Ipoteca sulla casa: occorre valutare bene i rischi

A volte mettere un’ipoteca sulla casa può essere pericoloso.

Abbiamo chiesto ad Andrea Corati, immobiliarista romano, quali sono i rischi concreti di una scelta del genere non ben ponderata.

Intervista ad Andrea Corati

Dottor Corati, perché non sempre ipotecare il proprio appartamento si rivela una soluzione azzeccata?

Perché bisogna prima comprendere se stiamo svendendo a una banca un pezzo del nostro patrimonio immobiliare.

In che senso svendere?

Le faccio un esempio concreto. Per incassare un prestito di 50.000 euro, bisogna ipotecare l’immobile per una cifra di almeno il doppio se non più.

Cosa fare allora?

Occorre calcolare attentamente come si andrà a restituire quella cifra.

Quindi?

Dovrò dunque pianificare un piano di accumulo dei miei risparmi necessari a onorare il debito.

Sempre rimanendo alle cifre di cui parlavamo prima (prestito di 50.000 euro n.d.r.), per dieci anni dovrò mettere da parte più di 500 euro al mese. E questi soldi li dovrò pianificare in base alle alle mie entrate.

Se sbaglio questi calcoli?

Le conseguenze sono più gravi di quanto si pensi.

In primo luogo comprometto la mia “economia famigliare”, cioè il mio standard di vita.

In secondo luogo il sistema bancario non mi considererà più cliente affidabile.

Terza conseguenza, la più grave, mi metto nelle condizioni di perdere il mio asset patrimoniale più importante: la casa.

Succedono spesso casi di questo genere?

Sì, basta vedere quante sono le unità immobiliari messe all’asta. Non sa quanti casi di questo genere vediamo nella nostra professione.

E’ una spirale perversa: un proprietario di casa stipula una prima ipoteca. Si vede poi costretto a stipularne una seconda per rientrare dalla prima. E poi una terza per rientrare dalla seconda.

Alla fine, i debiti prendono il sopravvento e, con l’acqua alla gola, non c’é altra soluzione che vendere la casa per evitare di perdere il bene in procedura.

Oppure, come detto all’inizio, è obbligato a svendere durante i pignoramenti.

C’è un modo per tutelarsi?

Occorre fare un piano di risparmio comodo e soprattutto verosimile, in modo da non fare il cosiddetto “passo più lungo della gamba”.

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