Il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala riprende Le Corsaire, balletto del 1856

BYRON SULLE PUNTE IN PIENO GUSTO OTTOCENTESCO

di Chiara Pedretti

Il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala torna alla tradizione super classica con Le Corsaire, balletto del 1856 qui ripreso dal suo Direttore Manuel Legris, su musiche di autori vari, principalmente Adolphe Adam.

Dopo il debutto all’Opéra di Parigi, con la coreografia di Joseph Mazilier, ci sono state molte revisioni coreografiche in Russia, tra cui quelle di Jules Perrot (1858), Marius Petipa (1858, 1863, 1868, 1885, e 1899), Aleksandr Gorskij (1912), Agrippina Vaganova (1931), Pëtr Gusev (1955), Konstantin Sergeev (1973, 1992) e Jurij Grigorovič (1994). Lo stesso si può dire della musica: alla partitura di Adam se ne sono aggiunte altre di Cesare Pugni, il granduca Pietro II di Oldenburg, Léo Delibes, Léon Minkus, il principe Nikita Trubeckoj e Riccardo Drigo. Ai giorni nostri Le Corsaire vede principalmente due versioni: in Russia ed in Europa la versione di Pëtr Gusev del 1955, in America ed in alcune parti dell’Europa occidentale quella di Konstantin Sergeev del 1973.

La versione danzata di The Corsaire di Lord Gordon George Byron

L’opera è la versione danzata di The Corsaire di Lord Gordon George Byron, che pubblicò nel 1814; uno dei suoi molti eroi al maschile, in questo caso di stampo orientale. L’esotico, inteso come mondo mediorientale, era molto di moda all’epoca e suscitava grande interesse e fascino, tanto che Byron scrisse anche The Giaour, The Bride of Abydos, Lara, The Siege of Corinth e Parisina sempre in tema orientale, dove tutti i protagonisti hanno molto di autobiografico. Eroi dentro, soli, che riescono, o meno, ad affrontare la vita sapendo benissimo che nessuno darà mai loro una mano. Il finale di Manfred insegna: Voglio morire come ho sempre vissuto. Da solo.

Il naufragio di un gruppo di pirati

Un gruppo di pirati, guidato dal corsaro Conrad, viene sorpreso in mare da una tempesta e la nave ben presto affonda: tutti naufragano sulla spiaggia. Alcune giovani donne, tra cui da Medora e Gulnare, soccorrono i naufraghi: Medora e Conrad si innamorano a prima vista. Dei mercanti turchi, guidati da Lankedem, a caccia di giovani donne da vendere come schiave, catturano le ragazze e pagano Lankendem profumatamente. Si dirigono verso il mercato degli schiavi al bazar turco ed i corsari giurano di salvare le fanciulle sfortunate. Il Pascià Seyd arriva al mercato per comprare alcune schiave per il suo harem: Lankendem gliele mostra tutte, ma nessuna gli interessa fino a quando nota Gulnare. La compra e vorrebbe comprare anche Medora, ma riesce a spuntarla un misterioso commerciante che in realtà è Conrad mascherato, che fugge con lei, seguito dalle altre. Nella confusione i corsari di Conrad catturano anche Lankendem: portano tutti nella loro caverna piena di tesori. Medora chiede a Conrad di liberare le altre ragazze, ma Birbanto ed alcuni altri non sono d’accordo: Conrad le libera comunque. Birbanto giura vendetta e si accorda con Lankedem: in cambio della libertà, fornirà una pozione che, spruzzata su un fiore, farà dormire immediatamente chiunque lo annusi. Lankedem offre dunque a Medora dei fiori che lei dona a Conrad: appena annusati, si addormenta. I corsari catturano Medora e la portano dal Pascià, da cui arrivano anche dei misteriosi pellegrini, che sono in realtà i corsari travestiti, e salvano Medora, smascherando ed uccidendo Birbanto. Gulnare decide invece di restare col Pascià. Alla fine, un nuovo naufragio vede protagonisti i corsari e Medora che, ancora una volta, si salvano. L’originale di Byon è leggermente diverso: Conrad si scontra con il Pascià, e viene ferito, arrestato e condannato a morte: grazie all’aiuto di Gulnare, la favorita dell’harem, Conrad riesce ad evadere. Disilludendo i sentimenti di Gulnare, Conrad fa ritorno alla sua isola, ma scopre che la sua amata, Medora, è morta di crepacuore alla notizia della sconfitta di Conrad. Conrad abbandona l’isola e scompare per sempre.

La versione coreografica di Manuel Legris è molto simile all’originale, anche se elimina completamente il personaggio di Ali, lo schiavo di Conrad, fedele servitore del suo padrone e protagonista del famosissimo pas de deux che si vede spesso in molti galà tanto da pensare che sia così, a sé. Rende il tutto molto manieristico, con tanti fronzoli, pizzi e merletti che appesantiscono il lavoro offuscandone l’essenzialità. Martina Arduino è perfetta nel ruolo di Medora: tecnicamente corretta, peccato per la serie dei fouettées del precedentemente citato pas de deux: sbaglia il primo, poi per recupera ma si fa tutto il palco anziché restare sul posto. Per il resto interpreta bene, la sua fisicità esile ed il suo viso dolce la aiutano a caratterizzare bene il suo personaggio. Conrad è Nicola Del Freo, come sempre molto tecnico, a volte troppo, ma sta migliorando anche nell’interpretazione, sicuramente i progressi si vedono. Splendido il Birbanto di Claudio Coviello, sembra che voli: lui non delude mai, come la sua fidanzata Zulmea, l’altrettanto brava Antonella Albano. Gulnare è una Maria Celeste Losa dalle gambe infinite, ed una particolare menzione per Marta Gerani, una delle tre odalische del pas de trois del Terzo Atto. Nel complesso le solite imprecisioni nei momenti corali femminili, bellissime scene e costumi di Luisa Spinatelli in un tripudio di opulenza tipicamente ottocentesca. Un classico antico, sempre attuale, banco di prova per tutti i danzatori, qui modificato con poca efficacia: se funziona dal 1856, meglio fare una cosa completamente diversa che cercare di scrivere inutilmente la storia della coreografia.

Teatro Alla Scala

Piazza della Scala, Milano

Fino al 17 Marzo 2023

Biglietti da EUR 22,00 a EUR 152,00

www.teatroallascala.org

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