Alla Scala “Onegin” era arrivato nel 1993
Nonostante John Cranko abbia creato la sua opera nel 1965 per il Balletto di Stoccarda, con Marcia Haydée nel ruolo di Tatjana, arriva in Scala solo nel 1993, con Carla Fracci, Oriella Dorella, Elisabetta Armiato ed Isabel Seabra ad alternarsi nel ruolo della protagonista e Rex Harrington, Maurizio Vanadia e Francisco Sedeño in quello di Onegin. L’anno dopo vede il debutto di Alessandra Ferri sul palco scaligero, che danzerà ancora nel 1997; l’opera viene ripresa nel 2004, poi 2010 e 2012 con l’ospite, proprio dal Balletto di Stoccarda, Maria Eichwald, e Roberto Bolle; nel 2017 e 2019, ancora con Bolle affiancato da Marianela Nuñez.
Il pubblico in delirio per Bolle
Anche stavolta, come ormai spesso succede, è Roberto Bolle a scatenare un pubblico in delirio al solo apparire in scena, camminando serio ed oscuro nei panni del suo Onegin. Quasi pensionato (per la danza) ma come sempre, tecnicamente “praticamente perfetto”: prima di lui solo Mary Poppins. Prese perfette, migliorata anche la sua interpretazione: fisicamente il suo viso d’angelo non ha nulla del personaggio senza cuore e senza scrupoli, ma senza dubbio un’interpretazione sentita ed autentica. Al suo fianco ancora una volta la dolcissima Marianela Nuñez: argentina ma da anni principal dancer del Royal Ballet di Londra, è una Tatjana intensa, molto drammatica e recitativa, descrive perfettamente la ragazzina ingenua che si innamora per la prima volta e non conosce il genere maschile.
Marianela Nuñez
Piccola e minuta vicino al gigante Bolle, rende benissimo la disperazione quando Onegin le strappa la lettera davanti agli occhi nel Primo Atto, momento assolutamente commovente. Divenuta ormai donna adulta e moglie nel Terzo, prova ancora qualcosa per l’antico amore, ma ormai è maturata a tal punto da potergli rendere pan per focaccia. Bella intesa fra i due, soprattutto nei passi a due, lunghi e complessi; ormai sono gli Onegin e Tatjana per eccellenza.
Il cast
Olga è una discreta Agnese Di Clemente, non male tecnicamente, esuberante, molto espressiva, qualità non comune: davvero piacevole nel ruolo. Il Lenskij di Claudio Coviello è molto bello, non commette errori ed ha lavorato benissimo sul ruolo, tutt’altro che semplice per altro. Completano il cast Gabriele Corrado (il Principe Gremin) e Francesca Podini (la Vedova Larina). Per quanto riguarda il corpo di ballo, siamo alle solite: spesso non c’è perfetta sincronia, specialmente nel Primo e Terzo Atto. Molto belle le scene ed i costumi di Pier Luigi Samaritani e Roberta Guidi di Bagno. Un’opera di repertorio che presenta una storia antica ma coreografata nel XX secolo, periodo di una generazione di coreografi geniali ed innovativi che, pur nel rispetto della tradizione, hanno decisamente svecchiato il modo del balletto classico. Bolle o no, da vedere.
credits foto di copertina brescia-e-amisano
Teatro alla Scala
Piazza della Scala, Milano
Fino a 26 settembre, ore 20
Biglietti da EUR 20,00 a EUR 150,00
www.teatroallascala.org