Sopravvivere in Metropolitana, un microcosmo di odori, colori e suoni

SOPRAVVIVERE IN METROPOLITANA

— di Marilena Mauro
Gente stipata come i vestiti nell’armadio di una fashion victim impazzita: ogni vagone è un microcosmo di odori, colori e suoni, un mix esplosivo che fa venire voglia di evocare un esorcista più che un controllore.
Gli odori? Oh, ce ne sono di tutti i tipi! Dal profumo persistente del caffè al sudore stantio, passando per un bouquet di profumi che farebbe impallidire anche il più sofisticato sommelier. Ma attenzione, non mancano le sorprese: un’incursione olfattiva improvvisa ti porta in un viaggio sensoriale tra aromi di cibo etnico e vapori di deodorante a basso costo.
E poi c’è lo spettacolo dei passeggeri, tutti lì immersi nei loro mondi digitali, con lo sguardo perso tra lo schermo del cellulare e l’abisso dell’anima. È come se fossero membri di una setta devota al culto dell’onnipresente rete 4G, connessi al mondo esterno solo tramite like e emoji.
Ma forse il momento più surreale è quando la metro si trasforma in un campo di battaglia per la difesa delle borse. Ogni passeggero diventa un guerriero urbano, stringendo il proprio prezioso bottino con la tenacia di un genitore che protegge il proprio figlio. E le borse diventano non solo accessori, ma estensioni di sé stessi, appendici vitali da difendere con un mix di paranoia e determinazione.
In mezzo a questo tumulto, ti ritrovi a chiederti se stai vivendo una scena tratta da un film di fantascienza distopica o se sei semplicemente finito nel mezzo di un esperimento sociale condotto da qualche mente folle. Ma alla fine, ci si abitua. Come un naufrago su un’isola deserta, impari a navigare tra le correnti della metropolitana milanese, cercando di sopravvivere tra le onde di gente e gli spruzzi di odori. E quando finalmente le porte si aprono, è come toccare terra dopo una tempesta!

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