UniMi e PLEF. Accessibilità della scienza e università italiane: criticità e soluzioni

Accessibilità della scienza 

— di Annachiara De Rubeis

Si conclude in Festa del Perdono, il ciclo di seminari promosso da Università Statale e Planet Life Economy Foundation ETS per l’incontro tra il mondo della ricerca universitaria e quello delle imprese sostenibili.

L’argomento cardine scelto per il settimo e ultimo incontro del ciclo di seminari promosso da Università Statale e Plef è stato il Goal 17 dell’Agenda 2030: “Sistemi per migliorare l’accesso alla scienza, alla tecnologia, all’innovazione e condivisione della conoscenza”.

 

A spiegarne le direttive principali sono stati i Proff. Maria Pia Abbracchio e Giovanni Righini, entrambi docenti UniMi. Dall’altro lato, hanno contribuito Gianluigi Angelantoni – Presidente ATT Angelantoni Test Technologies- e Domenico Mangiacapra -Chief Executive Officer Henshin Group Ltd.

L’incontro è avvenuto l’8 febbraio nel cuore dell’Università Statale di Milano, la Sala di rappresentanza del Rettorato.

Perché condividere dati, quanto più diversi tra loro, è importante

“Come siamo riusciti a fare il vaccino in 9 mesi?”

Quanti si sono fatti questa domanda tra un lockdown e un altro, aspettando un vaccino che già si vociferava sarebbe stato pronto in tempi record?

Secondo la Prof.ssa Abbracchio è stata la disperazione a darci la forza di superare i confini e di ottenere il sequenziamento del genoma da Covid-19.

La risposta più appropriata, in realtà, a cui la prof e la Commissione Europea fanno riferimento, è la collaborazione.

Con il Goal 17 è proprio la Commissione Europea a dire che non devono essere solo i “colleghi” a condividere i dati, ma tutti gli attori che partecipano alla società, cittadini inclusi. Quando parliamo di conoscenza, parliamo di diversità che dobbiamo accettare, e inclusività. Quindi sì, condividere dati attraverso tutti i mezzi che abbiamo se non di più, è legittimo, al fine di essere più veloci nel raggiungimento degli obiettivi.

Questo tipo di scienza è definita Open Science e prevede che i dati debbano essere FAIR, cioè giusti, Trovabili (Findable), Accessibili, Interoperabili e Riutilizzabili.

In che modo il Metaverso in sanità può migliorare la conoscenza?

Allo stesso modo anche digital avatars, medicina decentralizzata e metaverso in sanità risultano importantissimi per la condivisione di dati. Persone fragili, anziani, malattie, visite dal metaverso saranno interpretati nelle loro diversità.

È un approccio nuovo in cui si mettono insieme migliaia di dati dal paziente agli studi, anche degli animali, usando software di altissimo livello.

Criticità del sistema universitario italiano

Nella seconda parte dell’incontro, il Prof. Righini ha osservato quali sono i maggiori indicatori di criticità che affliggono le università italiane, centro primario di passaggio di ricerca e conoscenza, con le rispettive soluzioni.

Ad impedire il passaggio di conoscenza e innovazione, in particolare, sono tutti quegli aspetti che rientrano in almeno uno di questi tre filoni.

  • Al primo posto in assoluto bisogna considerare quella che il professore chiama “un’emorragia di capitale umano”, che migra sempre più verso l’estero.

Il fatto, cioè, che i ricercatori in uscita dall’Italia superino quelli in entrata e che, all’interno dello stesso Paese, essi vengano dispersi secondo un modulo territoriale e non tematico, non permetterebbe a ricercatori affini di collaborare tra loro.

  • Risorse e progetti non vengono abbinati immediatamente.

Quando si decide la destinazione reale delle risorse è troppo tardi, perché il processo decisionale avviene all’interno dei dipartimenti universitari, dove tutti i decisori sono in conflitto di interesse e in competizione tra loro.

  • Il conflitto tra università.

Meglio sfatare il mito secondo cui esistono università migliori di altre, perché se è resa così difficile la collaborazione tra università e centri di ricerca, allora in realtà non esiste università. A questo proposito il Prof. Righini insiste su una maggiore istituzionalizzazione delle forme di collaborazione, con l’obiettivo di passarsi la palla l’uno all’altro, non conflittuale. Anche la dispersione di ricercatori: riguarda tutti, non solo i migliori.

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