In un mondo in totale confusione avevamo tutti le nostre certezze, convinti che non sarebbero mai cambiate e alla fine è andata esattamente così. Perché tu, caro Franco, te ne sei andato in silenzio, facendoci apprendere la notizia della tua scomparsa mentre stavamo bevendo il primo caffè della giornata, consapevole che da lì a poco ci saremmo buttati sulle nostre noiose attività quotidiane. Te ne sei andato in silenzio, è vero, ma la tua musica resterà per sempre. Perché nel caos di questa modernità le tue canzoni ci riportavano alla purezza delle cose, ma anche verso nuovi mondi inesplorati.
Un musicista visionario, un marinaio che non ha mai smesso di esplorare
Da un lato la musica colta, dall’altro la musica pop. Il grande pubblico ti ha conosciuto come l’intellettuale che sa far ballare tutti, anche nei bar di provincia. Ma tu ci hai regalato molto più di questo, esplorando atmosfere elettroniche e acustiche, attraversando riferimenti spirituali, musicali ed estetici. Sei arrivato a tutti, passando dallo stile underground dei primi dischi fino a scalare le classifiche delle emittenti radiofoniche, nel momento in cui la radio era davvero l’unico media per arrivare ala gente. Ci hai fatto cantare le cose più assurde, ma sempre ricche di quegli insegnamenti a cui non hai mai saputo rinunciare, sintomo di quella cultura che a volte solo una terra come la Sicilia riesce a trasmetterti. Ma se queste cose le abbiamo lette ovunque in questi giorni, forse per capire la tua grandezza c’è solo bisogno di minimizzare il tutto con una semplice domanda nazional popolare: quante altre canzoni sono riuscite a far ballare nostra madre e ad essere elogiate anche dai più snob della critica musicale?
La stagione dell’amore viene e va, ma tu resterai per sempre
Nella ridondanza di informazioni, analisi, elogi e teorie sulla tua musica, mi rendo conto che parlare di questo sarebbe superficiale e forse davvero superfluo. È un po’ come ripercorrere le gesta di un grande atleta che non c’è più.
Ad esempio, di Maradona non verranno ricordati i goal, seppur bellissimi, ma ciò che ha rappresentato per la sua gente, soprattutto nei momenti di difficoltà. E tu per noi è stato proprio questo: un faro nella notte, un rifugio certo in un mondo spesso crudele e privo di quella sensibilità di cui necessiterebbe. Ma questo non cambierà di certo le cose, perché adesso saremo noi a prenderci cura della tua eredità intellettuale e, perché no, trasmettendola un giorno ai nostri figli. Perché eri tu, caro Franco, il nostro centro di gravità permanente. Perché almeno su di te non abbiamo mai cambiato idea. Buon viaggio.