Gli indici di affidabilità fiscale e il concordato preventivo biennale funzionano?

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Vantaggi per i contribuenti affidabili

I contribuenti che raggiungono un alto punteggio di affidabilità oltre a correre un minor rischio di essere selezionati per controlli fiscali, possono ottenere una riduzione dei termini per gli accertamenti e una procedura accelerata per i rimborsi fiscali.

Gli indici di affidabilità fiscale possono rappresentare un importante strumento di modernizzazione del sistema fiscale italiano, perché promuovono la trasparenza e l’equità fiscale. Offrendo incentivi significativi per i soggetti virtuosi contribuiscono a migliorare il rapporto tra fisco e contribuenti.

Il Concordato preventivo biennale

Il Concordato Preventivo Biennale è uno strumento introdotto dal sistema fiscale italiano per offrire ai contribuenti la possibilità di stabilire un accordo preventivo con l’Agenzia delle Entrate per la determinazione delle imposte da pagare nei due anni successivi. Questo meccanismo mira a fornire maggiore certezza fiscale e a ridurre il contenzioso tra contribuenti e amministrazione fiscale. L’accordo può riguardare diverse aree, come i prezzi di trasferimento, la residenza fiscale, i regimi agevolati e altri aspetti fiscali.

Tuttavia, l’efficacia di questo strumento dipende dalla capacità dell’Agenzia delle Entrate di gestire le richieste in modo efficiente e dalla volontà dei contribuenti di partecipare attivamente. Per questo sono nate alcune criticità: chiediamo all’economista Alessia Potecchi un suo parere in merito.

Intervista ad Alessia Potecchi

“Non è stato evidentemente sufficiente l’introduzione del Concordato Preventivo Biennale” così introduce l’argomento Alessia Potecchi “Il Governo ha pensato che potesse non funzionare perché non abbastanza indulgente nei confronti delle Partite IVA che sono soggette agli ISA i cosiddetti Indici di affidabilità fiscale. Con il Concordato veniva data la possibilità per questi contribuenti di valutare l’opzione di un accordo fiscale da concordare per due anni mentre valevole per un anno per autonomi che presentano un reddito non superiore a 85.000 euro e che già hanno una Flat Tax cioè un tassa piatta al 15%”.

Quali sono i vantaggi per il contribuente?

“Il contribuente accettando la proposta fiscale, che ovviamente si riferisce ad un livello di reddito un po’ più alto rispetto a quello dichiarato perché si tratta di soggetti che sono considerati evasori, evita ulteriori controlli e blocca per due anni la proposta fiscale indipendentemente dai suoi ricavi. E’ possibile aderire alla proposta del Concordato fino al 31 ottobre quindi gli autonomi hanno anche tutto il tempo per vedere se gli conviene e per il primo anno è previsto uno sconto del 50% su quanto dovuto”.

“Chi rientra in queste categorie, soprattutto chi ha un livello di affidabilità basso, non ha convenienza ad accettare la proposta del Concordato perché ha sempre evaso senza conseguenze e accettarla vorrebbe dire pagare molto di più di quello che ha pagato fino ad ora senza problemi. Si è pensato bene allora di inserire un’altra formula ancora più allettante cioè una Flat Tax applicata al reddito incrementale”.

Cosa vuol dire?

“Verrà applicata una tassa piatta sulla differenza di reddito che emerge tra quello che viene dichiarato dal contribuente interessato e quello invece che viene proposto allo stesso dall’Agenzia. La Flat Tax sarà del 10% per chi presenta una affidabilità fiscale dal valore di 8 punti fino a 10, del 12% per chi ha tra il 6 e l’8 e del 15% per chi ha un voto inferiore. Vengono dunque allargati ulteriormente i vantaggi per chi già beneficiava di importanti e consistenti agevolazioni fiscali. Si tratta di un vantaggio di carattere permanente in caso di proroga della proposta. A tutto questo sommiamo ancora il rinvio all’anno successivo dell’acconto previsto per novembre, la revisione del redditometro e il prolungamento a 60 giorni dei termini per il pagamento delle somme, per fare stare tutti ancora più tranquilli”.

Ma lei ritiene corretto questo ulteriore provvedimento?

“Certamente no. Aggiungo, inoltre, che proporre il Concordato ai forfettari non porta da nessuna parte. Questa fascia di contribuenti, pur avendo già un’importante agevolazione perché pagano il 15% e sono esenti da IVA, IRAP e relative addizionali locali e nonostante questo non dichiarano tutto, per quale motivo dovrebbero aderire alla proposta del Concordato? Cosa ci guadagnano? Insomma, questo Governo non sa più cosa fare e cosa inventare per andare incontro a chi ha già molti vantaggi dal punto di vista fiscale e continua ad accumularne. Si prosegue ancora di più in una politica di frammentazione e disomogeneità del nostro sistema tributario che è iniqua e vessatoria perché a parità di reddito le tasse devono essere le stesse. Ma siamo ben lontani da questo semplice ed equo principio che dovrebbe essere applicato al nostro sistema fiscale”.

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