Lunana: il villaggio alla fine del mondo
Recensione e intervista ai doppiatori italiani
— di Alessandra Basile —
Nomination all’Oscar per il migliore film internazionale 2022 per il film di Pawo Choyning Dorji
Lunana: il villaggio alla fine del mondo andrebbe visto al cinema, per immergersi nei panorami strepitosi che le riprese video ci regalano che, come il villaggio di cui al titiolo, stanno a 4.800 metri di altezza, al confine fra Bhutan e Tibet: per arrivarci otto sono i giorni di cammino da affrontare, sapendo della mancanza di strutture moderne. Una volta a destinazione un’altra cosa mancante è l’energia elettrica, perché, a Lunana, l’unica energia utilizzabile, un giorno sì e diversi altri no, è quella solare. Inutile chiedersi se vi siano facili collegamenti Wi-Fi. Eppure il trentottenne bhutanese di origini indiane Pawo Choyning Dorji[1] è riuscito a girarci un film, un film da candidatura all’Oscar.
Trama, analisi e recensione di Lunana: il villaggio alla fine del mondo di Pawo Choyning Dorji
Trama. Ugyen Dorji (Sherab Dorji) è il giovanissimo protagonista del film: vive con la nonna nella Bhutan occidentalizzata, fa l’insegnante, ha gli amici, una ragazza e, attraverso iPod e cuffie, la sua amata musica sempre nelle orecchie. Il suo sogno è quello di volare in Australia e lì costruirsi una carriera come cantante. All’inizio del film siamo in mezzo a una gioventù molto simile a quella di altri stati nel mondo, ossia addetta a tecnologia, ambizioni, viaggi, incontri ed esigenze, talvolta, inculcate dai media. Prima di partire, però, Ugyen deve finire il suo percorso professionale e viene spedito a concludere l’anno accademico nella scuola più remota del mondo, quella di Lunana, località abitata da appena 56 persone a poco meno di 5.000 metri d’altezza nell’area dell’Himalaya e il viaggio per arrivarci è tutto meno che una ‘passeggiata’ come inizialmente gli viene fatto credere. Ad accomoagnarlo c’è Singye (Tshering Dorji. Come lui anche gli abitanti di Lunana accolgono il maestro in modo commovente e divertente, ma Ugyen è molto spaventato da tanta arretratezza, anche tecnologica, e dalla mancanza, nell’unica aula, persino di lavagna e libri. Saranno i bambini del luogo a fargli cambiare idea sulla sua dipartita, infondendogli la vera felicità.
Analisi e recensione. In Bhutan, invece del PIL, si applica l’indice di Felicità Interna Lorda[2]. Il film costringe a fare i conti con un modo di vivere (e di vivere gli eventi e le persone) che, forse, oggi, tutti rifuggiamo, immersi come siamo in una vita di corsa fatta di comunicazione veloce e relazioni spesso in superficie cui manca il tempo dell’elaborazione. Si dà tanta importanza alla parvenza, mentre, a Lunana, c’è tutto il tempo di scoprire il proprio reale valore; ecco cosa scopre, infatti, lo stesso Ugyen, che riceve un’ammirazione sincera, forse mai provata così, proprio dai suoi piccoli studenti. E, nei suoi giorni a Lunana, si innamora pure! E canta, usando la voce in un modo libero e generoso, non finalizzato a carriera, soldi e così via. La storia del film si accompagna con tempi leggermente più lenti di quelli cui siamo abituati e, a mio parere, è voluto: si finisce per scordare lo stressante schema giornaliero in cui ciascuno del pubblico può essere arrivato nella sala buia del cinema. Quel posto minuscolo è abitato anche da simpatici bovini, quelli tibetani, chiamati yak. Gli occhi del maestro, in finale, sono anche i nostri; la sua felicità è la nostra. Gli interpreti sono tutti bravissimi, ma solo il protagonista e un altro sono attori professionisti, gli altri essendo dei locals. La regia è eccellente e va premiata! La piccola storia sa arrivare al cuore senza difficoltà. Voto: 8.
Vederlo? Dove? – Sì! Il film è uscito nelle sale italiane il 31 marzo e contiamo che vi resti a lungo.
Gli interpreti principali di ‘Lunana: il villaggio alla fine del mondo’ sono: Sherab Dorji (Ugyen), Ugyen Norbu Lhendup (Michen), Keldem Lhamo Gurung (Saldon), Pem Zam (sè); sceneggiatura/produzione di Pawo Choyning Dorji (regista), Stephanie Lai, Stevn Xiang, Jia Hongling; distribuzione di Officine UBU di Franco Zuliani in collaborazione con CAD.
