Contro le fake news vietare l’anonimato sui social

L’Unione europea dovrebbe farsi promotrice della regolamentazione

di Riccardo Illy tratto dal sito inpiu.net

Contro le fake news vietare l’anonimato sui social

La diffusione della comunicazione online e in particolar modo tramite i social media sta continuando a crescere mettendo nell’angolo i media tradizionali. Le copie dei quotidiani cartacei e digitali vendute sono, salvo rare eccezioni, in picchiata. Della comunicazione digitale emergono però prepotentemente due aspetti negativi; le cosiddette fake-news e l’impatto negativo che ha sui giovanissimi, portati addirittura in certi casi al suicidio dagli attacchi loro rivolti sui social media. Anche nei giorni scorsi è stato reiterato l’allarme per possibili attacchi digitali russi volti a influenzare l’esito delle prossime elezioni europee. Dall’altra parte il Presidente Macron, che ci sta abituando alle sue proposte provocatorie, ha annunciato un divieto di usare gli smartphone in Francia per i minori di 13 anni. La diffusione delle fake-news e la possibilità di aggirare il divieto previsto in Francia, che lo renderebbe inutile, sono facilitate dalla possibilità di aprire account anonimi (o con pseudonimi che non consentono la tracciabilità) sui social media.

Se chiunque comunichi online fosse obbligato a dichiarare la sua vera e accertabile identità, la circolazione di fake-news, contenuti e immagini diffamatori –  di cui potrebbero essere chiamati a rispondere – verrebbe fortemente ridotta. Quando ho fatto notare questo aspetto a un esperto digitale mi ha risposto che da un lato internet è l’espressione massima della libertà nella comunicazione e dall’altro che i gestori dei social media sono contrari all’abolizione dell’anonimato perché ridurrebbe significativamente  il numero dei loro utenti e conseguentemente le loro entrate. Ma libertà non significa anche libertà di commettere reati coperti dall’anonimato. E ai Governi dei paesi che si preoccupano di questi aspetti, degli affari dei colossi digitali interessa fino a un certo punto; risulta sorprendente che finora non abbiano fatto nulla per vietare l’anonimato digitale. Che crea tra l’altro un’ asimmetria con la comunicazione tradizionale, dove la fonte o il divulgatore di un’informazione risponde (giuridicamente  e/o sul piano reputazionale) della sua liceità e fondatezza. Sarebbe ora che i Governi prendessero questa iniziativa, che avrebbe maggior valore se venisse adottata dalla maggioranza degli Stati democratici. Iniziativa che potrebbe partire proprio dall’Unione Europea che della democrazia e dei valori della corretta comunicazione è la culla.

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