persone, aumentando i propri dipendenti del 15%. 

Nessuno escluso

I tagli interesseranno tutte le categorie di personale, «in tutti i dipartimenti, funzioni, livelli di responsabilità e regioni»: negli Stati Uniti gli interessati sono già stati informati, mentre negli altri paesi potrà volerci più tempo a causa della legislazione nazionale. 

Al momento Google ha dovuto riorganizzare le proprie spese, concentrando tutte le risorse sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, uno strumento innovativo e potentissimo. 

Non solo Google

Google non è stato l’unico colosso statunitense a licenziare migliaia di dipendenti. 

Amazon, a inizio gennaio, ha annunciato un taglio di circa 18.000 posti di lavoro in tutto il mondo. Stessa sorte è toccata a Meta, a novembre, che ha licenziato circa il 13% della propria forza lavoro. E ancora, Microsoft e Twitter, ma in misura minore. Per tutte le società, la motivazione è stata lo stessa: prepararsi a un periodo di incertezza economica nella fase post pandemia. 

Apple: una mosca bianca

Tra le Big Tech l’unica ad essersi distinta è stata Apple, che grazie a un atteggiamento più cauto negli scorsi anni (ha infatti mantenuto le assunzioni stabili rispetto al trend dal 2016), non ha avuto necessità di ridurre il proprio personale. 

A ciò si aggiunga che Apple rimane al primo posto indiscusso per quanto riguarda le vendite degli smartphone e di tanti altri prodotti e servizi – sebbene il 2022 sia stato l’anno peggiore dell’ultimo decennio nelle vendite di telefonia mobile. 

Questo non significa che anche il colosso di Cupertino non abbia accusato la crisi: l’amministratore delegato del gruppo, Tim Cook, ha accettato di ridurre il proprio stipendio del 40%.

Le nuove assunzioni

Nonostante i massivi licenziamenti, in realtà negli Stati Uniti un lavoratore del settore tecnologico riesce a trovare un nuovo impiego in poco tempo, nonostante la concorrenza sia, naturalmente, spietata: secondo i dati di ZipRecruiter di ottobre, ripresi dal Washington Post, circa il 37% dei lavoratori tecnologici licenziati intervistati ha trovato un nuovo lavoro entro un mese, e il 79% è stato assunto entro tre mesi.

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