Secondo lo studio di BCG, in contesti psicologicamente sicuri i lavoratori italiani sperimentano una riduzione del rischio di abbandono entro un anno di 2.7 volte
— di Ivana Quartarone —
In tempi di Great Resignation, fenomeno alimentato dalla costante ricerca dei professionisti di cambiare il posto di lavoro a condizioni economiche più soddisfacenti auspicando anche a un migliore equilibrio fra vita privata e lavoro, per le imprese diventa un imperativo fonire un ambiente favorevole per trattenere i taelenti ed attrarne dei nuovi.
Creare una condizione tanto virtuosa all’interno di un’organizzazione richiede linee guida ben precise, oltre a un modello di leadership e una cultura basati sul rispetto e sull’empatia. Oltre alla varibaile economica, in contesti psicologicamente sicuri i lavoratori italiani sperimentano una riduzione del rischio di abbandono entro un anno di 2.7 volte (versus il dato globale di 3.9x). A confermarlo sono i dati della ricerca condotta da Boston Consulting Group (BCG), Psychological Safety Levels the Playing Field for Employees, basata su un sondaggio che ha coinvolto circa 28.000 dipendenti in 16 Paesi, tra cui l’Italia.
Gli effetti della sicurezza psicologica sui lavoratori
Il ruolo del leader diventa quindi ancor più importante, perché la sicurezza psicologica può prosperare solo attraverso la sua guida. Il 6,9% dei lavoratori con i livelli più bassi di sicurezza psicologica ha dichiarato, infatti, di essere propenso a lasciare il lavoro entro un anno, ma quando la sicurezza psicologica è elevata, solo il 2,6% è a rischio abbandono. Il report mostra inoltre che, negli ambienti psicologicamente sicuri, i lavoratori italiani sperimentano un aumento di 3 volte della sensazione di riuscire a raggiungere il proprio pieno potenziale (vs 3.3x globale), un aumento di 2.4 volte della motivazione (vs 2.1x globale), di 2.9 volte della felicità complessiva su lavoro (vs 2.7x globale) e di 3.4 volte della sensazione di sentirsi valorizzati e rispettati (vs 3.2x globale).
“La chiave del successo risiede in uno stile di leadership profondamente diverso da quello del passato, per cui dal leader ci si aspettava direzione e controllo: per sbloccare questo potenziale di creatività e ingegno è oggi necessario saper far emergere le prospettive e le idee di tutte le personalità e orchestrarle in maniera armoniosa tenendo conto di esigenze anche molto diverse”. – dichiara Matteo Radice, Managing Director and Partner di BCG.
Gli effetti positivi della sicurezza psicologica sono particolarmente evidenti per le donne, per i membri delle comunità BIPOC e LGBTQ+, per le persone con disabilità e per chi proviene da contesti economicamente svantaggiati. Più nello specifico, il rischio di abbandono in ambienti con bassa sicurezza psicologica aumenta di 6.2 volte per i membri della comunità LGBTQ+, di 5.1 volte per persone con disabilità, di 4.5 volte per le donne e di 4.2 volte per i membri della comunità BIPOC: dati particolarmente eloquenti se si considera che, a parità di contesto, i colleghi uomini, bianchi, senza disabilità e non appartenenti alla comunità LGBTQ+ hanno riportato un aumento del rischio molto minore (di circa 2 volte). La sicurezza psicologica porta risultati positivi per tutti i dipendenti, ma lo è ancora di più in contesti in cui vi è diversity: configurandosi come una leva efficace per portare i dipendenti di tutti i background allo stesso elevato livello di soddisfazione lavorativa.
“Quando i leader utilizzano empatia e competenza per costruire ambienti psicologicamente sicuri, i dipendenti possono trarne un significativo aumento di motivazione. Sentirsi valorizzati e rispettati, nonché abilitati a raggiungere il proprio pieno potenziale migliora inoltre il senso di inclusione, una leva chiave per attrarre e trattenere un ampio spettro di talenti diversi”. – conclude Giulia Airaghi, Principal di BCG.