Ebury: Le aspettative sui tassi crollano in seguito alle crisi delle banche

La scorsa settimana i tassi di interesse hanno subito forti variazioni al ribasso, mentre i mercati erano impegnati a fronteggiare la possibilità che le preoccupazioni per le banche potessero inasprire le condizioni finanziarie e quindi porre fine anticipatamente ai rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. I timori hanno coinvolto soprattutto Credit Suisse, istituto di credito che ha registrato forti perdite negli ultimi mesi, anche se per motivi del tutto estranei ai problemi che hanno causato il fallimento di SVB. Si può dire che la settimana dei mercati finanziari sia stata piuttosto contenuta, anche se non è facile spiegare la rapidità delle fluttuazioni dei tassi. Una valuta rifugio (lo yen giapponese) ha sovraperformato tutte le altre valute, invece altre (il franco svizzero e il dollaro USA) sono addirittura scese nel corso della settimana. Forse non è una sorpresa, dato che questi sono stati i due principali epicentri dei disordini bancari. Le valute dell’America Latina sono crollate, come ci si aspetterebbe in un periodo di avversione al rischio, ma quelle asiatiche sono cresciute, dato che le loro economie sembrano non essere state toccate dalla crisi e la riapertura cinese rimane in primo piano.

 

È probabile che la volatilità continui questa settimana, mentre gli investitori analizzano le notizie relative alle attività bancarie e, allo stesso tempo, si svolge la riunione della Fed. È estremamente difficile prevedere quali saranno le intenzioni di quest’ultima, che deve bilanciare le incessanti pressioni inflazionistiche da un lato e il potenziale inasprimento delle condizioni finanziarie causato dai problemi bancari dall’altro. UBS, altra grande banca svizzera, ha raggiunto l’accordo per l’acquisto di Credit Suisse nell’ambito di un’operazione che prevede ampie garanzie governative. Riteniamo che questa risolutezza, insieme alla garanzia implicita di tutti i depositi bancari negli Stati Uniti, dovrebbe essere sufficiente a contenere la crisi e ci aspettiamo che la Fed aumenti di 25 punti base in settimana, ma la situazione rimane molto dinamica.

 

EUR

 

La BCE ha scelto di aumentare i tassi di 50 pb, anche se ha rimosso la forward guidance e ha chiarito che le ulteriori mosse dipenderanno dai dati in uscita. A meno che non si verifichi un significativo deterioramento della stabilità finanziaria, che non ci aspettiamo dopo i passi decisivi compiuti dalle autorità statunitensi e svizzere, riteniamo che le prospettive di inflazione e l’attività economica continueranno a giustificare ulteriori rialzi e a fornire sostegno alla valuta comune. La notizia chiave di questa settimana per l’Eurozona è la pubblicazione degli indici PMI sull’attività delle imprese prevista per venerdì, che dovrebbero rimanere coerenti con una moderata espansione economica e una probabilità molto bassa di recessione.

 

USD

 

I dati economici e sull’inflazione continuano a sostenere ulteriori rialzi da parte della Federal Reserve. L’inflazione è risultata più solida del previsto e ci sono stati segnali di una nuova crescita del sottoindice chiave dell’inflazione di base. Il mercato del lavoro rimane storicamente rigido e le richieste di disoccupazione sono tornate ai minimi storici. Tuttavia, la crisi bancaria regionale negli Stati Uniti potrebbe avere un effetto restrittivo in termini di riduzione della concessione di crediti. Gli spread di questi ultimi sono aumentati, ma mediamente non in modo drammatico, per cui riteniamo che questo effetto dovrebbe essere modesto, ma giustifica una maggiore cautela da parte della Fed. Ci aspettiamo ancora che la Fed aumenti di 25 punti base e che segua l’esempio della BCE diventando dipendente dai dati nelle riunioni successive, ma riteniamo che le aspettative prezzate dai mercati di quasi 100 punti base di tagli più avanti nel 2023 siano molto esagerate.

 

GBP

 

La sterlina continua a reggere bene la crisi, poiché il sistema bancario britannico sembra essere solido e le aspettative di una recessione nel 2023 continuano ad affievolirsi. L’annuncio del bilancio britannico è stato leggermente più ottimista del previsto, ma i pensieri dei trader erano altri. Oltre alle notizie sui problemi bancari, questa è una settimana davvero ricca di dati in uscita per la sterlina. Mercoledì verranno pubblicati i dati sull’inflazione. I mercati si aspettano che l’indice core rimanga sostanzialmente invariato, appena al di sotto del 5%. Il giorno successivo si riunisce la Banca d’Inghilterra e gli operatori si dividono equamente tra l’ipotesi di un rialzo di 25 punti base e quella di una variazione nulla. Noi continuiamo a credere nella prima ipotesi. Riteniamo che il MPC seguirà l’esempio della BCE, separando la lotta all’inflazione dal mantenimento della stabilità finanziaria, un problema diverso per il quale sono disponibili strumenti diversi.

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