Open Machine @ Galleria Italia, Torino, 15 giugno 2023
Ricetta per: concerto di improvvisazione di musicisti, condito da salsa sperimentale alla Piemontese
— di Nicola Brambilla – Trendiest Media —
Ingredienti per circa 200 persone:
-400 grammi di produttore, compositore, direttore d’orchestra, musicista (Vittorio Cosma)
-250 grammi di musicista, compositore e polistrumentista (Enrico Gabrielli)
-100 grammi di DJ e produttrice (Matilde Ferrari aka PLASTICA)
-ingrediente segreto, un pizzico di trombettista sperimentale elettronico (Ivan Bert)
Prima di procedere con la preparazione prendete un bel contenitore, come la bellissima Piazza San Carlo a Torino, e sedetevi comodi sotto ai portici del museo delle Gallerie d’Italia. Prima di sedervi, noterete che il cuscino su cui siete ha una scritta: Open Machine.
Da comunicato stampa si legge che “Open Machine è un format unico nel panorama contemporaneo italiano. Un happening di improvvisazione che rimette al centro la musica, portando il pubblico direttamente a contatto con i meccanismi del processo della creazione musicale.”
Lo spazio
Altra interessante particolarità è a livello logistico: gli strumenti e i 4 musicisti sono al centro dello spazio, e il pubblico è tutto intorno a 360 gradi, senza palchi (solo alcuni tappeti) e quindi senza gerarchie, e si compone di prime file di persone sedute a terra, a seguire poi un cerchio più largo su sedie e panche, e infine un ultimo cerchio più indietro, con gente in piedi.
Dal mio punto di vista, quello di appassionato di musica (che, ahimè, non sa suonare neanche un citofono) è un interessante format equiparabile a una sorta di “lezione” di musica, dove ogni artista racconta nel dettaglio il funzionamento degli strumenti che suonerà, e lo fa non solo a parole ma anche accompagnando la spiegazione con esempi pratici, come riff e assoli improvvisati.
Per intenderci, è come assistere a una performance di un mago, che svela anche il “dietro le quinte” dei suoi trucchi.
Vittorio Cosma e gli altri musicisti
Il promotore, ideatore, organizzatore e “mago” in questione è Vittorio Cosma, che che ci da il benvenuto salutandoci e iniziando a suonare le sue tastiere (ci racconta che hanno tasti pesati e possono riprodurre fedelmente il suono di un pianoforte, ma anche di un basso elettrico, o assumere sonorità più utili a creare dei “tappeti sonori”), a lui si aggiungono via via gli altri musicisti, per primo Enrico Gabrielli (mente dei Calibro 35 e mille altri progetti paralleli nella scena indie-prog-rock) con flauto traverso, clarinetto basso (che in realtà appoggiato a terra è piuttosto “alto”, scherza Gabrielli stesso) e tastiere.
Man mano che il primo pezzo improvvisato prosegue, Matilde Ferrari (PLASTICA) si inserisce aggiungendo una base ritmica con le sue drum machine (ci spiega che è come se avesse due batterie elettroniche che suonano allo stesso ritmo), e con il suo sintetizzatore, che durante la performance alterna mettendolo a tempo con le drum machine o usandolo in manuale. Anche Ivan Bert si aggrega allo “stormo”, come metaforicamente lo descrive Cosma, aggiungendo al tutto un pizzico di trombe (oltre a suonarla in modo tradizionale, ci spiega che è possibile anche usarla come uno strumento a percussione, toccandola con le dita) e mettendo delle basi pre-registrate di suoni provenienti da carpenterie meccaniche (ci spiega che per questioni logistiche sarebbe stato impossibile portare fisicamente gli elettro-utensili e farli suonare dal vivo).
Il pubblico
Dopo i primi quattro pezzi improvvisati dai quattro artisti (alternandosi tra loro nell’ inizio del brano), viene coinvolto anche il pubblico: ad un certo punto infatti vengono distribuite delle carte con scritti dei suggerimenti che saranno poi comunicati agli artisti per dargli delle linee guida su cui basare la loro improvvisazione (tipo “procedi al contrario”, oppure “fai qualcosa di già conosciuto”, o ancora “suona come suonerebbe il tuo migliore amico”).
In un secondo e conclusivo momento, in cui vengono suonati gli ultimi due pezzi della serata, il pubblico (principianti ed esperti, senza nessun pregiudizio) viene invitato a suonare insieme alla band: ci sono infatti chitarre, tamburelli, sintetizzatori e molti altri strumenti già collegati, e chi vuole può aggiungersi allo stormo e “volare con loro”.
A breve un approfondimento con le interviste agli artisti, stay tuned!
Nicola Brambilla