“DON QUIXOTE”, MENO MALE CHE C’E’ ANASTASIA
In scena per due repliche, al Teatro degli Arcimboldi, un classico molto amato, Don Quixote, con gli allievi dell’Accademia Ucraina di Balletto (AUB) con l’Orchestra Filarmonica di Modena, composta da 54 elementi e diretta da Marco Dallara.
Uno dei pochi balletti classici di repertorio allegri e spiritosi: dell’imponente opera del Cervantes, ne viene estratto uno dei tanti episodi, ossia la storia d’amore tra la bella Kitri ed il barbiere Basilio, osteggiata dal padre di lei, che la vorrebbe sposa ad un marito più benestante, come il ricco ma stupido Gamache. Come sempre l’amore trionfa e dopo peripezie varie ed un intero secondo atto dedicato a Don Chisciotte che sogna un esercito di Driadi, fanciulle-spirito, i due innamorati riescono finalmente a coronare il loro sogno.
Dopo una primordiale versione del 1740, è quella del 1869 al Teatro Bolshoji di Mosca con coreografia di Marius Petipa e musica di Ludwig Minkus ad essere considerata la madre di tutte le successive.
Partendo dal titolo, inspiegabilmente in inglese (si poteva lasciare tranquillamente Don Chisciotte in italiano o al massimo Don Quijote
(in spagnolo), la versione presentata dall’AUB presente diversi lati oscuri. La coreografia non ha un autore: è molto simile alla tradizionale ma non è quella del tutto, con aggiunte variazioni e parti in più qua e là senza un motivo, sicuramente non necessarie, come a voler mettere in mostra alcune allieve ma snaturando così la bellezza di quest’opera senza tempo. Incredibile come il Pas de Deux del Terzo Atto, cult e banco di prova virtuosistico per qualsiasi danzatore, venga interrotto per ben tre volte, dopo il primo duo, dopo la variazione maschile e dopo quella femminile, da tre variazioni solistiche che non c’entrano assolutamente nulla, ma anzi, disturbano l’armonia della costruzione coreografica.
Discutibile anche il non utilizzo in alcuni casi delle mezzepunte a favore di calzature più da jazz, per non parlare di certi costumi, come
quelli dei marinai ad esempio, decisamente fuori luogo e troppo moderni, dato che il capolavoro di Cervantes è ambientato all’inizio del XVII Secolo. Dato fondamentale da far sapere anche allo scenografo, che ha ambientato la scena degli zingari in paesaggio decisamente nordico-bavarese e non certo nella Mancha spagnola; forse si è confuso con Il Lago dei Cigni.
Per quanto riguarda l’esecuzione, premesso che sono allievi ad essere in scena, nonostante questo
danno vita ad una prestazione ordinaria, con poca passione, molto meccanica. In fondo stanno studiando per
diventare danzatori professionisti: dovrebbero esplodere di gioia e di energia, dalla voglia di danzare, di far
vedere la loro bravura, e invece no, tutto molto dimesso e triste. Se a tutto ciò si aggiungono gli errori tecnici…
Allievi o no, non si tratta di un saggio, il pubblico in sala ha pagato un biglietto. Ben pochi dei solisti
convincono: troppo pacato e senz’anima Don Chisciotte, Sancho Panza sembra più un senzatetto che lo
scudiero dell’hidalgo di Cervantes; poco incisive le amiche di Kitri, opaca e spenta la Regina delle Driadi. Si
salvano il torero Espada, la Zingara e Amore. Per fortuna, da un lato, a risollevare la situazione c’è lei:
Anastasia Matvienko, ucraina di nascita , ma ex solista del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo: nonostante
non sia più una ragazzina (classe 1982), è un mostro di bravura. Non molto espressiva, come da tradizione
dell’Est, ma con dei piedi incredibili ed una tecnica d‘acciaio, in puro stile Vaganova. Fortuna da un lato, ma
non dall’altro: la differenza con gli altri interpreti è abissale, incolmabile, è troppa. Nastya è affiancata dal
primo ballerino dello State Ballet of Georgia Oleh Lihai, che ha sostituito l’infortunato Michal Krcmar: classico
di scuola dell’Est come ne hanno sfornati migliaia: tralasciando un lift non riuscito in uno dei pass a due,
tecnicamente discreto ma senza infamia e senza lode: uno nessuno e centomila.
Un classico senza tempo che merita di essere interpretato al meglio, e non è questo il caso. Per fortuna c’è Anastasia!
Teatro degli Arcimboldi
Viale dell’Innovazione 20, Milano
Fino al 16 Febbraio 2025
Biglietti da EUR 23,00 a EUR 52,00 più prevendita
www.teatroarcimboldi.it