USA. Il programma del governo Biden

Nei giorni scorsi Joe Biden ha esposto con dovizia di particolari il proprio programma di governo a una sessione congiunta del Congresso USA, ma non tutti i commentatori sono concordi nel definirlo uno sforzo epocale per ripristinare i termini dell’economia politica americana: si può tutt’al più parlare di “rivoluzione silenziosa” ma non di una vera e propria “deflagrazione”, per quanto sostanzialmente positiva e certamente innovativa rispetto alle posizioni di Donald Trump.

Il senatore repubblicano Tim Scott ha bollato le idee di Biden come una “lista di utopie liberali con grande spreco di risorse”. Da parte sua, Biden ha affermato che il suo American Jobs Plan, che richiede un aumento della spesa federale per i trasporti, l’energia verde, la ricerca scientifica e lo sviluppo, creerebbe “milioni di posti di lavoro ben pagati, impieghi su cui gli americani possono contare per la sicurezza delle loro famiglie”.

Del resto nel corso del summit multilaterale sul clima tenuto il 22 e il 23 aprile, Biden aveva annunciato nuovi ambiziosi impegni in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Rispetto al 2005 il calo previsto è del 50-52% entro il 2030, molto di più di quanto si era impegnato a fare Barack Obama che parlava di un -26-28%, entro il 2025.

L’American Families Plan di Biden fornirebbe assistenza all’infanzia a prezzi accessibili per famiglie a reddito medio-basso, e anche fino a dodici settimane di ferie mediche retribuite, due anni di college gratuito e maggiori crediti d’imposta per le famiglie con bambini.

I costi del programma

Il costo stimato per le due iniziative politiche di Biden è di 4,1 miliardi di dollari: ovvero 2,3 per l’American Jobs Plan e 1,8 per l’American Families Plan. Per aiutare a coprire questo costo, il governo federale imporrebbe tasse sostanzialmente più elevate sulle società e sui redditi più alti, incluso l’aumento dell’aliquota fiscale federale sulle plusvalenze, che attualmente è del 20%, fino al 43,4%, un livello che effettivamente non si vedeva negli USA da almeno un secolo. Poi si punterà sul sostegno alla mobilità green con l’installazione di migliaia di punti di ricarica elettrica su tutto il territorio nazionale.

“Il presidente, nel suo discorso, ha detto che l’America è di nuovo in movimento”, ha detto Jaren Bernstein, già in passato Chief Economist & Economic Adviser di Biden durante l’amministrazione Obama, e ora suo consigliere economico “Questo mi suona più come un grande discorso rivoluzionario, nel senso di tenere la testa bassa e cercare di creare, legiferare e attuare un’agenda politica che soddisfi le esigenze di oggi. Il presidente è stato molto chiaro sul fatto che quell’agenda non è piccola cosa, né approssimativa. Per molti aspetti è fondamentale e la profondità degli investimenti è storica “. Ma Bernstein ha preferito caratterizzare questo come un riequilibrio piuttosto che come una rivoluzione, specialmente in aree “dove le cose sono diventate inaccettabilmente disuguali, l’equità razziale è stata profondamente carente e dove gli investimenti critici in beni pubblici e capitale umano sono andati male per decenni”.

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