Doppiatori italiani. L’intervista
MONICA PARIANTE con Vittoria Colombo (CAD), Andrea Oldani e Sabina Cattaneo della Volta: società di doppiaggio e (principali) doppiatori del film
Intervista del 31.03.2022
Dal comunicato stampa del film: ‘Lunana’ significa ‘la valle oscura’; la luce non la raggiunge nemmeno. A causa della mancanza di strutture, la produzione del film dipendeva totalmente dalle batterie a carica solare. I temi principali della storia sono la ricerca della felicità e il senso di appartenenza, temi universali cui tutti possono relazionarsi. ‘Ho voluto presentare questi temi – P.C. Dorji – attraverso un mondo e un popolo così diversi, non solo dal resto del mondo, ma anche dal Bhutan; anche in un mondo così lontano le speranze e i sogni che collegano l’umanità sono gli stessi’.
Gli intervistati in breve:
Monica Pariante[3] – doppiatrice, direttrice del doppiaggio, attrice e dialoghista; è responsabile della direzione del doppiaggio e della direzione artistica della società CAD (Compagnia Attori Doppiatori)
Vittoria Colombo[4] – responsabile della direzione generale e dell’amministrazione della società CAD
Andrea Oldani[5] – doppiatore
Sabina Cattaneo della Volta[6] – doppiatrice, speaker e cantante
BASILE. Cara Monica, inizierei da te. Tu sei un’importante doppiatrice e hai iniziato dal teatro.
PARIANTE. Ho iniziato nell’anno ‘mille’ con la compagnia di Eduardo De Filippo allo Stabile di Eduardo e quella è stata veramente una cosa di cui uno si può un pochino vantare (ndr, ride). È stato bellissimo, emozionante, importante e formativo. Poi, ho fatto la Silvio D’Amico. Ho lavorato con personaggi quali Aldo Trionfo, Lorenzo Salveti, Andrea Camilleri.
PARIANTE. Un anno in cui lo spettacolo di Ronconi in cui lavoravo fallì, mancando le sovvenzioni, rimanemmo a piedi in 5 attori e 5 attrici. Anna Miserocchi[7], la mia grande maestra all’accademia, mi disse di andare a fare un lavoro di doppiaggio e io mi finsi doppiatrice. E in qualche modo ho continuato. Mi sono dedicata alla direzione del doppiaggio, fino a che Vittoria, Melissa D’Angelo e io abbiamo creato la Compagnia Attori Doppiatori (CAD), di cui Vittoria è il presidente; cito una colonna portante della società: Simone Pavan[8]. I nostri settori sono: televisivo, cinematografico.
COLOMBO. Nel 2003, è nata come cooperativa di teatro; essendo tutti noi dei doppiatori, abbiamo iniziato con il doppiaggio, arrivando, poi, a chiudere la cooperativa.
BASILE. Perché chi inizia come attore volge al doppiaggio?
PARIANTE. Per denaro (ndr, spiritosa). Per amore del mestiere. Noi doppiatori italiani, di sicuro, siamo bravi, perché allenati, in quanto compriamo tantissimi prodotti (film) dall’estero.
BASILE. Sabina, hai 9 anni. Da quanto fai la doppiatrice? Cosa ti è piaciuto del tuo personaggio?
CATTANEO DELLA VOLTA. Questo è il primo film che doppio. Pem Zam è gentile, dolce, le piace cantare. Mi è piaciuto doppiarla, perché mi sentivo me stessa.
BASILE. Bello! Andrea, tu dai la voce al protagonista. Ho visto che hai un curriculum lunghissimo. La tua formazione è legata al doppiaggio, giusto?
OLDANI. Sì. Io doppio il maestro, cioè Ugyen. Sono 11 anni che faccio questo mestiere in pianta stabile, fra film, documentari, serie, reality, sempre con passione. Ho avuto la fortuna di lavorare con Monica spesso. Mi ha permesso di doppiare personaggi diversissimi in film molto interessanti. Anch’io ho iniziato con il teatro, poi mi sono indirizzato verso il doppiaggio. Nella mia generazione, ci sono, specie fra i colleghi romani, più doppiatori e in molti hanno iniziato più piccoli di Sabina, però è bello essere artisti a 360°, perché, se ti settorializzi, non sempre hai una spinta creativa.
PARIANTE. Io ho la fortuna di avere questa forza gigantesca con me. Andrea ha fatto un Rostand in Cyrano mon amour[9] indimenticabile. Alessandra, ti consiglio di vederlo, è un film sul teatro.
