Terremoto SuperLega, Jp Morgan superfinanziatore. La Borsa brinda ma crescono i no

 

ULTIM’ORA/ Oggi mercoledì 21 aprile abbandonano il progetto le 6 squadre inglesi, l’Inter e l’Atletico di Madrid. Dopo l’annuncio il numero uno della Juventus, Andrea Agnelli ha risposto così alla Reuters che gli chiedere se la Superlega sarebbe andata avanti: “Onestamente no, non è il caso. Resto convinto della bellezza del progetto, così non può andare avanti”.

La SuperLega

Un fulmine a ciel sereno. Una notizia che sta provocando un vero terremoto sportivo ed economico e per certi versi anche politico. Poco dopo la mezzanotte tra domenica 18 e lunedì 19 aprile è arrivato l’annuncio della nascita della nuova Superlega di calcio a cui hanno aderito 12 tra i più importanti club che dovrebbe allargarsi a 15, più ulteriori cinque squadre “invitate”. I 12 fondatori sono Milan, Arsenal, Atlético Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham. Si tratta di un nuovo campionato che è destinato a prendere il posto della Champions League. La partenza è prevista per agosto 2022. Florentino Pérez, presidente del Real Madrid è il primo presidente della Super League mentre Andrea Agnelli, presidente della Juventus è il vicepresidente assieme a Joel Glazer (United).

Si alzano i no contro la Superlega

Ma la strada per questa nuova competizione appare tutta in salita. Contro l’iniziativa si erano già espresse alla vigilia la Uefa, che organizza la Champions League, e l’European Club Association (ECA). Il comitato esecutivo della Uefa ha ufficializzato la linea dura e venerdì è previsto il voto per estromettere Real Madrid, Manchester City e Chelsea dalle semifinali di Champions.

Bayern Monaco e Borussia Dortmund, i due club tedeschi presenti nel consiglio di amministrazione dell’ECA, si sono espressi nettamente contro la Superlega. Lunedì è arrivato anche il no della Fifa, il governo del calcio mondiale: “In questo contesto la Fifa non può che esprimere la sua disapprovazione per una lega separatista europea chiusa che non rispetti i nostri principi”. No anche del presidente della Figc Gabriele Gravina: “Il calcio è dei tifosi, ogni tentativo di fuga in avanti è irricevibile e dannoso”.

Anche il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas parla di “un progetto contrario ai valori Ue”. Contrari anche il premier Draghi, il premier britannico Boris Johnson e il presidente francese Macron.

I 12 club sono pronti a una battaglia legale

Il perché della scissione è presto detto. I grandi club vogliono aumentare il numero di partite di alto livello fra le migliori squadre d’Europa (la Superlega si giocherebbe in settimana) e gestire direttamente gli incassi di sponsor e diritti televisivi senza mediazioni. La pandemia ha infatti messo a dura prova le casse delle società .

Le 12 società “ribelli” hanno già pronta una risposta legale alla minaccia di causa per danni avanzata dalla Uefa. Quest’ultima ha già espresso la sua posizione netta: chi aderisce alla Superlega è fuori. Quindi i club non potranno partecipare a nessun torneo ufficiale come il campionato e i giocatori non potrebbero giocare più in nazionale, rinunciando a Mondiali ed Europei.

Secondo Le Parisien, i club avrebbero inviato una lettera al presidente della Fifa, Gianni Infantino, e a quello dell’Uefa, Aleksander Ceferin, nella quale li avvisano di aver depositato il loro «dossier» presso diversi tribunali.

JP Morgan super-finanziatore

La banca statunitense JP Morgan ha confermato che finanzierà il progetto. I club “fondatori” di Inghilterra, Italia e Spagna riceverebbero un pagamento in un’unica soluzione di 3,5 miliardi di euro (4,2 miliardi di dollari) “per sostenere i loro piani di investimento infrastrutturali per compensare l’impatto della pandemia” sui conti delle società. Soldi che però non potrebbero essere utilizzati sul calciomercato. La torta dei diritti tv sarà di circa 4 miliardi. Un singolo club potrebbe incassare fino a 350 milioni a stagione, scrive La Repubblica.

I mercati scommettono sulla Superlega

Lunedì sotto i riflettori sono finiti i titoli di due club fondatori: Juventus, quotata a Piazza Affari, e del Manchester United, quotato al Nyse. Il titolo Juventus FC è balzato del 14% nelle prime ore di contrattazione nella Borsa Italiana toccando il prezzo massimo di 0,885 euro. Ha chiuso con un balzo del 17,85% a 0,91 euro. La società ha un valore ormai ben oltre 1 miliardo di euro, quasi 1,2 miliardi.

Il titolo del Manchester United è cresciuto in avvio di seduta a Wall Street del 9,3% a 7,6 dollari. Ha chiuso a 17,26 USD (+6,74%) e la sua capitalizzazione sale a 2,88 miliardi di dollari.

Lunedì sono anche arrivate le prime reazioni a caldo degli analisti finanziari: gli esperti di Intesa hanno messo in revisione le stime sulla Juventus in attesa di capire meglio l’impatto economico del progetto, ma sottolineando come la nuova competizione potrebbe “attrarre maggiori diritti tv rispetto alla Champions League”, oltre a dividerli solo fra 20 club al massimo.

La Super League sarebbe chiaramente vantaggiosa per la Juventus. In primo luogo, ridurrebbe la volatilità dei ricavi, visto che la partecipazione alla top league europea (che rappresenta nel 2020-2021 circa il 20% dei ricavi) non sarebbe legata al raggiungimento della performance sportiva nel campionato nazionale”, sottolineano invece gli analisti di Kepler, secondo cui crescerebbe “l’appeal del prodotto calcio”.

Ma la partita per i 12 club fondatori è appena iniziata.

ALTRI ARTICOLI

Learn how we helped 100 top brands gain success