Tratto da www.informazione.stamparomana.it
il magazine dell’Associazione Stampa Romana
Terminano così gli accordi commerciali stipulati da Meta nel 2019 con i più importanti editori in Europa e nel resto del mondo dopo che lo scorso anno questi accordi erano stati disattivati già in Francia, Germania e Regno Unito.
La decisione – spiega il gruppo Meta tramite un post pubblicato sul proprio profilo ufficiale Facebook– “fa parte di uno sforzo continuo per allineare meglio i nostri investimenti ai prodotti e ai servizi che le persone apprezzano di più. Sappiamo che le persone non vengono su Facebook per notizie e contenuti politici: vengono per connettersi con le persone e scoprire nuove opportunità, passioni e interessi. Come abbiamo già spiegato nel 2023, le notizie rappresentano meno del 3% di ciò che le persone di tutto il mondo vedono nel loro feed”.
Nel 2019 Meta stipulò un accordo di milioni di dollari con gli editori statunitensi: 10 milioni di dollari con il Wall Street Journal, 20 milioni di dollari per il New York Times e 3 milioni di dollari per la CNN.
L’obiettivo all’epoca era quello di “sostenere un ottimo giornalismo e rafforzare la democrazia”, intento fallito dopo i mancati ricavi ricevuti da traffico e sponsor.
In Australia invece, Meta dovrà rinunciare ad un accordo ben più sostanzioso che valeva per il gruppo di Zuckerberg ben 70 milioni di dollari l’anno grazie a colossi come Sky News Australia, News Corp , Seven, Nine e Il Guardiano.
Accordi triennali stipulati grazie all’apporto del Governo australiano che approvò il codice di contrattazione obbligatorio per i media e le piattaforme digitali. Questo codice è venuto meno nel 2021 quando l’Australia del primo ministro Anthony Albanese aveva cambiato la legge costringendo i colossi del web, tra cui Google, a pagare la riproduzione degli articoli giornalistici.
Nessun pericolo però per i link alle notizie perché come spiega Meta questi non cesseranno di esistere: “Le persone potranno comunque visualizzare i link agli articoli di notizie su Facebook, i giornalisti continueranno ad avere accesso ai loro account e alle loro pagine su Facebook, dove potranno pubblicare link alle loro storie e indirizzare le persone ai loro siti web, allo stesso modo di qualsiasi altra persona o organizzazione. Le organizzazioni di notizie possono ancora sfruttare prodotti come Reels e il nostro sistema pubblicitario per raggiungere un pubblico più ampio e indirizzare le persone ai loro siti web, dove mantengono il 100% del ricavo derivato dai link esterni su Facebook”.