BASILE. Volentieri. Capiterà di doppiare con persone diverse. A proposito, come funziona[10]?
OLDANI. Purtroppo, con il Covid, la colonna separata, ossia l’attore da solo in sala di doppiaggio, è diventata la norma, diventando un lavoro solitario. Si comunica, attraverso il vetro, soltanto con l’assistente e il direttore. A me è capitato di farlo anche con i colleghi di fianco: è tutta un’altra cosa, per esempio si è molto meno autoreferenziali; e poi si crea un’energia e si può collaborare.
BASILE. Vittoria, ho letto di Doppiatori in scena al festival del doppiaggio Voci nell’ombra.
COLOMBO. Sì, l’abbiamo fatto doppiando proprio Cyrano mon amour con il pubblico presente.
BASILE. Interessante! Cosa cambia per voi la candidatura all’Oscar del film di Pawo C. Dorji?
PARIANTE/OLDANI. A livello di pubblicità, cambia che è un film attenzionato, quindi si spera che la gente lo vada a vedere. La televisione e lo streaming stanno colpendo duramente il cinema. Poi, quasi sempre, i film selezionati agli Oscar sono dei gran bei film, di contenuto. Questo qui lo è.
BASILE. Parliamone. Voi siete una categoria professionale che assicura onore all’Italia nel mondo.
PARIANTE. Vicky ha visto il film in dzongkha, la lingua del Bhutan, con i sottotitoli in inglese. E mi ha chiamata, dicendomi di vederlo anch’io.
COLOMBO. Sì. Io avevo da un po’ il desiderio di co-distribuire un film e questo mi è piaciuto subito tantissimo. La distribuzione è di Officine UBU[11] in collaborazione con CAD.
PARIANTE. Sono rimasta colpita anche dall’essere girato in un luogo altro. Concorde la terza socia, ci siamo attivate, convinte che si trattasse di un filmetto, poi ci hanno dato la notizia che Lunana: il vilaggio alla fine del mondo era nella cinquina dell’Oscar al miglior film internazionale. Quanto al doppiaggio, tempi stretti per realizzarlo e ruoli assai difficili, che richiedevano molta sensibilità.
BASILE. Uno dei quali è quello, affidato a Sabina, di Pem Zam. Come è avvenuto l’incontro con lei?
PARIANTE/COLOMBO. Con questa sua gentilezza, dolcezza, era perfetta per Pem Zam. Bravissima. Quando cercano un doppiatore, i direttori del doppiaggio vanno sul sito www.antoniogenna.net/. Sabina, invece, era sul sito A.D.A.P.. E’ timida e parla a voce bassa, perciò c’è voluto un pò per farle alzare la voce, ma, quando l’ha fatto, è stata meravigliosamente brava. È vera. Amo il lavoro vivo e pulsante come con Sabi e Andrea; non amo il ‘doppiaggese’ – tecnicismo, voce pulita appoggiata.
BASILE. Mi raccontate un pò della realizzazione del film? Dal vostro punto di vista e non solo.
PARIANTE. Il regista, ragazzo disponibile e collaborativo, è stato tutto il tempo in contatto con noi. Il personaggio di Sabina, a un certo punto del film, diceva che il padre giocava d’azzardo, parola difficile per lei – poi, a Lunana non c’è nulla, non ci sarà un casinò – così abbiamo concordato con Pawo per ‘ai dadi’ e ci ha mandato le pronunce, difficilissime. Pawo è andato a Lunana con tutta l’attrezzatura caricata sui muli, scoprendo di avere il film solo una volta tornato a casa. E che film!
BASILE. La nomination alla statuetta è meritatissima, innanzitutto per l’impresa ardua e la grande passione. So che, nel cast, ci sono molti abitanti di Lunana. Anche il tuo, Andrea, rientra fra loro?
OLDANI. Proprio il mio, in verità, è un attore. C’è anche un altro attore nel cast. Ugyen scopre la bellezza dello stare e del vivere a fondo qualcosa senza ambire a (fare) altro, desiderando quello che ha già e scoprendo che può essere felice volendo poco.
PARIANTE. Anzi, arriva a dimenticarsi, persino, di desiderare qualcosa, restando assorto in ciò che ha già. Andrea è stato bravissimo. Un altro tema importante riguarda la cultura: quella amata dal popolo di Lunana, anelata dai loro bambini, smaniosi di apprenderla. Ne consegue un rispetto totale verso questo maestro, che si sente apprezzato in un modo unico. Scopre così il suo valore.
