I dati sanitari dell’UE a servizio dei cittadini e della ricerca

“Il settore sanitario dell’UE di oggi è ricco di dati, ma scarso nel farlo funzionare per le persone e la scienza”. Questa la motivazione per cui la Commissione europea ha avanzato, nelle scorse settimane, una proposta per la creazione dello Spazio Europeo dei Dati Sanitari, al fine di agevolare la circolazione dei dati sanitari elettronici in sicurezza.

L’obiettivo dello Spazio Europeo dei Dati Sanitari

Lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari si propone tre obiettivi.

In primo luogo, intende aiutare i cittadini UE ad assumere il controllo dei propri dati sanitari: troppo spesso accade che l’accesso ai propri fascicoli risulti difficoltoso, da un lato per le procedure macchinose, dall’altro perché i nostri dati sono conservati in formato cartaceo. Con la nuova normativa, invece, chiunque avrebbe un maggiore controllo dei propri dati.

Secondo punto: un utilizzo intelligente dei dati sanitari permette di migliorare l’erogazione dell’assistenza sanitaria, la ricerca e l’innovazione sul tema medico.

Infine, ma non per importanza, l’Unione europea trarrebbe giovamento da uno scambio, utilizzo e riutilizzo sicuro dei dati sanitari, incoraggiandone la libera circolazione e creando un mercato unico per i sistemi di cartelle cliniche elettroniche.

Quindi, in sostanza, il regolamento da un lato ci permetterebbe di avere dati sanitari più organizzati, sicuri e accessibili da qualsiasi paese dell’UE; dall’altro, ottimizzerebbe l’utilizzo di tali dati per alimentare la ricerca scientifica. In questo modo ricercatori, innovatori e istituzioni pubbliche avranno accesso a enormi quantità di dati sanitari, di importanza cruciale per elaborare terapie salvavita, vaccini o dispositivi medici e per assicurare un migliore accesso alle cure sanitarie.

L’impatto economico

Oltre a numerosi vantaggi per i cittadini e per la ricerca, il Regolamento porterebbe con sé dei vantaggi economici non indifferenti.

Il comunicato ufficiale della Commissione europea riporta statistiche impressionanti.

In dieci anni dalla creazione dello Spazio Europeo dei Dati Sanitari, infatti, si stima che un accesso più semplice ai dati sanitari e una possibilità di scambio tra Paesi dell’UE più efficiente permetterà di risparmiare circa 5.5 miliardi di euro; inoltre, ci si aspetta una crescita tra il 20 e il 30% del mercato del “digital health” (ossia tutte quelle tecnologie utilizzate per curare i pazienti e per raccogliere informazioni sulla loro salute); infine, un migliore utilizzo dei dati comporterà un risparmio di più di 5 miliardi di euro nel campo della ricerca sanitaria.

Un nuovo inizio

“Sono orgoglioso di annunciare il primo spazio comune europeo dei dati in un settore specifico” ha dichiarato il Vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas. “Lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari costituirà un ‘nuovo inizio’ per la politica dell’UE in materia di salute digitale, mettendo i dati sanitari al servizio dei cittadini e della scienza. Oggi poniamo le fondamenta di un accesso sicuro e affidabile ai dati sanitari nel pieno rispetto dei valori fondamentali su cui poggia l’UE.”

Le basi sembrano ottime, ma occorre procedere con cautela. Quello della Commissione è solo un primo, piccolo passo: la proposta ora dovrà sarà soggetta alla discussione in sede di Parlamento europeo e Consiglio.

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