L’importanza del pesce azzurro nel mercato ittico italiano. Maggior libertà ai pescatori locali

Nel decreto sul fermo pesca obbligatorio per il 2024 firmato un mese fa dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, c’è un cambiamento di paradigma rispetto al passato, che consentirà maggiore flessibilità e più libertà ai pescatori. “Vogliamo dare la possibilità alle imprese di pesca italiane di poter scegliere quando pescare e quando no, ribaltando quindi l’impianto assunto negli ultimi anni. L’obiettivo del governo Meloni è chiaro: uscire dalla dicotomia pesca contro ambiente e costruire un futuro sostenibile per il comparto ittico” dichiara il Ministro, che aggiunge “La nuova impostazione del Fermo pesca obbligatorio 2024 è lo specchio di quanto il governo ha fatto in Europa per il settore, un primo passo con il quale si è voluto andare incontro alle imprese di pesca italiane. Ora auspichiamo che la nuova Commissione europea possa rivedere le politiche portate avanti in questi anni, che non hanno fatto altro che danneggiare un asset fondamentale della nostra Nazione. L’Italia non si è mai tirata indietro. Lo scorso dicembre al Consiglio Agrifish abbiamo detto no all’ulteriore riduzione delle possibilità di pesca e in linea con quanto fatto fino ad ora continueremo a lavorare in Europa per difendere i nostri pescatori, le nostre marinerie e il nostro modello economico”

Solitamente il fermo pesca interviene in zone ben precise, lasciando solo ad alcune la possibilità di praticare la pesca industriale. Al di la di questo, le piccole imbarcazioni non subiscono alcun fermo, anzi la loro pesca sostenibile e altamente selettiva, presente sin dalle epoche più remote, consente un continuo seppur contenuto approvvigionamento di pescato. 

Il pesce azzurro nei mari italiani

Ecco alcune delle principali specie di pesce azzurro pescate nei mari italiani:

Acciuga (Engraulis encrasicolus) – Conosciuta anche come alice, è uno dei pesci azzurri più comuni e apprezzati. Viene spesso utilizzata per preparare acciughe sotto sale o marinate.
Sardina (Sardina pilchardus) – La sardina è un altro pesce molto diffuso e importante nella dieta mediterranea. Può essere consumata fresca, sotto sale, marinata o in scatola.
Sgombro (Scomber scombrus) – Chiamato anche maccarello, lo sgombro è noto per le sue carni grasse e saporite. È spesso utilizzato per preparare conserve e filetti sott’olio.
Aguglia (Belone belone) – L’aguglia è un pesce allungato e sottile, con una carne delicata. È meno conosciuto ma apprezzato dai pescatori e dai buongustai.
Palamita (Sarda sarda) – La palamita è un pesce di medie dimensioni con una carne scura e saporita. Viene spesso utilizzata per preparare conserve e piatti a base di pesce.
Tonnetto (Euthynnus alletteratus) – Conosciuto anche come tombarello, è un pesce simile al tonno, ma di dimensioni più ridotte. Ha una carne scura e saporita.
Alaccia (Sardinella aurita) – Simile alla sardina, l’alaccia è meno conosciuta ma ha una carne altrettanto saporita.

Queste specie di pesce azzurro sono pescate principalmente nel Mar Mediterraneo e nel Mar Adriatico, e sono parte integrante della tradizione culinaria italiana.

Le dimensioni del mercato

Secondo quanto riportato nel sito www.greenplanner.it la quantità di pesce azzurro pescato nei mari italiani ha subito un drastico calo negli ultimi decenni. Dagli anni Settanta fino ai primi anni Duemila, le catture annuali si aggiravano intorno alle 400-450 mila tonnellate. Tuttavia, negli ultimi anni, questa quantità è scesa a circa 180 mila tonnellate annu​​e.

Questa riduzione è dovuta a vari fattori, tra cui politiche di pesca più restrittive dell’Unione Europea per prevenire il sovrasfruttamento e stabilizzare i mercati, nonché l’ingresso di altri Paesi come la Croazia nel mercato ittico europeo. Attualmente, l’Italia importa una grande quantità di pesce per soddisfare la domanda interna, con le importazioni che rappresentano circa il 75-80% del consumo totale di pesce nel Paese. Come dicevamo, il nuovo decreto consentirà maggiore flessibilità e più libertà ai pescatori italiani.

Le qualità organolettiche del pesce azzurro

Il pesce azzurro, noto anche come pesce pelagico, comprende le varie specie marine caratterizzate da una colorazione dorsale blu-verdastra e ventrale argentea. Le qualità organolettiche di questo tipo di pesce sono apprezzate per vari motivi, a partire dal fatto che non si può allevare: niente mangimi e neppure profilassi varie preventive come gli antibiotici, presenti invece in molte specie che arrivano sulla nostra tavola..

Sapore: Il pesce azzurro ha un sapore intenso e caratteristico, che può variare a seconda della specie e delle condizioni di pesca. Ad esempio, lo sgombro ha un gusto robusto e deciso, mentre le acciughe sono più delicate ma saporite.
Aroma: L’aroma del pesce azzurro è generalmente fresco e marino. Può presentare note iodate e minerali, specialmente quando è appena pescato.
Texture: La carne del pesce azzurro è tendenzialmente soda e compatta. Alcune specie, come il tonno e lo sgombro, hanno una carne più densa e oleosa, mentre altre, come le sardine, possono essere più morbide e delicate.
Aspetto visivo: La colorazione del pesce azzurro è uno degli indicatori della sua freschezza. La pelle dovrebbe essere lucida e i colori vividi. Gli occhi dovrebbero essere chiari e brillanti, non opachi o infossati.
Valori nutrizionali: Sebbene non strettamente un aspetto organolettico, è importante notare che il pesce azzurro è ricco di acidi grassi omega-3, proteine, vitamine (soprattutto D e B12) e minerali (come il selenio e lo iodio). Questo contribuisce a una percezione positiva anche dal punto di vista del benessere alimentare.
Versatilità culinaria: Il pesce azzurro può essere cucinato in molti modi diversi: grigliato, al forno, marinato, fritto, e anche crudo in alcune preparazioni come il sushi o il sashimi. Questa versatilità ne esalta le qualità organolettiche, permettendo di apprezzare al meglio le caratteristiche specifiche di ogni specie.

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