BASILE. Monica, tu non hai doppiato nessuno in questo film?
PARIANTE. La nonna! Per risparmiare (ndr, ridiamo). La nonna è un po’ più vecchia di me, ma che vuoi fare? Un ruoletto per stare in un budget che è stato sforato in milioni di modi (ndr, ride).
BASILE. Il 31/03 è stata la prima al cinema di Lunana: il villaggio alla fine del mondo: per tutti voi?
PARIANTE. Noi l’abbiamo anche mixato, ma per Sabina e per Vicky sì è stata la prima al cinema.
BASILE. È stata un’emozione Sabina, vero?
CATTANEO DELLA VOLTA. Sì, grande.
BASILE. Prossimi progetti per CAD?
PARIANTE/COLOMBO. Sono in uscita alcuni film: il 18 aprile Gli amori di Anaïs con Valeria Bruni Tedeschi e Anaïs Demoustier e le musiche di Nicola Piovani; il 19 maggio Gagarine, attenzionato dalla critica al Festival di Cannes, rimasto bloccato per via del Covid. Poi stiamo per fare un film coreano del quale non posso dire nulla. E vediamo che lavori arrivano dal Festival di Cannes.
A proposito di cinema, lo scorso 29 marzo (..) il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha parlato della concreta possibilità che in Italia i film arrivino in streaming dopo 90 giorni di passaggio nelle sale. www.tomshw.it/culturapop/anche-in-italia-film-in-streaming-dopo-90-giorni-al-cinema/
BASILE. Riguardando il vostro lavoro la voce, cambia molto che il film sia in sala o in streaming?
OLDANI. Sì. Purtroppo, nei prodotti televisivi c’è più velocità nella lavorazione, meno attenzione. Artisticamente, per me, c’è la soddisfazione di vedere un film al cinema e di sentirlo con il pubblico presente. La gente ha ancora un pò paura e molti dicono ‘tanto poi me lo becco in streaming’.
PARIANTE/OLDANI/BASILE. La differenza è abissale!
PARIANTE. Io mi ricordo Monica Vitti, che è stata fra le mie insegnanti, che mi diceva ‘ma vuoi mettere? Te vesti, te metti ’na cosa, ti fai bella e vai, esci, è un rito’. Aveva perfettamente ragione.
BASILE. Monica Vitti, attrice superlativa. Se penso alla sua malattia, provo una grande tristezza. Era anche bellissima per me. Lei fece un paio di film con il cugino di mia nonna, Luciano Salce.
PARIANTE. Un genio assoluto Salce!
E, così, menzionando due nomi del secolo scorso, due artisti grandi e innovativi, due professionisti dediti al loro mestiere, due che mancano nel panorama odierno, come tanti altri mostri che hanno fatto la storia del cinema e dello spettacolo, ma anche la cultura del nostro paese, ci salutiamo.
Conclusione
Il mio incontro con questo team coeso e appassionato è finito, così come la mia intervista a 5 voci, di cui 4 hanno gran valore. Auguro a ciascuno di loro e ai loro altri tanti colleghi di avere sempre più occasioni per fare il loro mestiere. Ringrazio Monica, Vittoria, Andrea e la piccola Sabina. E anche la mia cara amica Gabriella Maviglia, mamma di Gregorio Cattaneo della Volta[12] oltre che di Sabina, per avere organizzato questa intervista e avermi chiamata a farla e l’amico da una vita Massimo Bietti per alcuni degli scatti inseriti nel presente articolo. Gabriella, Massimo e io: aver collaborato assieme è stato meraviglioso, continueremo. W gli artisti e il cinema. Sosteniamoli!
[1] https://en.wikipedia.org/wiki/Pawo_Choyning_Dorji
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Felicit%C3%A0_interna_lorda#Bhutan_e_la_sua_FIL
[3] https://caddoppiaggio.com/curr_mpariante.php
[4] https://caddoppiaggio.com/contacts.php#contacts
[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Oldani
[6] https://adap.it/speakers/sabina-cattaneo/
[7] https://it.wikipedia.org/wiki/Anna_Miserocchi
[8] https://www.linkedin.com/in/simone-pavan-b894a053/
[9] https://www.vixvocal.it/opere/cyrano-mon-amour/
[10] Ho doppiato me stessa (‘Magdalene’s song’[10]) e un fumetto di una campagna ambientalista: esperienza limitata!
[11] https://www.officineubu.com/
[12] https://www.saramartinelli.com/gregorio-cattaneo-e-tim-cratchit-nel-musical-a-christmas-carol/