Gli Stati Uniti proteggono i matrimoni gay

“Oggi è un buon giorno. L’America ha fatto un passo finale per garantire uguaglianza per tutti”. Queste le parole di Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti d’America, che lo scorso 13 dicembre 2022 ha firmato una legge che proteggerà a livello federale i matrimoni tra persone dello stesso sesso, il “Respect for Marriage Act”.

A che punto eravamo

In realtà, negli USA i matrimoni gay sono legali già dal 2015, dopo la sentenza della Corte Suprema con la quale sono state rese incostituzionali tutte le leggi che li vietavano nei singoli Stati.

Ma, come ci insegna il tema dell’interruzione di gravidanza, con la sentenza pronunciata la scorsa estate dalla Corte Suprema (che, ricordiamo, annullava la precedente del 1973 e, di fatto, eliminava il diritto all’aborto a livello federale), le garanzie che offre una legge non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle offerte da una sentenza, i cui effetti potrebbero essere ribaltati, in qualsiasi momento, da una successiva pronuncia contraria. Per tutelare i diritti servono le leggi.

Il compromesso

La legge nasce da un punto di incontro con la libertà religiosa. In pratica, si garantisce alle Chiese che si rifiutano di farlo la possibilità di non celebrare i matrimoni gay. Allo stesso modo, gli Stati contrari potranno non rilasciare le licenze matrimoniali alle persone dello stesso sesso, ma dovranno necessariamente riconoscere i matrimoni omosessuali celebrati altrove. Seppur con qualche fisiologica difficoltà, l’obiettivo è di non creare discriminazioni tra i matrimoni eterosessuali e quelli omosessuali. Un gran bel passo avanti per i diritti civili.

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